CHIUDE UN VINITALY A PIENO REGIME. UN BUYER SU 3 PROVIENE DALL’ESTERO EXPLOIT DI PRESENZE DA USA (+45%) E ASIA (+116%), IN CRESCITA TUTTE LE PROVENIENZE

vinitaly-2024

Vinitaly si è chiuso mercoledì scorso, con 93 mila presenze complessive, di cui quasi 30.000 estere. La crescita rispetto all’ultima edizione è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 Paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati. Vinitaly and the City, il “fuorisalone” veronese da quest’anno ritornato totalmente nella sfera organizzativa della fiera di Verona, ha inoltre registrato oltre 45 mila degustazioni (+50% sul 2022) da parte dei winelover nel centro storico di Verona. Nel 2024 Vinitaly andrà in scena dal 14 al 17 aprile.

«Chiudiamo oggi un Vinitaly finalmente a pieno regime, che ha visto una partecipazione corale di operatori, stampa e istituzioni. Siamo particolarmente soddisfatti per il riscontro che stiamo riscuotendo dalle aziende e dai territori, che rappresentano la vera forza di questa manifestazione». Lo ha detto, in chiusura di Vinitaly, il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. «L’obiettivo – ha aggiunto – è quello di costruire con i partner istituzionali una piattaforma promozionale permanente e coordinata in grado di attrarre da un lato gli investimenti dell’incoming sull’Italia, dall’altro sul prodotto italiano all’estero con un radicamento di Veronafiere – dopo Brasile e Cina – negli Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Far East».

«Gli investimenti fatti in favore dell’incoming estero – ha detto l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese – hanno dato un primo concreto risultato a un Vinitaly che vogliamo sempre più decisivo per il business degli espositori che per la manifestazione riservano risorse importanti. Un matching domanda-offerta che ha funzionato, come dimostrato anche dagli oltre 11mila appuntamenti pianificati tra espositori e buyer della piattaforma Vinitaly plus che si aggiungono a quelli fissati direttamente tra aziende e buyer. Il nuovo corso è iniziato ma non è certo terminato: Vinitaly – ha concluso Danese – sarà sempre vettore del made in Italy, sia qui che all’estero, se ragionerà in termini di sviluppo del settore e delle sue imprese, ed è questo che stiamo cercando di fare».

 

 (Teresa Colia)