Pronti a partire? Bastano poche ore di volo per tuffarsi in una nuova avventura…Hola! Bienvenidos!
La Spagna ci attende; un Paese “dietro l’angolo”, un popolo passionale, a tratti molto simile a noi italiani, sempre pronti a far fiesta, con la musica nell’anima ed un amore profondo per la tavola.
Ed il primo assaggio dunque non può essere altro che l’antico Mercat de la Boqueria di Barcellona: banchi ricolmi di tutti i colori della frutta, luccicanti jamones appesi, profumi che si fondono e si confondono.
E si affaccia proprio sul cuore pulsante della città: la Rambla, ombreggiata da enormi alberi, popolata da tutte le generazioni, animata da artisti di ogni genere. Chiassosa, eccentrica, estremamente vivace, Barcellona ti inghiotte nelle sue piazze e piazzette, spesso nascoste nel dedalo di vicoli del Barri Gòtic; alle sei nell’aria si diffonde la musica ed i bicchieri si riempiono di fresca e dolce sangria. Al mattino, invece, la città si sveglia tardi ed è il momento perfetto per esplorare i suoi tesori, sia che si scelga di immergersi nel medioevo della Ciutat Vella, sia che si decida di seguire le orme del visionario Gaudí.
Farsi affascinare dalla strana architettura modernista, un liberty ancora più sinuoso e sognante, che si diffuse a partire dalla fine del XIX secolo, soprattutto a Barcellona, è una delle esperienze assolutamente da non perdere. Nelle dimore da lui progettate scompaiono le linee dritte, le mura si tingono di colori pastello, le vetrate ricordano sbadigli, i tetti sembrano meringhe o cavalieri stilizzati, a seconda della propria immaginazione, o sono “ricoperti dalle squame del drago” sconfitto da San Giorgio. Gaudí prendeva ispirazione dalla natura, perfettamente funzionale ed esteticamente affascinante, varia nelle sue forme ed infinita nei suoi colori.
La Sagrada Familia, l’eterna incompiuta, è la sua opera maggiore: iniziata a fine ‘800, sarà conclusa nel 2026 per il centenario dalla sua morte. Diciotto torri si elevano verso il cielo, creando un vertiginoso effetto di verticalità. Le porte di ingresso raccontano la vita di Gesù, circondate da intarsi simili ad una grotta. Una volta varcate, ti ritrovi in una foresta, dove la luce che attraversa le vetrate crea giochi diversi a seconda del momento della giornata; non vi sono figure, né immagini, le colonne con i loro rami reggono le cupole punteggiate da stelle e tutto richiama la perfetta ed efficiente bellezza della natura. Un’opera grandiosa che racconta una storia e crea un magico spazio di culto.
Un viaggio in Spagna è un’esperienza densa di arte: come non perdersi nella fantasia scomposta di quel simpatico ometto sempre vestito alla marinara di nome Pablo Picasso? Nel Museu Picasso di Barcellona sono custodite Las Meninas, le buffe, a tratti inquietanti, riproduzioni delle fanciulle riprese dal dipinto di Velázquez, quasi come se le avesse osservate attraverso un prisma. A Madrid, al Reina Sofia, si può restare a bocca aperta di fronte alla Guernica, con la sua potenza evocativa di una fotografia, la forza comunicativa di un murales e la poesia di un dipinto. Poche, “semplici” pennellate per comunicare con estrema umanità attraverso i suoi quadri, quasi dei paradossi artistici, ironici, drammatici, espressivi, come usciti dalla mano di un bambino. Picasso non voleva riprodurre la realtà, ma mostrare ciò che a volte l’occhio umano non riesce a cogliere. A Malaga sono conservate le tele dei suoi ultimi anni di vita, ispirate ai leggendari personaggi della Spagna del ‘600: sirene, corsari, moschettieri, colorati, simpatici, con strane espressioni, così in movimento che sembrano proiettarsi fuori dalle cornici.
Ma mettiamoci in viaggio in direzione Saragozza, meta fuori dai circuiti turistici, con la sua atmosfera un po’ retrò, a tratti decadente, ma al contempo fascinosa. La cupola di porcellana blu, gialla e verde della Basilica Nuestra Señora del Pilar, che si specchia nelle acque dell’Ebro è un’immagine simbolo per la regione dell’Aragona. Terra perennemente battuta dal vento, il suo clima fresco e arido è perfetto per la stagionatura del prezioso jamon.
Risalendo il corso del Rio Ebro, invece, ci troviamo in mezzo al verde dei vigneti della regione della Rioja, con una breve sosta nella cittadina dal sapore austriaco di Logroño: balconi fioriti, stradine anguste e l’immancabile campanile gotico, in un tripudio di pintxos bar. Già in Spagna bere e spelluzzicare avviene in qualsiasi ora del giorno: i bandoni dei ristoranti spesso non si sollevano prima delle otto e mezza la sera, ma è sempre un buon momento per ordinare tapas. Assaggi, piuttosto abbondanti direi, di succulenti piatti che attraggono gli sguardi, sempre esposti nei banconi dei bar: patatasbravas, pimientosrellenos, pulpo a la gallega, oppure una delle especialidad de la casa… Che sia sangria, cerveza o del tinto (vino rosso) va sempre accompagnata con uno stuzzichino: un pincho, un pintxos, una raciones, o un’abbondante tapas, calda o fredda, un piatto di prosciutto o formaggio, una fetta di appetitosa tortilla, o degli sfrigolanti pimientopadrón…
Il profumo di cordero asado, agnello arrosto, è quasi un emblema nella regione della Castilla y León. Salamanca è una delle più animate cittadine castigliane, richiamando nella sua prestigiosa università migliaia di studenti, che la sera popolano i caffè e la splendida Plaza Mayor, circondata dalla vertiginosa simmetria degli edifici barocchi di arenaria color ocra. Tradizione vuole che i viaggiatori cerchino attentamente una rana scolpita sulla facciata della Universdad Civil; si dice sia di buon auspicio…
Ed eccoci invece nell’elegante Madrid, una capitale regale, con il palazzo reale, infiniti viali alberati, piazze popolate da statue, che di notte si sussurra si sgranchiscano le gambe, come narra la leggenda in Plaza de Oriente. Una città da scoprire, che riserva scorci vividi, con palazzine alte, slanciate, colorate, rifinite da balconcini in ferro battuto. Un luogo eccentrico dove trovare sculture all’aria aperta dalle forme stravaganti, incerte, firmate Mirò. A Madrid è possibile addentare un succulento bocadillo de calamares (panino imbottito di calamari appena fritti), ma anche ascoltare violini che suonano le musiche di Morricone nel Parque del BuenRetiro; perdersi nel dedalo di vicoli medievali dalla Latina o ritrovarsi nella belle époque ad ammirare gli eleganti edifici della Gran Via. A fine giornata, per gli stomaci più coraggiosi, c’è il rabo de toro, in un fumante stufato.
E’ ora di partire alla volta della Castiglia-La Mancia, attraversando il ventoso altopiano della Meseta, cercando di scorgere le sagome di Don Chisciotte e Sancio Panza. Ovunque se ne trovano le tracce ed è possibile scattarsi una foto con “Cervantes in persona”, proprio sotto l’arco di ingresso alla medievale Toledo. Il tortuoso crogiolo di stradine acciottolate, case di mattoncini, resti di moschee, scorci di sinagoghe sefardite e campanili aguzzi narra una storia lontana dove tre culture convivevano pacificamente: cristiani, ebrei e musulmani, fianco a fianco, hanno adornato la città di diversi simboli, rendendola unica. Scrittori e pittori quali El Greco sono rimasti stregati dal suo profilo così raro, che si abbraccia attraversando le sponde del Rio Tajo, ed hanno catturato l’anima di Toledo nelle proprie opere. La salutiamo mentre al mattino si staglia nel cielo azzurro, completamente avvolta dal sonno; la vita in Spagna comincia tardi, le strade sono deserte ed i caffè chiusi.
Nuova destinazione Estremadura per fare un tuffo nella storia del Paese, immergendosi nelle misteriose città medievali: i villaggi estremenos sono pervasi da un fascino senza tempo e qui puoi assaggiare specialità lontane, come il pungente formaggio dal cuore cremoso Torta del Casar. Prima tappa Trujillo, ferma al XVI secolo, quando i figli prediletti di Trujillo fecero ritorno dalle Americhe da ricchi conquistadores. E’ da questa regione infatti che partirono molti extremenos in cerca di fortuna ed è per questo motivo che in America centrale e meridionale si trovano oltre 20 città chiamate Trujillo. L’originale sembra uscire dalla roccia con case di pietra, protetta da secolari mura ricoperte di licheni. I campanili delle chiese sono guarniti da enormi nidi di cicogna ed in cima svetta il castello, eretto dai musulmani nel X secolo, come testimonia il tipico arco di ingresso a ferro di cavallo.
Altra immancabile meta è Cáceres, proclamata Ciudad Monumental; il suo cuore è immerso nel silenzio dei secoli passati, disabitato. Le pietre granitiche degli edifici ducali brillano al sole, le torri si innalzano celando antichi segreti: talvolta furono prigioni, come quella del Palacio Toledo-Moctezuma, in cui venne rinchiusa proprio la figlia dell’imperatore azteco Moctezuma, portata a Cáceres come sposa di un conquistador.
Viaggiando ancora più in dietro nel tempo si arriva a Merida. Nel centro della tranquilla cittadina si celano antiche rovine romane, testimonianza di un passato splendore: l’imponente arco di Trajano, il Templo de Diana, nascosto proprio tra le moderne abitazioni, il grandioso Teatro che poteva ospitare fino a 600 spettatori, così ben conservato che è facile immaginare un combattimento di gladiatori. Infine, con i suoi 792m di lunghezza e i suoi 60 archi di granito, il Puente che attraverso il Rio Guadiana è uno dei più lunghi costruiti dai romani.
E’ tempo ormai di immergersi nella caliente Andalusia, alla ricerca di quel guizzo di pura passione, il duelde, che il flamenco, ballato nelle piazze, nei teatri, nei locali, vuole trasmettere, ricercare, catturare.
Tra le perle della regione, Cordoba è quella più grezza, ma dal sapore autentico. Raggiunse il massimo splendore sotto il dominio arabo, durato quasi quattro secoli, quando fu capitale di Al-Andalus, la roccaforte musulmana governata in maniera illuministica, in cui culture diverse convivevano creando affascinanti intrecci. La città ti accoglie con i suoi viottoli acciottolati percorsi da carrozze a cavallo e le case bianche in contrasto con il verde del Rio Guadalchivir, che aggiunge una nota esotica. Dalla juderia (l’antico quartiere ebraico), proviene odore di spezie, mentre dai patii colmi di fiori, eredità araba, si diffonde l’inconfondibile ticchettio delle ballerine di flamenco. Al di sopra spunta la cupola della Mezquita, un luogo mistico, nato dalla fusione di fedi potenti: la moschea cela la cattedrale ed il campanile racchiude il minareto. Costruita da Abd al-Rahman Inel luogo dove sorgeva la chiesa ispano-romana di San Vicente, con i suoi tre ampliamenti, nei secoli, riuscì ad arrivare ad ospitare fino a 40000 fedeli. All’interno la luce è soffusa; una foresta ordinata di colonne di varie tinte sorregge doppi archi moreschi bianchi e rossi, dietro ai quali potresti scorgere una statua di marmo della Madonna. Un luogo magico, intimo, raccolto; ma al centro la luce pervade tutto e la cattedrale con il suo abbagliante barocco si fonde perfettamente, confondendo l’attonito viaggiatore. Dall’intimità all’immensità, in una commistione incredibile, in cui le due fedi hanno un proprio spazio arricchendosi l’un l’altra; cappelle ricolme di immagini, affiancate alla silenziosa potenza evocativa del Mihrab; la luce oscillante dei candelabri trova un suo spazio proprio a fianco dei riflessi delle vetrate gotiche. Difficile non rimanerne stregati.
E per penetrare ancora di più la cultura islamica dell’epoca perché non concedersi un hammam, sfidando i propri sensi a passare dalla sauna alle gelide acque della vasca fredda, per poi ritrovare la pace nel tepidarium, sotto una cupola stellata.
Ecco all’orizzonte Siviglia, la sfavillante metropoli che si dice sia stata fondata millenni fa dall’eroe Ercole. Famosa per la sua immensa cattedrale gotica dove vi sono i resti di Cristoforo Colombo, è una città dai volti diversi: un dedalo di viuzze intriso di profumo di fiori d’arancio costituisce il centro, l’antica juderia; l’Alcazar (la fortezza) con il suo profilo austero nasconde in realtà un labirinto di stanze arabeggianti, decorate come se fossero ricamate; al di là del Rio Guadalchivir, nel quartiere di Triana, si conserva orgogliosa l’anima gitana della città.
Nella Plaza de Toros si può ascoltare la storia della corrida, proprio là nella terra rossa al centro dell’arena, circondata da una struttura di palchi bianchi e gialli. Che si concordi o no, è una parte della cultura e della storia spagnola, intrisa di luci e ombre, passione, regole, addestramento, sacrificio…
Infine la bellissima Plaza deEspaña è una sorpresa: nel cuore del Parque de Maria Luisa, si apre un anfiteatro di mattoncini rossi decorati con azulejos. Al centro i bambini fanno il bagno nella fontana e nei canali ondeggiano le barche a remi; ricorda un po’ Venezia, ma la musica nell’aria è quella del flamenco; oggi è domenica, si balla ovunque!
L’Andalusia è punteggiata di città sul mare, prese d’assalto per le spiagge e il pesce sfrigolante, come la piccola deliziosa Cadice o la chiassosa Malaga. Ma anche nell’entroterra ci sono luoghi pieni di fascino: Ronda, la città sospesa. Arroccata su un ripido dirupo della gola di ElTajo, alta 100m, con le sue case bianco latte, i tetti spioventi, le possenti mura arabe è un’immagine vertiginosa, al di là dell’imponente Ponte Nuevo a tre arcate, che sembra sorreggerla interamente sopra il fiume.
Non si può lasciare l’Andalusia senza essere entrati in quel magico mondo, tutto a sé, che si nasconde dietro le mura dell’Alhambra, arroccata proprio sopra la pequeña Granada, la città che più conserva l’anima araba, con le sue teterie e l’odore di narghilè nell’aria.
Oltrepassate le torri merlate dell’Alcazaba, si entra in una pagina di “Le mille e una notte”, solleticante tutti i sensi: dalle fontane gorgheggia e zampilla l’acqua; gli uccellini cinguettano; i mille colori dei fiori si stagliano nel cielo azzurro; il profumo di mirto pervade l’aria.
Il palazzo di Nazarìpoi è un tuffo nel passato dei sultani; archi mudejar, piccole segrete finestrelle, soffitti stuccati di gesso che sembrano una grotta, patii con fontane e ninfee… Non è difficile immaginare lo splendore della vita nel XIII secolo, al tempo degli emiri nasridi, che edificarono la fortezza su un promontorio da cui tenere d’occhio la zona; adesso è un piccolo viaggio in una fiaba, da cui osservare il profilo ondulato di Granada.
Qui i sapori sono fortemente ispirati alla cucina araba, con spezie in abbondanza, tajine, couscous e tante diverse miscele di tè.
Beh, forse vi starete chiedendo quando arriva una buona, fumante paella. La risposta è solo una: a Valencia. Specialmente sul lungo mare, ci sono ristoranti secolari, che tengono fede alla tradizione: riso bomba del delta dell’Ebro che assorbe lentamente un succulento brodo di pesce, rigorosamente fresco; pregiato zafferano e…il segreto? Un soffritto di cipolla caramellata ed infine tutto in forno per creare quella crosticina croccante…
Valencia è anche una bellissima città sospesa tra passato e futuro: la ciutatvella con i suoi edifici gotici, l’immancabile mercato coperto ed i murales che donano colore alle strade, ela modernissima Ciudad de lasartes y lasciencias, creata dalla fantasia visionaria dell’architetto Calatrava in fondo all’immenso parco cittadino realizzato nell’antico letto del Rio Turia. E’ una specie di ordinata giungla urbana, con alberi di ogni tipo, enormi ficus, strani arbusti a funghetto e prati; chi va in bici, chi in monopattino, i bambini giocano, ci sono campi per ogni sport.
In fondo, proprio di fronte al mare, nel mezzo di un lago artificiale, si staglia un complesso di strane strutture in ferro e vetro: l’Oceanographic (l’acquario) blu elettrico, l’Emispheric completamente trasparente ed il gigantesco Palau de lesArtsReina Sofia simile ad uno scarabeo con la corazza bianca.
Da qui si osservano le antiche possenti porte di ingresso alla città, come la Torres del Quart, punteggiata di fori delle cannonate dell’invasione napoleonica del XIX secolo, e ti senti in bilico nel tempo, in città, ma completamente avvolto nel verde.
La nostra avventura spagnola termina qui. Un viaggio in un Paese pieno di sorprese, variegato, passionale, che sa regalare momenti di euforia con le sue chiassose fiestas, ma anche tanto relax, perché è sempre un buon momento per fermarsi a bere una sangria, assaporando tapas…
E cieli azzurri, eleganti metropoli, o borghi medievali, tante Arte e musica, musica, musica ovunque ad accompagnare il tuo viaggio.
(Camilla Mori)