Cucina orientale fra tradizione ed innovazione

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A Firenze, un locale fusion dove l’essenzialità dei colori e degli arredi narra di una storia d’amore nell’affascinate atmosfera della notte di Pechino: One night in Beijing.

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Il locale, ubicato nella rotonda Barbetti,è noto ai fiorentini per le varie attività che nei decenni di vita si sono avvicendate, ma forse proprio per questo vale la pena andare in questo ristorante dalla cucina cinese e fusion al tempo stesso, per capire l’evoluzione che questi ambienti hanno avuto con l’arrivo di questa attività ristorativa. Ancora oggi la struttura originaria dell’edificio è ben visibile: dalla struttura in metallo posta sia al piano terra che al primo piano,che sostiene la balconata, al lucernario. Elementi che ben si integrano con gli interni contemporanei di One Night in Beijing e che identificano ogni piano del locale.

involtini-di-pesceAl piano terreno, dove si trova il Sushi Bar & Restaurant i colori dominanti sono il bianco e nero del marmo che riveste il pavimento e parte delle pareti mentre il bianco e l’ocra dei pavimenti del primo piano, dove è situato il ristorante e il bar vero e proprio, ben si mixano con il rame del bancone del bar e delle foglie di loto sul soffitto e con la struttura ottocentesca. La balconata superiore è illuminata dai giochi di luce sui tessuti dei divani. La seconda sala del ristorante è stata lasciata intatta giocando sui toni del bianco dei tavoli e delle sedie e del legno chiaro del parquet. Anche qui si ritrovano i dettagli dell’edificio ottocentesco:le quattro pedane laterali, una sorte di nicchie abbellite dalla boiserie in legno del soffitto e limitate da ringhiere in ferro battuto, e il lucernario centrale. L’accoglienza del personale è professionale, ben orchestrata e poco invasiva, ma sempre presente. Al tavolo troviamo le classiche bacchette in bambù, che possono comunque essere “occidentalizzate” dalle più comuni posate, per chi trovi difficoltà ad usarle.

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Un cocktail di benvenuto fa capire subito che oltre alla cucina, è stato ben organizzato anche il bar con il bartender Fabio Graffi. La sala e la carta dei vini sono nelle mani di una preparata sommelier Tiziana Cantini che racconta le etichette sia di vini ottimi che anche di bottiglie pregiate,La cucina proposta è orientale che si ispira a quella della tradizione cinese,giapponese, vietnamita e thailandese ma i cui piatti sono sapientemente reinventati in stile contemporaneo per soddisfare una clientela sia italiana che orientale e internazionale.

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Piatti che rispettano la stagionalità, la freschezza e la qualità delle materie prime, realizzati con abbinamenti talvolta sorprendenti e estremamente curati nella presentazione. Una cucina fusion proprio perché gli chef provengono da differenti regioni e i loro piatti sono un sapiente mix di tradizione e innovazione. Interessanti anche le proposte del Sushi Restaurant dove anche i piatti tipici come gli uramaki, i nigiri, i sashimi i sushi gunkan sono proposti con ingredienti nuovi. A pranzo il ristorante offre un menu fisso che comprende un primo, un secondo, una zuppa e l’insalata mista da scegliere fra alcune proposte in menu anche del Sushi Restaurant. Per la cena, invece, il menù è à la carte.

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Una esperienza interessante, gustosa ed intrigante, per uno come il sottoscritto curioso e attratto dalle cucine etniche in giro per il mondo ma spesso schivo nel gustare i piatti in territorio italiano. Qui il compromesso viene raggiunto grazie alla qualità dei prodotti, alle loro cotture, alla professionalità dello staff di cucina, sala e bar ed anche dall’essenzialità ma anche tradizionalità dell’ambiente. Una notte a Beijing, come la canzone che gli ha dato il nome, infonde nell’ospite tranquillità, benessere ma soprattutto buongusto.

Marco Marucelli

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