L’ingresso è quello di un antico palazzo nobiliare romano affacciato su Via Giulia ed al suo interno, oltre ad un affascinante hotel dotato di 18 suites, si scoprono degli angoli di tranquillità, adatti al relax ed alla degustazione…come in casa di amici.
Sarà stata l’aria gelida che innevava la Capitale, la voglia di rilassarsi o la curiosità di un gastronomo, ma appena entrato nel portone di questo palazzo, che ospita oltre all’albergo DOM anche il bar ed il ristorante Achilli al Dom, mi sono sentito come a casa, in casa di amici pronti ad accogliermi e rifocillarmi sia nel corpo che nella mente.
Mi accomodo in uno spazioso divano in una sala che è divisa da tendaggi che ne consentono, in caso di necessità, di creare una privacy assoluta e che invece, quando è tutto a vista, rendono particolarmente fluido il passaggio da un ambiente ad un altro.
Si percepisce immediatamente che siamo dentro ad un boutique hotel che, scopriamo essere stato creato dall’architetto Girardi nello stile della famiglia Achilli. Rappresentata non solo nel nome ma anche nel fatto dal giovane Alessio Tagliaferri, talentuoso chef con grandi doti di conoscenza e curiosità.
Insieme al direttore, che ci fa gli onori di casa, conosciamo, anche il lato più “spiritoso” di questo locale, il Bar Mixology con Patrizio Boschetto ed Edoardo Bottiglieri, che creano cocktail unici adatti ad accompagnare ogni piatto proposto dallo chef.
Il loro benvenuto è rappresentato da un cocktail che fonde il succo dell’insalata con l’aroma dell’amaretto e la vivacità del gin, davvero rinfrescante e, semmai ce ne fosse stato bisogno, anche preposto ad aprire ancor più le papille gustative.
Un saluto anche dal giovane chef Alessio Tagliaferri, che ci introduce al percorso, da lui proposto, per avere al meglio una idea della sua filosofia e della sua capacità di innovazione, servendoci un curioso entree, composto da popcorn e vellutata di zucca gialla.
Sia i nomi dei piatti che i loro ingredienti sono davvero delle cartoline sul mondo, tutti da gustare. Si inizia con Viaggiatore errante a base di polpo croccante, gambero rosso di Mazara crudo, salsa di burrata, purea di patate dolci, ceviche ; si prosegue con Via Giulia, animelle fritte, carpaccio di capasanta marinata al limone, carciofi, crema di porro; per terminare questa trilogia di antipasti ecco l’Insalatina, insalatina aromatica, carpaccio di pescato del giorno, lenticchie, mango.
Un primo rappresentativo e con la sua difficoltà è Back to black, gnocchetti al nero di seppia, ricotta stagionata, limone. Il secondo proposto è singolare anche nel suo nome: BCC, baccalà al caffè, cocco, spinacini, uvetta e pinoli e viene anticipato sul tavolo da una simpatica macchinetta distributrice di chicchi di caffè ricoperti da cioccolato fondente, che girando la ruota escono pronti per essere gustati, affinando così le papille al piatto. Il dessert è di per se l’apoteosi con un nome davvero inusuale ma che rende perfettamente l’idea: Nei peggiori bar di Caracas, banane al rhum, cioccolato al tabacco. Chiudendo gli occhi durante la degustazione sembra davvero di sentire il liquore caraibico che bagna la banana ed il tabacco del sigaro al naso ed alla gola.
Prima di lasciare questo salotto di charme e gusto, non poteva mancare una visita ad una sorta di forziere, tanto sono preziosi i liquori esposti, che vengono offerti in degustazione a bicchiere….Qui si possono trovare anche bottiglie che portano date di fine ‘700 e 1800. In questa saletta, intima come tutto il resto d’altronde, è in previsione la realizzazione di una cigar room.
Da segnalare anche che, in estate, il ristorante si trasferisce sulla terrazza all’ultimo piano del D.O.M, dove gli ospiti sono accolti dal profumato giardino di erbe aromatiche e dalla vista sul Lungotevere, la collina del Gianicolo, i tetti e i campanili del centro storico. Il nevischio di questa notte ci avvolge all’uscita dal palazzo, ma non importa, la nostra anima ed il nostro cuore sono stati riscaldati e coccolati dalle atmosfere locali e gustative che ci ha donato Alessio Tagliaferri, chef dell’Achilli al Dom ed il suo staff.
Marco Marucelli