Erano anni che non frequentavo questa bella e selvaggia parte del Mugello e l’occasione è stata davvero ghiotta. Mi sono bastati pochi istanti, pochi respiri passeggiando sul lungolago, per far rinvenire nella mente e nel cuore i tanti pomeriggi domenicali (ma non solo) trascorsi alla diga con mio nonno che cercava di insegnarmi a pescare ma soprattutto, e con più successo, mi iniziava forse inconsapevolmente alla mia attuale professione, proponendomi semplici e gustosi spuntini. Così i nostri pomeriggi a Londa erano, complice la canna da pesca, momenti di gusto, ora allietati dal classico panino al prosciutto e pecorino ora alla pesca ubriaca, con cui in qualche modo ho iniziato a percepire che il vino non solo può essere un sincero compagno del cibo, ma lui stesso può essere cibo e non semplice bevanda.
Mentre sorrido nel ricordare questi momenti spensierati, ritorno alla realtà e vedo quanti cambiamenti (in alcuni casi miglioramenti) ha avuto nel tempo il paese di Londa, immerso tra le acque del suo lago e le foreste dell’appennino, che donano freschezza all’aria rendendola ricca di ossigeno. I boschi sono ricchi di cinghiali, caprioli, funghi ma la regina incontrastata per le sue peculiarità e, come ha giustamente sostenuto qualcuno, potenza, è la pesca Regina di Londa. Questo succoso frutto, dalla pasta bianca e dalla facilità di separare la polpa dal nocciolo, dalla sua tardività nella raccolta e dall’utilizzo non solo come frutto da tavola ma anche come ingrediente di piatti della cucina tradizionale e innovativa, è davvero interessante. Il motivo della mia gustosa visita è infatti proprio legato alla festa dedicata a questa sovrana, a quello che ruota intorno alla sua raccolta ed anche ad uno speciale contest gastronomico in cui era stata data voce ad alcuni appassionati bloggers nel proporre ricette che avessero, tra gli ingredienti primari, proprio la pesca (in particolare la Regina di Londa).
La giuria, a cui ho partecipato attivamente, ha decretato dopo una serie di selezioni una terna di ricette che sono state interpretate in diretta, davanti ad un pubblico curioso, sia dagli stessi blogger che da loro delegati e sottoposte alla dura prova del palato. La giuria composta da giornalisti enogastronomici come me e dal sindaco di Londa, in qualità di personalità istituzionale (ma posso garantire anche con ottime qualità di critico gastronomico), hanno assistito alle fasi di preparazione del piatti ed hanno decretato, non con poca fatica, il vincitore, anzi la vincitrice di questa gustosa tenzone. Già il piatto, che chiamare capolavoro di tecnica, inventiva e professionalità, forse non è peccare di modestia, si presentava in modo accattivante dal titolo “E’ caduta una pesca in giardino” realizzato da Shamira Gatta del blog Lovely Cake.
La ricerca degli ingredienti, la loro perfetta combinazione, la presentazione professionale e soprattutto un gusto sublime che esaltava ogni singolo componente di questa dolce sfera incantata che, una volta infranta, si lasciava delicatamente assaporare rendendo reali le emozioni che i ricordi di famiglia della blogger ci avevano creato nell’aspettativa. Mentre i complimenti per la vincitrice e per le altre ricette finaliste riempivano lo spazio dello cooking show, commentavamo sul fatto che questo prodotto della nostra agricoltura, insieme a tanti altri, non debba avere da un lato una tutela ed una valorizzazione e dall’altro una maggior attenzione alle problematiche di raccolta, conservazione, diffusione, spesso minate ed osteggiate da una legislazione atavica e fatto più ad uso dell’industria che del coltivatore diretto che invece, come dimostra questo evento, è il “portatore sano” di una tradizione di gusto e di grande valore per il territorio.
Il sole inizia a tramontare, la temperatura con la sua classica escursione termica della collina ci ricorda che la festa sta per terminare, ma non potevo andarmene senza portare sulla mia carrozza una parte di queste Regine che mi hanno poi accompagnato nelle giornate successive con la loro polpa dolce e succosa, morso dopo morso, a ricordarmi che nelle favole come nella vita si può sempre trovare una regina di gusto … in questo caso di Londa.