VINO IN ANFORA FRA RICERCA ARCHEOLOGICA E PRODUZIONE

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Dagli antichi romani alle nuove tecniche di vinificazione, dal vino-alimento al vino come atto di cultura: la regina dell’arcipelago toscano si racconta a chiusura del ciclo di eventi l’Elba in vetrina

Il convegno “Vino in anfora fra ricerca archeologica e produzione” organizzato da Vetrina Toscana in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili e il supporto del Consorzio Elba Taste ha chiuso la rassegna “Tra terra e Mare: l’Elba in Vetrina” che per due mesi ha portato i sapori dell’Elba sulla terraferma grazie ad un gemellaggio tra cuochi elbani e ristoratori Fiorentini.

Il convegno che si è tenuto all’Accademia dei Georgofili, ha avuto l’obiettivo di raccontare uno spaccato dell’isola, parlando di innovazione a partire dalle proprie origini. Ad aprire gli interventi, dopo i saluti istituzionali, sono stati Franco Cambi e Laura Pagliantini, co-direttori dello scavo archeologico della villa rustica romana di San Giovanni, nella rada di Portoferraio, che hanno raccontato il ciclo del vino nel mondo romano, sulla scorta delle affascinanti scoperte effettuate all’Isola d’Elba, in tempi recentissimi e in altre aree della Toscana e dell’Italia. Queste ricerche stanno rivelando un quadro agronomico, vitivinicolo in particolare, dell’isola finora del tutto inatteso. Gli scavi, infatti, hanno portato alla luce delle anfore vinarie e in particolare le dolia defossa: grandi vasi interrati che contenevano ciascuno più di mille litri. I Cinque doli ritrovati potevano contenere circa 6000 litri. La produzione della Rada di Portoferraio, almeno per quanto ci è dato di sapere fino ad ora, era una produzione destinata al consumo interno (la villa soprastante) e al consumo del mercato locale. Una produzione che sembra molto vasta per sopperire solo al fabbisogno interno, ma che si spiega alla luce del fatto che all’epoca il vino non era considerato solo una bevanda, ma un vero e proprio alimento che apportava calorie ed era fondamentale anche per l’alimentazione degli schiavi. Oltre ai doli, sono state ritrovate anfore vinarie che sembra servissero per commercializzare il vino.

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A seguire, il produttore Antonio Arrighi ha parlato della sua attuale produzione di vino in terracotta sull’isola e della sperimentazione che sta effettuando su uve dello stesso vigneto, in contenitori di terracotta di Impruneta e in botti di rovere (barrique di Allier). Francesco Bartoletti, enologo del Gruppo Matura, ha raccontato gli aspetti tecnici della produzione in anfora: dalla fermentazione alla conservazione per finire con l’evoluzione del vino per spiegare le motivazioni di un ritorno alla terracotta. Infine, Antonello Maietta, Presidente nazionale dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier Sensazioni) ha parlato delle sensazioni gusto olfattive in relazione ai differenti materiali utilizzati per la vinificazione. Gli interventi sono stati coordinati da Stefano Tesi, Presidente dell’ASET (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana).

E’ seguita una degustazione di vini in anfora, prodotti e manicaretti a cura degli chef aderenti al Consorzio Elba Taste serviti dagli studenti dell’Istituto Alberghiero “Brignetti” di Portoferraio. Erano presenti anche degli studenti delle altre scuole superiori di Portoferraio che fanno parte di Redazione Natura, una redazione multimediale partecipata, fatta in gran parte di giovani che vivono nell’Arcipelago toscano, un’interessante iniziativa del Parco Nazionale Arcipelago Toscano per far conoscere la Natura delle isole attraverso esperienze dirette, immersive e autentiche.

Il ciclo di serate l’Elba in Vetrina si è concluso riscuotendo un grande successo, ma il nostro viaggio enogastronomico è giunto solo al giro di boa, l’Elba vi aspetta da aprile ad ottobre quando i cuochi fiorentini saranno invitati a ricambiare la visita.

(Irina Lavnichenko)