Venerdì 18 dicembre è andata in scena la cena inaugurale della stagione 2015/2016 delle Cene Galeotte, evento solidale che da quasi 10 anni (li compirà a marzo 2016) contribuisce, senza tralasciare anche una sana beneficenza verso varie associazioni locali, a portare all’interno del carcere di Volterra, centinaia di curiosi gourmet che hanno deciso di trascorrere una serata di gusto allietati dai piatti di un grande chef e della sua brigata di cucina che per l’occasione è composta da una selezione di detenuti coadiuvati in sala da guardie carcerarie con la speciale qualifica di maitre e di sommeliers.
Anche quella di ieri è stata una cena a dir poco strepitosa … forse anche più di quelle di sempre, sarà stata la cornice natalizia, lo spirito che ha portato a Volterra decine di persone sfidando, una delle forse prime e rare serate autunnali con pioggia e nebbia insistente, o certamente i due ingredienti principali della serata: la raffinata semplicità della chef e la solidarietà diretta ed indiretta che questa serata ha supportato.
La location, come ha spiegato la direttrice del carcere, da sola fa la differenza, la vecchia fortezza volterrana accoglie infatti la Casa Circondariale, ma da poco anche le aule del locale istituto Alberghiero che unisce tra i suoi allievi, studenti che entrano per le lezioni e giovani detenuti che, oltre a redimere le proprie colpe, cercano di costruirsi un futuro di professionalità al momento del termine della pena.
E questo certamente è stato il frutto di anni di iniziative che hanno portato il Carcere di Volterra a divenire cuore pulsante tra solidarietà e umanità, formazione e professionalità. La prima serata curata da Silvia Baracchi del Relais Il Falconiere di Cortona ha colto appieno ogni stimolo donando così a tutti gli intervenuti grandi emozioni umane e palatali.
Vi lascio immaginare quelle umane, che ognuno ha vissuto più o meno intensamente, mentre per deformazione professionale, ma anche per dovere di cronaca voglio soffermarmi su quelle palatali.
Si inizia con l’antipasto che proponeva nel piatto una pralina di fegatini di pollo con bruschetta di panettone, zucca gialla piccante, cavolella e riduzione di vin brulé. Due i primi piatti che hanno allietato gli ospiti. Una zuppa di rape rosse e zenzero con gnudi di cappone e aceto balsamico seguiti da una delicatissima lasagna con ragù di tre carni, bechamelle leggera e passata di pomodoro. Il piatto principale è stato consacrato da un petto d’anatra con datteri e cedro candito, cavolo nero e scalogno all’aroma di arancia. Tutti i piatti sono stati accompagnati dai vini di Riccardo Baracchi, sapientemente versati nei calici dalla brigata di sommelier della FISAR: Brut Rosé, O’Lillo e Ardito i nomi dei tre nettari selezionati. Il dessert finale è arrivato con tutta la sua tempesta di dolcezza: Brownie al cioccolato fondente con vela croccante, composta di melanzane al coriandolo e gelato alla crema di latte.
Come in una favola, allo scoccare della mezzanotte la serata è terminata, la nebbia ha avvolto nuovamente gli ospiti, le rosse candele che hanno abbellito i tavoli son state spente mentre il cuore e il palato si sono accesi dai momenti vissuti ma soprattutto condivisi con chi, nonostante trascorsi burrascosi, ha voluto in qualche modo indicarci una ulteriore via di solidarietà, dimostrando che con il buono anche il cuore si scioglie!