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Le Macine, sapori autentici, stagionali per uno stile modernamente tipico

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Cullati dal mormorio dell’acqua in un’oasi di relax e tranquillità: nel cuore di un’isola del fiume Meschio, l’hotel ristorante di Vittorio Veneto (TV) conserva il fascino dell’antico mulino

Frutto dell’accurato restauro di un vecchio mulino, l’hotel ristorante Le Macine di Vittorio Veneto (TV) è un’oasi di relax e tranquillità che sorge nel cuore di un’isola del fiume Meschio. La suggestiva struttura coniuga il fascino dell’antico con lo stile raffinato e luminoso delle sale. Da provare, durante il periodo estivo, l’esperienza di cenare nell’incantevole giardino esterno immersi in un’atmosfera romantica e speciale, cullati dal mormorio dell’acqua che scorre tra le ruote ancora in funzione dell’ex opificio, un tempo cuore pulsante dell’economia cittadina.

antipasti_Le Macine

L’edificio risale al ‘700 e conserva nel ponte d’ingresso le antiche pietre delle macine. Il sapiente restauro ha mantenuto l’identità del vecchio mulino ricavandone, oltre alla sala principale, raccolte salette caratterizzate da soffitti a volta in tavelle di cotto e lo splendido giardino sul fiume. Con i lavori di ristrutturazione, terminati nel 2005, questo autentico gioiellino è stato restituito alla città facendo rivivere un’area dismessa e ricoperta dalla vegetazione.

Il ristorante è aperto tutti i giorni e dispone di spazi raccolti, ideali per cene romantiche o colazioni di lavoro, oppure più ampi per banchetti nuziali e ricorrenze di famiglia, buffet e aperitivi, festeggiamenti di laurea, cene aziendali, meeting e convegni.

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I fratelli Casagrande: da trent’anni specializzati nell’arte dell’ospitalità

L’hotel e il ristorante Le Macine nascono da una lunga tradizione all’ospitalità della famiglia Casagrande e dalla consolidata competenza di Adriano e del fratello Giuseppe che da oltre trent’anni lavorano fianco a fianco nel campo della ristorazione.

Forte dell’esperienza maturata gestendo un hotel-ristorante storico della città e un locale tipico, Adriano ha voluto e curato tenacemente il restauro di questo complesso per realizzare e dare alla città una struttura che coniughi l’accurato stile nel locale e nel servizio con una collocazione particolarmente suggestiva. L’ambiente ideale dove gustare la qualità della sua cucina.

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Ma ancor più gli ospiti dimostrano di apprezzare la cordialità e la professionalità di Giuseppe e del maître Giambattista Furlan che son riusciti a far diventare il ristorante un apprezzato luogo per i momenti più rilassati e sereni.

Adriano Casagrande, chef e artigiano del gusto

 

Lo chef Adriano Casagrande ha affinato la cucina veneta con elaborazioni e accostamenti ricercati, esaltando materie prime locali di alto valore con l’apprezzata maestria di un artigiano del gusto e un ricercatore di sapori.

 

La cucina è fatta di materie prime altamente selezionate, in parte fornite da produttori del territorio nel rispetto del km 0 come la carne, alcune verdure e, in stagione, funghi, bruscandoli e “sciopetin”, mentre le spezie vengono raccolte fresche nell’orto. Pasta e pane sono fatti rigorosamente in casa. Anche la pasticceria è prodotta nella cucina del ristorante regalando agli ospiti squisite dolcezze.

 

E’ disponibile anche un menù vegetariano per chi desidera scoprire come la cucina a base vegetale possa essere un’esperienza appagante e capace di sorprendere.

Adriano Casagrande (titolare e chef) e Giambattista Furlan (maître)_Le Macine

 

 

Una scala che scende nell’antico cuore propulsore del mulino porta alla cantina dove pregevoli vini locali riposano al suono delle acque che scorrono oltre le massicce pareti in pietra. Sono presenti circa 500 etichette sia italiane che straniere, provenienti soprattutto da Triveneto, Francia e California.

La renga, tradizione di terra e di mare

 

Immancabile appuntamento gastronomico del primo giorno di quaresima con la “renga” ossia l’aringa. Lo chef Adriano Casagrande prepara il piatto secondo l’antica tradizione vittoriese. Tradizione che si perde nei secoli e che pare risalga al Medioevo. Fino a qualche anno fa, le fabbriche, per contratto sindacale, chiudevano all’ora di pranzo. Operai ed impiegati facevano il giro delle osterie per degustare questa pietanza.

 

INFO:

Hotel Ristorante Le Macine

Via G. Boni, 34 / – Via Lino Carlo Del Favero, 11

31029 Vittorio Veneto (TV)
Tel. 0438 940291 · info@hotelristorantelemacine.it · www.hotelristorantelemacine.it

Un luogo Nobile…di nome e di fatto: La Dogana Vineria Ristorante di Palazzo Vecchio

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Immersa in una natura splendida e in un paesaggio mozzafiato LA DOGANA è la Vineria  Ristorante di PALAZZO VECCHIO.
La giovane figlia della Contessa Maria Alessandra Zorzi, Maria Luisa, decide di lasciare Roma ed il suo lavoro di scenografa per dedicarsi all’Azienda di famiglia, PALAZZO VECCHIO,  con la produzione dei suoi vini, fra tutti il NOBILE DI MONTEPULCIANO e aprire il WINERY RISTORANTE LA DOGANA, un’enoteca- ristorante aperto tutto l’anno e non solo in estate. (dal mercoledì alla domenica).

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Qui si è dedicata con amore e passione per realizzare un luogo che non fosse solo una semplice enoteca, ma che raccogliesse in sé aspetti di design, di antichità e di arte, grazie anche alla sua esperienza di scenografa.

bicchieri di stagione dell'orto
Non a caso vengono esposti anche quadri di giovani artisti, mentre personalmente si dedica alla cucina, preparando leccornie con i genuini prodotti dell’orto e “dell’Arometo”, altra sua passione.
Naturalmente i piatti sono accompagnati dai vini dell’Azienda, il Nobile di Montepulciano fra tutti il più richiesto, insieme al Terrarossa. LA DOGANA inoltre è considerato un ottimo” pit stop” per amanti delle moto, delle biciclette e dei cavalli.

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Info:

Palazzo Vecchio e Vinery Ristorante La Dogana

Valiano di Montepulciano (SI)

http://www.vinonobile.it/it

PALAZZO VECCHIO

Soggiorni relax e gourmet al Castello di Semivicoli

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Un’antica dimora baronale per ritrovare serenità e benessere nel
cuore dell’azienda Masciarelli Tenute Agricole.
Incastonato nel verde delle colline teatine, a metà strada tra il
litorale adriatico e il massiccio della Majella, il Castello di Semivicoli (Chieti) racchiude una dimensione dell’ospitalità, del benessere e del buon vivere oggi sempre più rara.
Riportato all’originario splendore nel 2009 dopo un impegnativo restauro conservativo, infatti, il Castello di Semivicoli combina felicemente l’autenticità e il fascino di un’antica dimora patrizia di campagna e la presenza discreta dei moderni comfort nelle 11
camere e suite a disposizione degli ospiti.
Così hanno voluto Gianni Masciarelli, vignaiolo simbolo del rinnovamento dell’enologia abruzzese, e l’attuale padrona di casa Marina Cvetic Masciarelli, donna del vino d’indiscussa autorevolezza, quando nel 2004 decisero di riscattare dall’abbandono il seicentesco palazzo baronale appartenuto ai nobili siciliani Perticone.
La conversione del palazzo baronale in meta di un turismo country chic non ha intaccato l’identità dell’edificio, il suo essere stato dimora nobiliare. L’antico frantoio, i magazzini e la bottaia al piano terra, infatti, sono stati ridestinati con gusto ad aree di accoglienza
per eventi e degustazioni, incluso un wine bar. Il piano nobile oggi ospita spazi conviviali, sale relax, lettura, conversazione e degustazione. Al secondo e terzo piano, invece, sono
state ottenute le camere, tutte diverse, tra le quali una superior suite dalle cui 17 finestre si gode un panorama a 360° che spazia fino al mare.
Nella bella stagione lo charme, la quiete e la raffinata cultura enogastronomica del Castello di Semivicoli si rivelano risorse provvidenziali per decongestionare mente e corpo dallo stress quotidiano. Una “terapia” resa ancora più accessibile dalla disponibilità di pacchetti speciali anche per weekend e brevi soggiorni infrasettimanali.

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Pacchetto WEEKEND WINE RELAX (valido dal venerdì alla domenica)
Per vivere il weekend concedendosi una pausa salutare tra mare e montagna. Il pacchetto prevede l’esperienza enogastronomica “L’Abruzzo tra cibo e vino” nell’antica Bottaia del Castello (ore 18:30), un brunch domenicale e due pernottamenti. Nel giorno
della partenza (domenica) è prevista anche una lezione con personal trainer per il risveglio muscolare a bordo piscina (ore 8:30).
Prezzo pacchetto (camera standard) € 198,00/persona
Offerta valida dal 10/05/2016 al 30/09/2016

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Pacchetto PAUSA PER DUE (valido dal lunedì al venerdì)
Per godersi il Castello nei giorni infrasettimanali e concedersi una romantica pausa di coppia. Accolti in stanza da una sorpresa in omaggio, gli ospiti potranno dedicarsi al piacere di degustare alcuni dei pregiati vini Masciarelli, accompagnati da salumi e formaggi SlowFood.
Prezzo per due € 180,00
Offerta valida dal 10/05/2016 al 30/09/2016

 

PALAZZO BARONALE DI SEMIVICOLI
Indirizzo via San Nicola 24, Semivicoli di Casacanditella (CH)
Tel. 0871/890045
Per prenotazione e informazioni: info@castellodisemivicoli.it
sono accettate tutte le principali carte di credito
sono accettati cani (piccola e media taglia) e gatti
servizio di baby sitting
servizio di trattamenti benessere
parcheggio privato e recintato
Negli orari di apertura reception (8.00-20.00) è possibile acquistare i vini

www.castellodisemivicoli.it         www.masciarelli.it

BAGLIO DI PIANETTO: LA SICILIA CHE INCANTA

Nei pressi di Palermo e di Noto sorgono le due tenute di Baglio di Pianetto, a due passi da luoghi di interesse e bellezze naturali.

Scoprire le bellezze della Sicilia, la sua cultura e la sua ospitalità. È questo il viaggio proposto da Baglio di Pianetto, cantina che può fregiarsi della certificazione biologica per l’intera produzione vinicola e che offre ai visitatori un privilegiato punto d’osservazione sugli incantati panorami che solo quest’isola riesce a regalare.

Per chi è alla ricerca di un angolo di relax immerso nei colori e nei profumi della terra di Sicilia, è immancabile una tappa alla tenuta Baglio di Pianetto e al suo incantevole resort, adagiato tra vigneti ed uliveti. Nella piana degli Albanesi, a 650 m di altitudine, in una zona collinare del palermitano, a Santa Cristina Gela, sorge la proprietà principale, dove il particolare microclima favorisce la coltivazione di Grillo, Insolia, Catarratto, Viognier, Merlot, Petit Verdot e Cabernet Sauvignon. In questo luogo incantato l’azienda dispone anche di un agrirelais con piscina, una elegante dimora di campagna il cui senso dell’ospitalità si riflette nella cura di ogni dettaglio sia nelle stanze che nel ristorante. L’originalità degli arredi, il comfort delle camere, la qualità della tavola e la vicinanza a siti d’eccezione sono però solo il preludio di un soggiorno all’insegna dell’accoglienza.

Grazie alla sua posizione strategica, non distante da Palermo e da altri luoghi di interesse culturale e naturalistico, il relais Baglio di Pianetto rappresenta infatti un punto di partenza ideale per un soggiorno che combini arte, storia ed enogastronomia e porti alla scoperta di villaggi pittoreschi, tesori artistici, chiese barocche, paesaggi incontaminati e prodotti tipici.

Quando nel 1997 il conte Paolo Marzotto scelse la Sicilia come luogo d’elezione, portò con sé un grande sogno: dare vita ad una cantina in grado di ispirarsi al modello e alle tradizioni vitivinicole dei grandi châteaux francesi ma esaltando l’unicità del terroir siciliano e delle sue uve autoctone.

 

A distanza di anni, Baglio di Pianetto è oggi una realtà vinicola riconosciuta per i suoi vini che sanno combinare la tipicità di uve autoctone siciliane all’internazionalità di quelle francesi.

Un sogno divenuto realtà.

 

Informazioni per le visite:

CANTINA BAGLIO DI PIANETTO –  VIA FRANCIA -90030 S. CRISTINA GELA (PA)

Tel. +390918570002 – E-mail: info@bagliodipianetto.com

GUESTHOUSE & RISTORANTE- AGRIRELAIS – VIA FRANCIA – 90030 S. CRISTINA GELA (PA) – Tel. +390918570148 – E-mail: agrirelais@bagliodipianetto.com

Rotta a sud…con tanto di cappello! di Marco Marucelli

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Presentata a Pitti Immagine Uomo a Firenze la nuova collezione per la Primavera-Estate 2017.  Tra le varie proposte impossibile non parlare di Doria 1905, azienda pugliese leader nel settore dei cappelli. Come sempre il viaggio tra colori, profumi e sapori che raccoglie nel proprio stand rende giustizia alla qualità del prodotto che riesce a mettere d’accordo i cinque elementi del gusto, quasi come in una creazione gastronomica, che riportano a paesaggi esotici, piuttosto che a mari profondi. Dal sud al sud potrebbe essere il motivo di questo Pitti. L’azienda fondata oltre un secolo fa, nella grande terra di Puglia, continua a percorrere il mondo alla ricerca, sempre ben appagata, di sensazioni, colori e profumi che si concretizzano in realizzazioni di cappelli di ottima fattura e grande classe. Per rimanere in tema legato al food tra le nuove proposte dobbiamo citare la Coffee&Tea,  cappelli dall’allure coloniale, realizzati in lino tinto nel tè e decorati con un nastro in gros-grain tinto nel caffè. La stampa “DORIA 1905” è realizzata con un foil a caldo color cacao. La scritta impressa sui tessuti, dal sapore vintage, ricorda le stampe sui sacchi di caffè è realizzata con polvere di caffè e cacao. Doria 1905 prosegue con spunti di ispirazione, contaminando la Moda con i sapori, grazie alla collaborazione con personaggi di spicco e aziende eccellenti, come la storico marchio Filicori e Zecchini, antica torrefazione, che ha fornito la materia prima per tingere i tessuti. Il cappello femminile è arrotolabile. Entrambi i modelli sono foderati con la classica fodera rigata ma il crest sul fondo è stampato in color CACAO invece dell’abituale oro.

Un nuovo viaggio quello proposto da Doria 1905, tra gusto, sogni e splendide realtà…con tanto di cappello!

MONASTERO SANTA ROSA: Il lusso della semplicità

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Fra le antiche mura di un monastero un raffinato Boutique Hotel con Spa

Candido, su un’alta scogliera a picco sul mare da cui si gode un’incomparabile vista sulla Costiera Amalfitana, il Monastero Santa Rosa Hotel & Spa, raffinato Luxury Hotel di fama internazionale, è stato ricavato dalla ristrutturazione del Convento seicentesco delle Monache domenicane di clausura a cui si deve l’invenzione delle famosissime “sfogliatelle di Santa Rosa”, dolce simbolo della Costiera. Si trova a Conca dei Marini, tra Amalfi e Positano.

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Il suo prodigioso recupero si deve a Bianca Sharma, imprenditrice statunitense, che nel 2001 se ne innamorò durante un’escursione in barca, vedendolo dal mare abbarbicato sulle rupi in maestosa solitudine, lo acquistò e lo restaurò con lavori attentissimi e filologici. Un recupero durato oltre dieci anni, che ha portato all’attenzione internazionale una struttura elegante, raffinata e ricca di storia. Oggi il Santa Rosa è un Boutique Hotel a cinque stelle dal fascino unico, in cui lusso e semplicità convivono armoniosamente. Un luogo capace di regalare ai suoi ospiti emozioni forti, sullo sfondo di uno dei paesaggi fra i più suggestivi al mondo, la Costiera Amalfitana, cantata e dipinta da artisti di tutte le epoche, prediletta dai viaggiatori fin dai tempi del Grand Tour.

 

Il Resort è un autentico paradiso di accoglienza, con la prestigiosa Spa ricavata nella roccia, il Ristorante gourmet ispirato alla cucina mediterranea, le camere – dai caratteristici soffitti a volta –   ricavate dalla ristrutturazione delle celle delle monache, che portano il nome delle piante officinali coltivate ancor oggi nei giardini e nel grande orto.

 

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Gli ospiti sono accolti, oggi come un tempo, con il suono della campanella sotto l’arco d’ingresso. E, una volta all’interno, con il sottofondo dei canti gregoriani. Impeccabili l’accoglienza e i servizi, sotto la guida del Direttore Flavio Colantuoni, approdato al Santa Rosa dopo esperienze in alcuni fra i più importanti Hotel di tutto il mondo. All’esterno tutto profuma di limone e rosmarino, le cui piante – insieme a ulivi, buganvillea e gelsomini-  adornano i giardini terrazzati che degradano verso la piscina a sfioro, costruita sul bordo della scogliera. Piscina panoramica, le cui acque si confondono con l’orizzonte di cielo e mare, creando un piacevole smarrimento.

 

LA SPA

Il Monastero Santa Rosa, segnalato dal Sunday Times Style Spa tra i dieci migliori Resort con Spa al mondo, ha proprio nella Wellness uno dei suoi angoli più affascinanti. Articolata su più piani, è stata infatti ricavata in uno spazio scavato nella nuda roccia, accanto alle fondamenta.  Soffitti a volte, mosaici e pareti di pietra evocano l’atmosfera di un tempo. Un mondo d’acque e di vapori profumati, dove si può vivere un viaggio sensoriale alla ricerca del benessere veramente unico. I trattamenti (anche di coppia) possono essere effettuati anche all’aperto all’ombra di un pergolato che si affaccia sul mare, in un’atmosfera mediterranea, caratterizzata dal profumo dei limoni. Sulla terrazza, al termine del massaggio, si può fare un pranzo leggero, piacevolissimo da condividere in coppia.

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IL RISTORANTE IL REFETTORIO

Non poteva che chiamarsi Il Refettorio: il ristorante del Santa Rosa ha un’anima tutta mediterranea, interpretata con maestria dallo chef stellato Christoph Bob, ex braccio destro del grande Heinz Beck, affiancato dalla validissima spalla Pasquale Paolillo, autentico e verace interprete dei sapori di questa terra, e da una brigata di livello internazionale. Bob propone una cucina creativa, innovativa, fantasiosa, frutto di una minuziosa ricerca sui prodotti. Ma, allo stesso tempo, la sua è una cucina fortemente ancorata ai valori del territorio, di cui vengono utilizzati molti prodotti tipici, alcuni dei quali coltivati all’insegna del biologico nell’orto terrazzato del Monastero baciato dal sole o provenienti dal vicino mar Tirreno, generoso di prodotti ittici prelibati. Si può cenare nell’antica e intima sala del ristorante, che sembra ricavata da una grotta, oppure all’aperto sotto la pergola fiorita di una terrazza, da cui si gode lo spettacolo del mare.

Un rito che concilia con la vita è la colazione del mattino, che viene servita nella terrazza panoramica col sottofondo di suono dell’arpa: vengono proposte anche le famose sfogliatelle di Santa Rosa, una variante delle note sfogliatelle napoletane, create oltre tre secoli orsono nelle cucine del monastero. Erano il vanto delle suore Domenicane e sono la golosità del Resort.

 

InformazioniMonastero Santa Rosa

Via Roma 2 – 84010 Conca dei Marini (SA) Costiera Amalfitana

Tel. +39 089 8321199 – www.monasterosantarosa.cominfo@monasterosantarosa.com

Tenuta del Buonamico: gli “eroi dei fumetti” ispirano la nuova mostra di Laovejabala

mostra buonamico

L’arte contemporanea torna per la seconda volta alla Tenuta del Buonamico con la nuova Mostra esposizione di Laovejabala, realizzata da Enrique Martin e Raul San Cristobal, i giovani artisti che dalla Rioja tornano a Montecarlo grazie all’interesse di Dino e Eugenio Fontana.

La mostra “Heroes” sarà inaugurata il 13 giugno prossimo alla Cantina di Tenuta del Buonamico e comprenderà una serie di opere d’arte contemporanee ispirate ai supereroi dei fumetti americani.

Dopo il cinema è il mondo dei “comics” che gli artisti spagnoli hanno preso come fonte di ispirazione, un universo a cui la città di Lucca è legata da 50 anni, proprio dal 1966 quando la città ospitò la seconda edizione del Salone Internazionale dei Comics poi trasformatosi in Lucca Comics and Games a partire dal 1993.

La Tenuta del Buonamico vuole con questa nuova esposizione offrire un proprio tributo simbolico, in occasione del cinquantenario di questa manifestazione unica nel suo genere e diventata, ai giorni nostri, di grande attrattiva.

Enrique Martin e Raul San Cristobal per “Heroes” si sono confrontati con diversi materiali quali legno, acciaio, pietra, cemento e illuminazione a LED, oltre che con la pittura, con l’idea di valorizzare la forza dei personaggi e l’insieme delle opere, dandone differenti chiavi di lettura.

Tenuta del Buonamico prosegue, con questa nuova mostra dedicata all’arte contemporanea, con il suo impegno per una nuova cultura del vino, aprendo gli spazi della tenuta ad una condivisione costante tra territorio, uomini e creatività.

Laovejabala

Tenuta del Buonamico,

Via Provinciale di Montecarlo 43

Montecarlo di Lucca (LU)

Dal 13 giugno al 3 Novembre 2016

www.buonamico.it

www.laovejabala.com

Lardo spiritoso! di Laura Cosci e Marco Marucelli

degustazione grappa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note degustative di una serata speciale in compagnia di lardo e grappa, lo scorso 8 aprile, al Centro Ippico Toscano di Firenze curata da  ANAG. 

Presenti due produttori storici del Lardo toscano: La Bottega di Adò di Montignoso  (Massa Carrara) con Lardo di Colonnata IGP (www.labottegadiado.com) con una storia davvero interessante per questa azienda tramandata da nonno a nipote. Il nonno non produceva lardo (era un prodotto di scarto) ma solo insaccati. Con i nipoti si tenta (Anni 90) di cavalcare la moda del nuovo prodotto ed è un successo. Oggi il laboratorio/stabilimento conta 32 dipendenti. Una considerazione nasce spontanea:  nonno ha affiancato i nipoti  fino alla morte avvenuta ala veneranda età di 103 anni (alla faccia di chi dice che non mangiare carne allunghi la vita) e di lui va ricordato anche che da scultore dilettante scavò una delle prime fosse per il lardo, da solo, in un monolite di marmo.

Altro produttore presente è stata  la Tenuta di Paganico di Civitella Paganico (Grosseto) con Lardo di cinta senese (www.tenutadipaganico.it). L’azienda copre tutta la filiera, dall’allevamento alla produzione. Che ha allietato i presenti con la storia della cinta, l’avvento e il successo sul mercato. Ovviamente ribadendo il concetto che l’allevamento deve essere  open air per mantenere in salute l’animale e la qualità del prodotto.

Due anche le grappe che hanno accompagnato e reso spiritoso le due tipologie di lardo: una delle Distillerie  Bonollo di Torrita di Siena (Siena) con Grappa di Sangiovese (monovitigno 42%vol)  e l’altra la Grappa “Alderotti” (60% vol proveniente da vitigni a bacca sia rossa che bianca).

lardo

 

 

 

Come in altre occasioni  ANAG con la sua professionalità e competenza ha realizzato questa bella serata. I presenti hanno apprezzato le proposte fornendo poi ognuno la sua preferenza in base al proprio gusto personale.

Complice il freddo, oltre che il palato anche il corpo ha gradito questo abbinamento con dei caldi e ricchi prodotti animali e i due distillati proposti per l’occasione.

Impossibile non terminare la serata ed il racconto senza tenere in una mano una fettina di lardo e nell’altra un bicchiere di grappa, abbinamento perfetto per riscaldare anima e corpo…spiritosamente!

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RINNOVAMENTO GASTRONOMICO A BOLOGNA

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La cucina è il riflesso gastronomico della nostra vita e delle sue esigenze. Così, se è necessario ricordare sempre le tradizioni alimentari del territorio, è altrettanto necessario adeguarle anche al mutarsi delle condizioni di vita.

E’ successo anche a Bologna, la città forse più legata alle proprie tradizioni alimentari, dove sembra che senza lasagne, tagliatelle e tortellini non si possa vivere.

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Ma, anche qui, qualcosa sta cambiando: l’artefice di questa nuova proposta alimentare è Cosmin Cadar, un giovane chef nato in Romania e giunto da bambino in Italia, dove ha studiato all’Istituto Alberghiero di Rimini, per poi lavorare a contatto con famosissimi chef, da ultimo all’Enoteca Pinchiorri.

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“La mia proposta non vuole essere rivoluzionaria, infatti, per rispetto alla grande cucina bolognese, ho messo nel menù i tortellini, sia pure cotti in un brodo leggero, ma la mia linea di cucina è diversa: cibi semplici, per lo più pesci e verdure, da cui cerco di evidenziare il vero sapore, senza mascherarlo con sughi e salse.  Il valore del piatto viene dato dall’armonia dei sapori, come in un coro polifonico, in cui le varie voci si accostano senza sovrapporsi.

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Cerco di ispirarmi alle varie cucine che ho via via conosciuto, cercando di attingere anche dalle varie esperienze che mi si presentano, per accordarle in una proposta organica di cucina che offra sapori di solito ignorati nella loro purezza e cibi leggeri, adatti alla vita odierna.” Ho poi avuto la fortuna di lavorare in questo locale (Oriani 38 – Bologna) modernissimo e dalla cucina attrezzatissima, in cui posso esprimermi e “duettare”, per continuare ad usare termini musicali, con Max Zarotti, il responsabile del Sushi, che è offerto in accompagnamento all’aperitivo, ma spesso anche come una vera e propria portata al ristorante. Vedo che la gente apprezza la mia cucina e ciò mi stimola ad approfondire sempre la mia ricerca gastronomica”.

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Ma la novità del locale non è solo nella sua proposta gastronomica, ma anche nell’organizzazione del servizio, che inizia alla mattina con cornetti e brioches serviti nel fantasmagorico bar d’ingresso, per poi virare verso gli aperitivi, accompagnati da autentico sushi ad opera dello Chef Max Zarotti, ed infine gli after dinner (non come digestivo, perché non ce n’è bisogno, ma come ulteriore gratificazione).

(Gianluigi Pagano)

Foto di Giuseppe Porisini

Per informazioni:  orianitrentotto@gmail.com

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VINO IN ANFORA FRA RICERCA ARCHEOLOGICA E PRODUZIONE

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Dagli antichi romani alle nuove tecniche di vinificazione, dal vino-alimento al vino come atto di cultura: la regina dell’arcipelago toscano si racconta a chiusura del ciclo di eventi l’Elba in vetrina

Il convegno “Vino in anfora fra ricerca archeologica e produzione” organizzato da Vetrina Toscana in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili e il supporto del Consorzio Elba Taste ha chiuso la rassegna “Tra terra e Mare: l’Elba in Vetrina” che per due mesi ha portato i sapori dell’Elba sulla terraferma grazie ad un gemellaggio tra cuochi elbani e ristoratori Fiorentini.

Il convegno che si è tenuto all’Accademia dei Georgofili, ha avuto l’obiettivo di raccontare uno spaccato dell’isola, parlando di innovazione a partire dalle proprie origini. Ad aprire gli interventi, dopo i saluti istituzionali, sono stati Franco Cambi e Laura Pagliantini, co-direttori dello scavo archeologico della villa rustica romana di San Giovanni, nella rada di Portoferraio, che hanno raccontato il ciclo del vino nel mondo romano, sulla scorta delle affascinanti scoperte effettuate all’Isola d’Elba, in tempi recentissimi e in altre aree della Toscana e dell’Italia. Queste ricerche stanno rivelando un quadro agronomico, vitivinicolo in particolare, dell’isola finora del tutto inatteso. Gli scavi, infatti, hanno portato alla luce delle anfore vinarie e in particolare le dolia defossa: grandi vasi interrati che contenevano ciascuno più di mille litri. I Cinque doli ritrovati potevano contenere circa 6000 litri. La produzione della Rada di Portoferraio, almeno per quanto ci è dato di sapere fino ad ora, era una produzione destinata al consumo interno (la villa soprastante) e al consumo del mercato locale. Una produzione che sembra molto vasta per sopperire solo al fabbisogno interno, ma che si spiega alla luce del fatto che all’epoca il vino non era considerato solo una bevanda, ma un vero e proprio alimento che apportava calorie ed era fondamentale anche per l’alimentazione degli schiavi. Oltre ai doli, sono state ritrovate anfore vinarie che sembra servissero per commercializzare il vino.

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A seguire, il produttore Antonio Arrighi ha parlato della sua attuale produzione di vino in terracotta sull’isola e della sperimentazione che sta effettuando su uve dello stesso vigneto, in contenitori di terracotta di Impruneta e in botti di rovere (barrique di Allier). Francesco Bartoletti, enologo del Gruppo Matura, ha raccontato gli aspetti tecnici della produzione in anfora: dalla fermentazione alla conservazione per finire con l’evoluzione del vino per spiegare le motivazioni di un ritorno alla terracotta. Infine, Antonello Maietta, Presidente nazionale dell’AIS (Associazione Italiana Sommelier Sensazioni) ha parlato delle sensazioni gusto olfattive in relazione ai differenti materiali utilizzati per la vinificazione. Gli interventi sono stati coordinati da Stefano Tesi, Presidente dell’ASET (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana).

E’ seguita una degustazione di vini in anfora, prodotti e manicaretti a cura degli chef aderenti al Consorzio Elba Taste serviti dagli studenti dell’Istituto Alberghiero “Brignetti” di Portoferraio. Erano presenti anche degli studenti delle altre scuole superiori di Portoferraio che fanno parte di Redazione Natura, una redazione multimediale partecipata, fatta in gran parte di giovani che vivono nell’Arcipelago toscano, un’interessante iniziativa del Parco Nazionale Arcipelago Toscano per far conoscere la Natura delle isole attraverso esperienze dirette, immersive e autentiche.

Il ciclo di serate l’Elba in Vetrina si è concluso riscuotendo un grande successo, ma il nostro viaggio enogastronomico è giunto solo al giro di boa, l’Elba vi aspetta da aprile ad ottobre quando i cuochi fiorentini saranno invitati a ricambiare la visita.

(Irina Lavnichenko)