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A Selva l’hotel Tyrol inaugura il ristorante “SUINSOM”

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L’hotel Tyrol annuncia la nuova apertura del ristorante Suinsom, un luogo speciale, dove l’ accoglienza verso gli ospiti si sposa con il servizio accurato che caratterizza da sempre lo storico hotel gardenese. Il ristorante – boutique aprirà il 21 dicembre, inaugurando anche il nuovo spazio dedicato ai 22 coperti elegantemente apparecchiati. Legno naturale, atmosfere alpine e di classe caratterizzano la tranquilla sala da pranzo, avvolta dall’ospitalità che i padroni di casa Bibiana Dirler e il marito Maurizio Micheli sanno regalare agli ospiti.

Suinsom, in ladino gardenese, significa “in cima”: la cima è il punto più alto, il traguardo di un percorso spesso non privo di difficoltà ma il cui raggiungimento ripaga di tutti gli sforzi. È il punto da cui si gode della vista più bella, il luogo dove sognare nuove vette da scalare, la partenza verso nuovi orizzonti e nuove sfide.

Al SUINSOM si respira la freschezza e la genuinità di un’esperienza straordinaria a 360°, dove i piatti sono preparati con cura dallo chef Alessandro Martellini, sempre alla ricerca di nuovi sapori creativi.

Alessandro Martellini, fin da piccolo, ha sempre avuto una predilezione per la cucina: ispirato dalla mamma durante i loro piacevoli momenti ai fornelli, da bambino adorava passare i pomeriggi dopo scuola nella vicina trattoria dove è scattato l’innamoramento. La sua meta preferita era proprio la cucina, dove curiosava e annusava i profumi che riempivano questo luogo per lui magico.  La sua carriera culinaria inizia all’Hotel Pellicano dove ha subito preso contatto con la grande cucina per poi passare attraverso rinomati hotels come il Grand Hotel Villa Feltrinelli, ma soprattutto la grande opportunità di lavorare con grandi cuochi stellati come Antonio Guida, Stefano Baiocco  ed Enrico Crippa con la voglia di perfezionare le proprie competenze e arricchire il talento creativo.

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Con l’apertura di SUINSOM, Alessandro Martellini dedica una particolare attenzione alle tecniche di cottura e di preparazione dei piatti; la qualità e la freschezza delle materie prime permette di garantire l’eccellenza delle golose proposte.

Il ristorante Suinsom nasce proprio come “il punto più alto” di un lungo percorso di ricerca dell’eccellenza nel campo dell’ospitalità e della gastronomia, che da più di 50 anni caratterizza il Tyrol attraverso il lavoro instancabile dei proprietari, Bibiana e Maurizio. Si tratta di un percorso che oggi vede protagonisti Alessandro Martellini e la sua brigata, chiamati ad una nuova sfida per fare incontrare l’innovazione e la creatività con la tradizione di un luogo mitico, dominato dallo spirito della montagna.

Info:

Ristorante SUINSOM

 Numero di coperti: 22

Giorno di chiusura: lunedì– sempre aperto in alta stagione

Orario: pranzo 12.00 – 14.00 ; cena 19.00 – 21.30

Apertura: inverno dal 21.12.2017 al 02.04.2018

 

HOTEL TYROL

Strada Puez, 12 – Selva di Val Gardena (BZ)

Tel. 0471 774 100

www.tyrolhotel.it – info@tyrolhotel.it

ROSSO KANZI®, IL COLORE DELL’AUTUNNO

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Con l’arrivo della stagione autunnale torna sulle tavole la  mela Kanzi®, quest’anno ancor più di moda visto che il suo distintivo colore rosso è uno dei coloridi tendenza dei prossimi mesi

 

Se il rosso è il colore della moda autunno-inverno 2017-2018, Kanzi® è la mela perfetta per una tavola di tendenza.  Con il suo invitante colore rosso, delicatamente striato con sfumature giallo-verdi, e la sua forma regolare, Kanzi® è disponibile dall’inizio dell’autunno nei banchi dei negozi al dettaglio e nei reparti ortofrutta di supermercati e ipermercati, dove rimarrà fino alla fine di maggio.

Ma Kanzi®,oltre a un bell’aspetto, ha anche altre caratteristiche che la rendono molto stuzzicante: morderla è un’esperienza sorprendente, a partire dalla polpa croccante e succosa per arrivare al gusto che bilancia in maniera perfetta dolcezza e note acidule. C’è anche una ragione in più per addentare una buccia così invitante. Kanzi® è una delle varietà di mela con la maggiore concentrazione di vitamina C, che si accompagna ad antiossidanti, minerali e fibre ideali per alimentarsi in modo sano nei mesi più freddi dell’anno. La buccia è inoltre una fonte di pectina, che favorisce la regolarità intestinale e funge da spazzolino da denti naturale.

Il gusto innovativo e la bellezza di Kanzi® sono del tutto naturali, e nascono dall’incrocio tra due varietà tradizionali: la Gala e la Braeburn. Le mele commercializzate in Italia provengono esclusivamente dalle valli dell’Alto Adige, dove sono coltivate con la maestria e la passione dei soci dei Consorzi VOG (Marlene) e VI.P (Val Venosta).

E un tipo veramente alla moda è l’Uomo Kanzi®, il testimonial delle mele che seducono la vita che, come l’anno scorso, anche in questa stagione sarà protagonista di video eccentrici e divertenti sul canale YouTube di Kanzi®.

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LA RICETTA: INSALATA DI KANZI® E FUNGHI FINFERLI FRESCHI

Un’insalata ricca di salute, ma anche un piatto speciale e raffinato, proprio come Kanzi®: in questa ricetta la mela si unisce ai finferli freschi per un vivace piatto unico autunnale o un contorno da grandi occasioni.

Ingredienti per 2 persone:

Per l’insalata:

1 mela Kanzi®

1 arancia

100 grammi di lattughella lavata

100 grammi di scarola o cicoria

100 grammi di funghi finferli

olio di oliva

1 rametto di rosmarino fresco

Per il condimento:

1 cucchiaio di miele

1 cucchiaino di senape

1 cucchiaio di aceto di mele

1 cucchiaio di olio d’oliva

1 pizzico di sale e pepe

Preparazione:

Tagliate la mela a pezzettini o a fette sottili. Sbucciate l’arancia e, dopo aver tolto la parte bianca della scorza, tagliatela a fettine. Inun’insalatiera unite i pezzettini di mela e le fette di arancia alla lattughella e alla scarola lavate. Pulite i finferli. In una padella antiaderente, scaldate l’olio e fate saltare i funghi, facendoli dorare su tutti i lati. Aggiungete il rosmarino fresco einsaporite il tutto con un pizzico di sale e pepe.

Per la salsa mettete tutti gli ingredienti in un’insalatiera e mescolateli bene. Versate la salsa sull’insalata di mele e arancee fate marinare per qualche minuto. Concludete in bellezza aggiungendo all’insalata i finferli dorati.

Consiglio:

Servite l’insalata con del buon pane integrale o come contorno di un piatto di pesce.

Matera e l’arte del pane: la proposta dei Viaggi di Boscolo

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Prima di giungere a Matera, la famosa città dei Sassi, lasciatevi conquistare dalle tante bellezze della sua provincia. Tra queste spicca la cittadina di Montescaglioso, un importante centro storico e culturale, dove ammirare l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo e il Parco delle Chiese Rupestri; da vedere anche il Villaggio neolitico di Murgia Timone, per visitare antichi luoghi di culto e godere di un’impareggiabile vista dal belvedere.

Arrivati a Matera, per cena potete provare il 900 Restaurant, che propone prodotti tipici lucani e rivisita i piatti della tradizione con gusto innovativo. Fiore all’occhiello della gastronomia locale, il pane di Matera è apprezzato per il suo gusto genuino e per l’inconfondibile profumo. Nel migliore forno di Matera, l’esperienza per voi prenotata e inclusa, vi farà scoprire le antiche tecniche per la preparazione di pane e focacce, che potrete poi degustare appena sfornate e accompagnate da un buon bicchiere di vino. Nel pomeriggio vi suggeriamo di visitare il Piano, il nucleo abitato sopra i Sassi, e la Civita, cioè lo sperone di roccia che si estende tra i due complessi di Sassi. Per cena potete assaggiare la cucina casereccia del ristorante Stano, che propone i prodotti tipici del territorio. Per concludere la vostra vacanza in Basilicata nel migliore dei modi, vi consigliamo di dedicare la mattina alla scoperta delle cisterne che per secoli hanno provveduto al fabbisogno idrico della città. Tra queste spicca il Palombaro Lungo, ossia la più grande cisterna custodita nella città di Matera: interamente scavata a mano, è stata utilizzata fino alla fine del secolo scorso. Nel raggiungerla, scoprirete vie punteggiate di botteghe artigianali nelle quali si realizzano il cucù, il fischietto benaugurante simbolo di Matera, e le pupe dipinte a mano, ottimi souvenir da portare con sé.

3 giorni a partire da 175 € a persona

www.boscolo.com

PALAZZO PUCCI RICONSEGNA ALLA CITTÀ IL SALONE DELLE FESTE

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Dopo circa quarant’anni riaprono a Firenze, a due passi dal Duomo, le sale riccamente affrescate dello storico palazzo di via de’ Pucci. L’ala che fa angolo con via de’ Servi, di proprietà dell’Arcidiocesi di Firenze, è stata interessata negli ultimi cinque anni da un accurato restauro,
reso possibile grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Con la nuova gestione da parte di PALAZZO PUCCI EVENTS&ACADEMY, neonata realtà per
l’organizzazione di eventi a Firenze, il Salone restaurato, che ha accolto in passato anche un cinema per ragazzi, torna a risplendere. Un nuovo indirizzo a cui fare riferimento anche per corsi di formazione di alto artigianato, moda e arte orafa.
Dopo un importante restauro durato cinque anni e dopo essere state chiuse per circa quarant’anni, alcune delle più preziose sale di Palazzo Pucci vengono finalmente restituite alla città. Firenze può così vedere nel loro splendore luoghi che per tanti anni hanno accolto  l’associazionismo e la stampa cattolica. Palazzo Pucci è stato per decenni sede di Toscana Oggi, organo di informazione della Diocesi, al quale è stato assegnato un posto adeguato nel cuore della città. È tuttora sede di Radio Toscana e Radio Firenze. Forse non tutti
sanno che il “Salone di Apollo” – così è stato denominato l’antico Salone delle Feste – fino a quaranta anni fa ospitava il cinema “ABC dei ragazzi”, che è stato a lungo punto di riferimento per le famiglie fiorentine, e che nello stesso palazzo si trovano la Caritas Diocesana, l’Agesci e il Ceis-Centro di Solidarietà Firenze Onlus.
Con il recupero di questi spazi nasce a Firenze la PALAZZO PUCCI EVENTS&ACADEMY, una nuova realtà costituita da affermati professionisti del settore e dalla Fondazione Spazio Reale, che ha l’onere di farsi carico dell’organizzazione e della gestione di eventi non solo a Palazzo Pucci, ma anche a Spazio Reale, centro congressuale multifunzionale di 25.000 mq con vocazione formativa, sportiva e ristorativa a Firenze Nord.
L’edificio di via de’ Pucci 2 ha una storia importante, testimoniata dalle preziose opere artistiche di cui è ricco. Il primo nucleo risale al 1480, quando Antonio Pucci acquistò in questa zona case ed orti.
Successivamente vi furono ampliamenti e interventi architettonici eseguiti da illustri architetti e artisti quali Giovanni da San Giovanni, Jacopo Chiavistelli e Giovanni Domenico Ferretti. Nel 1901 viene dichiarato patrimonio artistico nazionale dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti.
Ciò che rende famoso il palazzo, oltre al fascino dei grandi saloni grazie ad affreschi, tele, sculture di pregio, è la vicenda criminosa di cui la finestra murata al piano terra, all’angolo con via dei Servi, resta testimone:
la “congiura dei Pucci”. La famiglia Pucci fu alleata dei Medici per lungo tempo, almeno fino al 1559, quando Pandolfo Pucci incarica due sicari di colpire il Granduca Cosimo I proprio dalla finestra del palazzo, mentre si recava in corteo alle celebrazioni religiose nella Basilica in piazza della Santissima Annunziata.
Scoperto, viene impiccato insieme ai suoi complici e la finestra da cui si appostarono i sicari murata per sempre, a ricordo dell’evento e per punizione della famiglia.
Situato nel cuore del centro storico di Firenze, a pochi passi dal Duomo, Palazzo Pucci, che dà il nome all’omonima via, è oggi diviso in due porzioni: una di proprietà della famiglia Pucci, l’altra di proprietà
dell’Arcidiocesi, che ha condotto i lavori di restauro anche con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Riportate allo splendore originario, le due sale, il “Salone di Apollo” e la “Sala di Paride”, riccamente decorate e affrescate sono situate al piano nobile dell’edificio, a cui si accede tramite lo scalone
monumentale e l’atrio, e sono oggi pronte ad ospitare conferenze, convegni, eventi, concerti, cene e feste di nozze. Il Salone di Apollo può accogliere fino a 180 persone sedute, mentre la Sala di Paride ha una capienza di 90 posti a sedere. L’ampia corte al piano terreno consente di realizzare allestimenti particolari e di accogliere in una cornice suggestiva servizi di catering.
La riapertura di quest’ala di Palazzo Pucci consente, grazie alla collaborazione tra le due importanti istituzioni della città, di poter contare su un nuovo spazio di incontro che, oltre a valorizzare uno scrigno poco conosciuto, contribuisce ad una ulteriore valorizzazione del centro della città ed in particolare di una zona storica, che ospita l’Ospedale di Santa Maria Nuova e il Teatro Nazionale della Pergola, uno dei teatri all’italiana più antichi al mondo.

www.palazzopuccieventi.it/palazzo-pucci/

Gustose nozze pugliesi!

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Mercoledì  20 settembre si sono celebrate le nozze del giornalista enogastronomico fiorentino Marco Marucelli con la chef Teresa Colia, nella splendida cornice di Villa Nymphaeum di Andria.

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E’ stata scelta la Puglia, regione natale della sposa, con i suoi colori ed i suoi sapori per celebrare e festeggiare le nozze di uno dei più famosi critici enogastronomici italiani, il giornalista fiorentino Marco Marucelli. Un matrimonio certamente gustoso quello tra chi di cibo e di prodotti tipici fa il suo pane quotidiano ed una delle cuoche emergenti del panorama gastronomico toscano, seppur nativa proprio di Andria. Una location di eccellenza quella di Villa Nymphaeum che, non solo, ma anche per l’occasione, si è dimostrata più che all’altezza della situazione. Sia per la parte organizzativa della celebrazione del rito del matrimonio che per l’accoglienza degli ospiti e la realizzazione della cena dei festeggiamenti.

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Impegno, quello della brigata di cucina, guidata dall’esperto chef Giuseppe Lacriola, messo a dura prova dalla tipologia di ospiti, che hanno apprezzato sia il menù concordato, che la sorpresa a loro riservata da parte della cucina.

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Il menù proposto, dopo una gustosa parata di stuzzichini serviti nel patio della sala Country Chic, l’ultima realizzata dalla famiglia Fucci, è stato di grandissima qualità e ben rappresentativo sia del territorio che della festa che doveva arricchire.

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Gli antipasti sono stati aperti dalla creazione dello chef,  offerta agli sposi quale gesto di benvenuto, che è stato un bocconcino di storione dorato al pancock alla curcuma su crema di provola affumicata, cipolla di Tropea marinata e porri. Un piatto da leccarsi letteralmente i baffi. A seguire le pepite di bianco latte da “l’Angolo del Casaro”, i freschissimi frutti di mare da “l’Isola dell’Ostricaro”,  il prosciutto di Praga al taglio in salsa Madeira e le delicatezze del norcino in affettatrice d’epoca Berkel. Hanno fatto poi la loro gustosa apparizione il polpo verace scottato al vapore su crema di finocchietto con crostini dorati e dadolata di pecorino coratino ed a seguire il carpaccio di bisonte del Nebraska al vecchio balsamico di Modena con lamelle di mandorla.  Per i primi le scelte sono andate prima su un delizioso sartù di riso selezione “parboiled” mantecato con zucchine e lime dei Caraibi al ragù di cicale greche. Al piatto, apprezzato dai commensali  sono seguiti dei tortelli di grano biondo in farcia di caprino e noci su coulis di pomodoro delicato e confettura di cipolla di Tropea.

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Il secondo proposto è stato il lingotto di ombrina “Bocca d’Oro” di Orbetello,  al guazzetto di zafferano con coriandoli di verdurine.

Prima della freschissima frutta è stato servito il “Calvados normanno” che ha aperto la strada del gusto per il ricco buffet di dolci e la torta nuziale realizzata dalla pasticceria di Villa Nympheum.

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Ogni portata è stata abbinata ai grandi vini italiani selezionati per l’occasione dallo sposo che hanno spaziato dal Greco di Tufo di Sertura al Prosecco di Valdobbiadene Extra Dry di Bortolin, dal viognier piemontese Calypsos di Montalbera al vermentino nero vinificato in rosato del Mea Rosas di Cantine Lunae, per giungere alla selezione di ben sei aziende di primitivo di Manduria che hanno accompagnato il lingotto di ombrina in maniera eccezionale. Ai dolci, soprattutto quelli a base di cioccolato l’abbinamento è stato indirizzato al Ruchè di Castagnole Monferrato Laccento di Montalbera a cui si ispirava anche il nome del vitigno del tavolo nuziale. La scenografia infatti, realizzata dall’efficiente organizzazione della sala ricevimenti, ha evidenziato le uve e i vitigni dei vini proposti durante la serata a cui si sono ispirati i nomi di ogni tavolo degli ospiti.

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Una location di gran classe, un servizio impeccabile, una qualità enogastronomica d’eccellenza  sono stati il biglietto di augurio per questa coppia del gusto che è riuscita a coniugare ed a coniugarsi con i ricchi sapori della terra di Puglia.

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Si chiamerà “I’m” il nuovo ristorante in Costa Smeralda

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Tra la mondana Porto Cervo e i colori del mare della Costa Smeralda, il nuovo ristorante diventa il rifugio dove scoprire la cucina dello chef emergente Ivan Matarese

Si chiamerà “I’m” il nuovo ristorante nel cuore della Costa Smeralda: il nome gioca intenzionalmente con le iniziali dello chef emergente Ivan Matarese e la lingua inglese. “I’m” ovvero “io sono”, diremmo in italiano: lo chef si diverte a stuzzicare non solo l’appetito ma anche la curiosità. “Ricca di originalità, attenta alla cultura ma con un occhio all’ innovazione, biologica e sostenibile: questa è la cucina che vi invito a sperimentare alla mia tavola” ecco in sintesi la descrizione della cucina di Ivan Matarrese, impegnato in una nuova sfida.

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Il ristorante, che verrà inaugurato a metà luglio, è all’interno dell’hotel Le Ginestre: solo 8 tavoli, 30 coperti al massimo, tanta tranquillità, ambiente informale, atmosfera di eleganza sobria, attenta e non ostentata, servizio curato e entusiasmo nel presentare le nuove creazioni scaturite dalla fantasia culinaria di Ivan Matarese, le cui origini campane si incontrano con i sapori del cuore del Mediterraneo, la Sardegna. Vissuto a Somma Vesuviana, alle pendici del Vesuvio, Ivan Matarese ha un legame molto forte con la natura, con la terra e con il mare.

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Nei suoi piatti unisce armoniosamente i sapori, dando ai piatti anche un’anima visiva. A lui piace “impiattare”, il contenuto deve essere buono da mangiare e bello da vedere, una sinfonia dove tutti i sensi partecipano. Anche l’udito: il ristorante è tra la natura della Costa Smeralda, tra alberi, siepi, fiori e prati. Il cinguettio degli uccelli si mescola al canto delle cicale e la Sardegna diventa una terra autentica da vivere a 360 gradi.

SARDEGNA 2017 HOTEL LE GINESTRE IL MENU DELLO CHEF IVAN MATARESE

In questo angolo privilegiato, a pochi passi dai riflettori mondani di Porto Cervo, i ritmi rallentano, il ristorante diventa un luogo intimo di convivialità, di relax e di pace. Si sfoglia il menu lentamente, assaporando già dalla lettura i piatti descritti.

In questa cornice incantata, all’interno di uno dei primi hotel della Costa Smeralda, “Le Ginestre”, arrivano le ispirazioni che, partendo da ingredienti territoriali e basandosi sulla grande tradizione culinaria Italiana, vengono interpretate da Ivan Matarese in chiave contemporanea. Il ristorante è aperto a tutti: per raggiungerlo si passa l’ampia “hall” dell’hotel Le Ginestre, i cui spazi sono elegantemente suddivisi in vari salotti, intimi ed accoglienti. Divani, poltrone, tavolini bassi, fiori: si attraversa questo spazio dove i colori chiari mettono in risalto anche le volte del soffitto, le colonne, le poche pareti di muro. Il resto è luce. La parete di vetro che si affaccia verso la piscina ed il mare incamera tutta la luminosità dei paesaggi mediterranei.

Il breve itinerario che conduce a “I’m” è un piccolo cammino verso il piacere che attraversa il piacere stesso di questi ambienti carichi di scorci in grado di emozionare. Una scaletta conduce verso un corridoio all’aperto dove le pareti sono inondate da profumati gelsomini, il giardino dell’hotel Le Ginestre brulica di natura e di profumo di mare.

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Prima di cena, si può scendere, attraverso una piacevole passeggiata nella macchia mediterranea, nella spiaggia privata: riparata dai venti, ci si rilassa assaporando le atmosfere che i colori del mare della Costa Smeralda sanno regalare. Benvenuti in paradiso.

 

Hotel Le Ginestre

Porto Cervo, Costa Smeralda

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Telefono: 0789 92030

www.leginestrehotel.com

Casentino, dai territori cari a Dante alla cucina italiana del mondo! di Marco Marucelli

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L’appuntamento annuale intorno al solstizio d’estate che ci riserva il macellaio di Rassina, Simone Fracassi, è inserito oramai da 15 anni nella mia rubrica. Uno di quegli appuntamenti irrinunciabili per vari motivi. La bellezza dei luoghi, ancora incontaminati ed a misura d’uomo che sono i paesi del Casentino; l’incredibile varietà di prodotti gustosi offerti dal territorio ed integrati da quelli della tante e spesso diverse, aziende artigiane ospiti  della manifestazione; la consueta e calda, ma sopratutto verace, ospitalità di Simone, che condivide con me ed alcuni altri la passione per la scoperta e la comunicazione del buon cibo e della tradizione.

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Quest’anno l’evento si è diviso addirittura in tre parti, una più interessante dell’altra, rendendo indiscutibile la presenza in queste terre.  Complice anche il clima, che ha riservato un bellissimo cielo azzurro, che dava ancor più risalto al verde della foresta casentinese, ai campi trebbiati da poco e al refrigerio che si percepiva appena lasciata la vallata del Sieve, che nel risalire la Consuma, l’impressione fosse che si andava a conquistare un angolo di paradiso.

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E che paradiso, di calma, quiete francescana e gusto. Non solo nel cibo ma anche nella vita, piccoli paesi vivi, ben tenuti, attenti a curare il turista curioso e preparato che giunge in questi luoghi spinto da voglia di conoscere, di sapere quello che la storia ha da raccontare, anche attraverso un piatto di questa cucina genuina, delicata ma al tempo stesso decisa.

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Tre eventi che hanno preso vita domenica  18 giugno in piazza Garibaldi a Rassina con la mostra mercato “Maestri del Sapore”, che ha fornito, al pubblico intervenuto, spunti e assaggi su tanti prodotti tipici del territorio e dell’Italia. Non a caso si è svolto nella piazza in cui ha sede la storica macelleria Fracassi che, proprio quest’anno, compie 90 anni di attività (ecco il primo dei tre eventi di cui sopra n.d.r.).

img_20170619_182559La sera di domenica ha riempito la piazza Tarlati di Bibbiena allestita come una grande pizzeria/ristorante all’aperto con due postazioni che si affrontavano in termini di pale, ramaioli e tegami. Una prima serie di maestri pizzaioli sfornava delle pizze d’autore, con ingredienti ed impasti tipici delle zone di provenienza.

img_20170619_180233Dall’altro lato le cucine a vista ospitavano cuochi stellati e non, che presentavano deliziosi manicaretti studiati per l’occasione e apprezzati dai presenti. All’insegna di questi sapori è così calata la notte sulla prima giornata. Il lunedì è stata la volta del poderoso maniero dei conti Guidi a Poppi dove una selezionata rappresentanza di vignaioli e aziende vinicole, anche di piccole dimensioni,ha proposto degustazioni dei loro prodotti alle decine di cuochi italiani provenienti da tutto il pianeta.

img_20170619_180909Nel pomeriggio altra tornata gustosa a fare la corte alla macelleria Fracassi nella piazza Garibaldi a Rassina, dove decine di giornalisti venuti da ogni parte, insieme ai cuochi  italiani, sia con locali in Italia che espatriati, hanno degustato i prodotti presenti: dai formaggi ai salumi, dal pane di Matera ad alcune proposte di eccellenti pomodorini, senza dimenticare pasta, salmone affumicato, peperoncini delle varie gradazioni scala di Scoville.

img_20170619_180350Insomma una piazza che evocava la dispensa di un gourmet. Quando il sole iniziava a calarsi in un tramonto rosato, il gustoso convivio si è diretto a Bibbiena, dove in piazza Tarlati si ripeteva, con attori diversi, quanto già accaduto il giorno precedente. Un ulteriore gruppo di pizzaioli e cuochi si è alternato ai forni ed alle cucine per allietare le centinaia di persone che incuranti della coda si apprestavano a seguire i vari cooking show che si sono susseguiti fino a tarda serata.

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Martedì è stata invece la giornata clou per quanto riguarda gli eventi  (sono stati realizzati infatti gli altri due, dei tre previsti in questa tre giorni). I giardini delle Terme di Stia, all’ombra del monumentale Palagio Fiorentino, hanno ospitato il forum della cucina italiana del mondo (ICW Forum) giunto alla sesta edizione che per l’occasione ha ufficializzato ai cuochi, giornalisti e politici presenti la presentazione di un progetto che possa portare al riconoscimento dell’UNESCO quale patrimonio immateriale dell’umanità della cucina italiana nel mondo. Un progetto ben strutturato che è risultato essere condiviso non solo dai cuochi italiani all’estero e dai colleghi che lavorano in Italia (indipendentemente dalle varie associazioni di appartenenza, quasi tutte presenti con i loro referenti), ma anche da chi opera nel campo dell’informazione e della esportazione di prodotti tipici.

img_8616Lo sventolare sul palco della bandiera italiana e lo scrosciare degli applausi è stato il momento di andare a festeggiare con una degustazioni di vini aretini abbinati a piatti della tradizione delle provincie toscane, che erano stati preparati da vari cuochi presenti e accompagnati dalla musica di una band davvero inusuale, quella di alcuni chef che hanno dimostrato non solo di saper usar bene mestoli e tegami ma anche strumenti musicali.

img_0524E come da tradizione Borgo Corsignano, è stato pronto ad accogliere, in una veste nuova ed inusuale, le centinaia di ospiti sui suoi prati e a bordo delle piscine, per Capolavori a Tavola, giunto alla 16esima edizione. Questa creatura curata dalla passione di Simone Fracassi, ogni anno ci stupisce per quanto offre. Per la ricerca maniacale di prodotti e di cuochi che presentano i piatti, abbinati ad importanti etichette di vino presenti. Che delizia i palati con dolci e dessert, sigari e liquori, tanta bella musica dal vivo ma soprattutto con i colori della natura, del tramonti prima e del chiarore della luna poi…ricordandoci che abbiamo vissuto tre giorni in paradiso, non solo di tranquillità ma di grande gusto e passione.

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Cibo Nostrum, oltre 20mila presenze Una festa della cucina con mille cuochi

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Una grande festa della cucina italiana, culminata nel momento del Taormina Cooking Fest: lungo i 2.100 metri di Corso Umberto I si sono svolti centinaia di show cooking. Una spettacolare promozione del Made in Italy che ha fatto incrementare del 300% la raccolta fondi per la ricerca sul morbo di Parkinson.

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«Oltre 20mila presenze registrate, 150 postazioni di cuochi che hanno impegnato circa mille professionisti, 50 cantine rappresentate, di cui 30 dell’area Etna, e un incremento del 300% della raccolta fondi per la ricerca sul morbo di Parkinson, perché Cibo Nostrum sostiene con determinazione la causa della solidarietà». Così Rocco Pozzulo, presidente Federazione Italiana Cuochi, al termine della 6ª edizione della manifestazione che dall’11 al 13 giugno si è svolta tra Zafferana Etnea (Ct), Giardini Naxos e Taormina (Me). Il momento di massimo impatto, anche mediatico, della grande festa della cucina italiana è stato il Taormina Cooking Fest. Lungo i 2.100 metri di Corso Umberto I si sono celebrati in diretta centinaia di show cooking, un vero G7 della gastronomia italiana e un momento spettacolare di promozione del Made in Italy in una Taormina affollata dal turismo internazionale.

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«La nostra cucina parla a tutto il mondo», ha commentato il bistellato Ciccio Sultano patron del ristorante Duomo di Ragusa Ibla e neo membro Euro-Toques. Nel suo corner troneggiava un mastodontico tonno rosso da 217 kg (pescato nel Mediterraneo con ami e palangari) affilato dal maestro Alfio Visalli. Una passerella di ricette e di materie prime di alto profilo, a partire proprio dalla bottarga di tonno di Ciccio Sultano, ha solcato la dorsale di Taormina. Una manciata di testimonianze: Spaghetti freddi all’acqua di pomoro, gambero di nassa al profumato al coriandolo e aria di conchiglie; Ricciola, burrata, pomodoro e pesto; Crema di ricotta di bufala, crema di carote sferificata e tartufo; Sgombro e schiacciatina di ceci.

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Cibo Nostrum è stato anche un momento di incontro, a tu per tu, con i protagonisti della cucina italiana. Di grande stimolo il confronto con Marco Sacco, due stelle Michelin del Piccolo Lago di Mergozzo (Vb), che ha presentato il Movimento gente di lago, che vuole valorizzare la ricchezza delle acque interne, un patrimonio inestimabile. «A questo proposito – ha commentato Sacco – è necessario pianificare e sostenere strategie gestionali che assicurino il corretto equilibrio tra la salvaguardia delle risorse ittiche, la loro promozione gastronomica come una tra le infinite ricchezze culinarie del panorama italiano e i benefici economici derivanti dal loro utilizzo. L’acquacoltura è un ottimo esempio di scelta lungimirante». Coerente con il tema di Cibo Nostrum, ha presentato nell’ambito del workshop un Sandwich mare-lago rappresentato da sarda, misultin (agone essiccato), pane, maionese di misultin e liquirizia fresca.

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Su questa linea anche il convegno organizzato in collaborazione con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca: “Pesca sostenibile, acquacoltura e cucina consapevole: il pesce azzurro e le specie eccedentarie”. Abbiamo 8mila chilometri di coste, è stato sottolineato, e dobbiamo valorizzare tutte le nostre specie di pesce azzurro, il pesce per antonomasia, solitamente poco commercializzate nel mercato ittico e sui banchi delle pescherie.

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«Bisogna imparare – ha precisato Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e beni culturali – a raccontare il pesce azzurro come si è fatto con il vino. In quest’ottica si valorizzano i beni del Paese e l’alimentazione – va ribadito – è un moltiplicatore di esportazione». Le ha fatto eco Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle Politiche agricole: «Tutelare il nostro mare e il nostro pescato significa favorire la sostenibilità ambientale. Un obiettivo che ci vede alleati con la Federazione Italiana Cuochi, impegnata nella promozione dei valori del pesce azzurro, digeribile e ricco di minerali. Un alimento che fa bene ai bambini».

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«Dobbiamo portare il pesce azzurro nelle scuole primarie – ha precisato Rocco Pozzulo – elaborando con i Ministeri un progetto di formazione dedicato ai giovani. Ma anche nei ristoranti, per incentivarne il consumo, il menu dovrebbe presentare almeno una ricetta a base di questa materia prima eccezionale». Nel corso del convegno è stato inoltre ricordato che oltre il 50% del pesce azzurro proviene da acquacoltura. Che il pesce da acquacoltura moderna sia uguale a quello di mare è ormai opinione comune.

Cibo Nostrum si è infine spostato alle pendici dell’Etna, dove presso la cantina Cusumano è stato siglato il Patto Etneo tra cantine, cuochi, sommelier e produttori di pesce azzurro. Un manifesto per sviluppare e rappresentare al meglio il patrimonio etneo a livello ambientale, storico e culturale. Festa finale a pochi chilometri, tra il versante nord dell’Etna e il parco dell’Alcantara. Qui ha sede la cantina di Cottanera, azienda vincola guidata dalla famiglia Cambria: 110 ettari in continuità (un unicum in quest’area), di cui una sessantina a vigneto (Nerello Mascalese, Carricante, Catarratto).

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La degustazione ha visto sfilare vini di alta gamma, frutto di un intenso e appassionato lavoro in vigna e cantina. Nell’ordine, Metodo Classico Brut 2012 (100% Nerello Mascalese), Etna Bianco Doc Contrada Calderara 2015 (100% Carricante), Etna Rosato Doc (100% Nerello Mascalese), Etna Rosso Contrada Feudo di Mezzo (100% Nerello Mascalese). In chiusura, Etna Rosso Doc Riserva 2011 Contrada Zottorinoto (100% Nerello Mascalese) con affinamento di 24 mesi in botte di rovere francese e successivamente altri 24 in bottiglia.

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Il profumo del viaggio … dalla testa all’anima! di Marco Marucelli

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Anche questa 92esima edizione di Pitti Immagine Uomo, Primavera Estate 2018, come spesso accade, è segnata da un clima piuttosto torrido che ben si sposa con le proposte della moda che imperverserà l’anno prossimo. Tra quanto ho potuto vedere nel mio giro durante la giornata inaugurale, certamente la testa è l’anima si sono focalizzate su una novità nel settore dei cappelli e legate ad una delle più grandi aziende italiane con sede principale in Puglia, la Doria 1905… ma guardiamo prima cosa accade intorno!

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Se togliamo la fauna di fotografi  posizionati sia nel piazzale antistante la porta di accesso alla Fortezza che nei pressi del muretto di fronte all’ingresso principale del padiglione Spadolini, che ogni edizione sono sempre in attesa di cogliere qualche VIP o qualche elemento “curioso” che necessita di vivere qualche secondo di notorietà immortalato poi su fashion blog o instagram, l’aria che si respirava in questa edizione  era la stessa che troveremo in un mercato vintage.

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Il ricordo è andato a quello che indossavo, in tempi meno sospetti, tra i miei venti e trenta anni, camice floreali, righe, colori pastello con abbinamenti cromatici più adatti ad un manutentore stradale che ad un uomo elegante, ma che comunque non stonavano in giro tra i vari padiglioni.

img_7509Le scarpe piuttosto classiche, con molte varianti comode e sportive, che spesso non si abbinavano a qualche mise più eccentrica, ma che invece erano perfette con vestiti di lino dai colori tenui o decisi, sempre comunque piacevoli alla vista e certamente anche indosso. Uno dei complementi che mi hanno sempre affascinato, seppur io non sia un tipo che fa bella figura, sono i cappelli. Li ammiro indosso a quelle persone che lo portano con eleganza e naturalezza e che lo valorizzano. Quindi immancabile la visita ad una delle realtà italiane più interessanti che abbia scoperto nel tempo.

ientuNon solo per la grande qualità di tessuti e manifattura ma anche per la filosofia che consente di presentare ad ogni edizione delle vere novità che richiamano comunque due elementi primari, i colori della terra di Puglia e i richiami ai profumi ed ai sapori che avvolgono il viaggio. La collezione Floralia di Doria 1905, ripercorre un viaggio fatto di colori e profumi da oriente a occidente, che ritroviamo nei cappelli tascabili di tela di lino. Per i più giovani o comunque quelli che non danno peso all’età, viene presentata la collezione Toodoria ispirata allo street wear urbano. Ma proprio in tema di colori, profumi, viaggi la novità delle novità è rappresentata dalla collezione Ientu che inaugura la linea del “profumo da cappello” grazie alla collaborazione con la creatrice di profumi artistici Gabriella Chieffo. Il cappello da viaggio , fresco, pratico, tascabile, destrutturato ed elegante incontra una fragranza che trae ispirazione, come dice il suo nome Acquasala, dagli elementi primordiali della terra salentina … l’acqua ed il sale.

Inebriante, persistente ed evocativa, la fragranza arriva diritta all’anima portando con se emozioni e ricordi che raggiungono il cuore … come avviene ogni volta che si ritorna da un viaggio!

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La piccola Roma nelle Alpi di Irina Lavnichenko

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Il tour alla scoperta della regione Lombardia ha avuto inizio da Brescia, o meglio come la chiamavano nei tempi antichi, la piccola Roma nelle Alpi.

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Il percorso che ho effettuato é chiamato  “Percorso di Quattro Piazze” ed inizia da piazza Tebaldo Brusato, che e’ stata la prima piazza comunale della città di Brescia.

Si prosegue poi verso la piazza del Foro, la piu antica piazza di Brescia, costruita sul Foro della città romana del I secolo. Visibili alcune parti del teatro romano che testimoniano la vita dell’antica citta romana di Brixia, il nome della Brescia antica da cui deriva quello moderno. Nel museo del Foro si puo trovare un modello in legno della Piazza del Foro, come era nei tempi antichi. A fianco della piazza si trova lo storico palazzo Martinengo, nobile edificio seicentesco, oggi sede dell’Assessorato alla cultura della Provincia di Brescia e spazio espositivo per varie mostre, dove recentemente sono stati scoperti i resti di un complesso romano termale pubblico di inizio II d.C, per questo il nome di questo percorso archeologico si chiama “La città nel città “, perchè porta alla scoperta della città di Brescia con la sua storia di oltre  3000 anni.

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Il percorso prosegue verso la terza piazza, Piazza del Duomo, a cui si accede entrando nelle vecchie porte della cittaà di Brescia, tramite il Cortile interno del Broletto. Una curiosità di piazza del Duomo o Piazza Paolo IV è che vi sono due costruzioni sacre, il Duomo Vecchio e il Duomo nuovo.

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La quarta piazza e’ piazza della Loggia con la famosa Loggia, oggi sede della giunta comunale di Brescia progettata in  chiaro stile veneziano. Interessante anche la presenza nella piazza della Statua Parlante, su cui i bresciani mettevano messaggi anonimi contro il governo.

Una quinta piazza, nel classico percorso del quattro Piazze, e’ stata aggiunta i epoca moderna, costruita nel periodo del fascismo sul progetto di Marcello Piacentini, sull’ area dell’ antico mercato di Brescia. Di particolare interesse i palazzi sulla piazza che evidenziano l’architettura tipica dell’epoca fascista, come il grattacielo, la posta ed altri.

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Al termine di questo percorso gli organizzatori della Regione Lombardia ci hanno accompagnato alla scoperta dei prodotti e dei piatti tipici della regione nella storica Osteria al Bianchi. Qui abbiamo degustato i tipici piatti bresciani come i Casoncelli al burro e salvia, la tagliata al rosmarino ed i salumi del territorio abbinati al vino Groppello del Garda Bresciano DOC.

Il viaggio è proseguito verso le  Terme di Boario, una bellissima struttura con un percorso che comprende 3 diverse piscine termali, una delle quali è situata all’ aperto e si affaccia nel parco termale dove si respira una frizzante aria fresca. La SPA comprende sauna, bagno turco, stanza con l’area salina e le docce emozionali. Le aque delle terme di Boario contengono sali minerali che portano effetti benefici alla salute.

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Altro luogo di grande interesse visitato durante il tour è stata la Val Camonica, famosa per la presenza di antiche incisioni rupestre, che sono state riconosciute nel 1979 come primo sito italiano del Patrimonio Mondiale di UNESCO. Il sito Unesco “Arte rupestre della Val Camonica” è diviso in 8 parchi archeologici, uno tra quali è il Parco Archeologico di Luine. Sulle roccie ci sono presenti incisioni di arte rupestre, che sono dotate tra l’età del bronzo e quella del rame circa 3000 anni fa . Il Parco di Luine contiene un grande numero di incisioni molto antiche. In maniera schematica le incisioni evidenziano i momenti della ritualita, che erano svolti intorno alle roccie. Ci sono le incisioni che presentano diversi simboli tra cui uno dei piu’ importanti è quello della  Rosa Camuna, che prende il suo nome dalla civiltà dei Camuni, la popolazione che visse nella valle durante l’eta del Ferro. La Rosa Comuna è famosa non solo perche’ il buon formaggio porta il suo nome, ma anche perché è il simbolo della regione Lombardia.

Immancabile visitare questa zona senza andare sul Lago d’Iseo.

 

Il percorso ha iniziato dalla località di Sulzano da dove si puo’ raggiungere con la barca in 5 minuti Monte Isola.

Monte Isola è la piu grande isola lacustre in Italia, l’anno scorso ha accolto un grande numero dei turisti  a causa dell’ esposizione della grande opera, The Floating Piers, del famoso artista Christo. Monte Isola e’ famosa per l’arte e percorrendo le sue stradine si possono vedere le opere dei diversi artisti installate all’ aperto.

45Oltre all’arte, la tradizione gastronomica degli abitanti di Monte Isola, sono le sardine essicate al sole, che vengono pescate con una barca , simile ad una gondola, che vien chiamata Naèt e la cui produzione risale fin dall’antichità.

48Di conseguenza un’altra produzione tradizionale artigianale sono le reti da pesca, che vengono prodotte rigorosamente a mano.

 

Non potevano lasciare questo lembo del Lago d’Iseo che si sposa con le fertili terre del Franciacorta, i cui vini sono famosi i tutto il mondo, senza una degustazione presso una delle tante aziende di qualità presenti. La scelta è ricaduta su Barone Pizzini che tra i suoi profumati Franciacorta produce anche il Naturae, vino di grande bevibilità ed eleganza.

 

Un tour quello organizzato dalla Regione Lombardia, che ci ha portato a conoscere solo alcuni angoli della provincia di Brescia ma che ha potuto farci conoscere anche alcuni luoghi da cui prende vita l’intera regione a partire dalla Rosa Camuna simbolo di questo territorio conosciuto non solo per l’industria ed il commercio ma anche per la natura ed i prodotti della sua tipicità e tradizione.

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