Nella Sicilia finora meno conosciuta, tra il mare di cristallo ed i Monti Iblei, la provincia di Ragusa si offre al curioso gourmet come un paradiso di luoghi, tradizioni, profumi e gustosi sapori che hanno ispirato la famosa serie editoriale e televisiva del commissario-buongustaio, Salvo Montalbano.
Quando si giunge in un territorio come questo, nella punta più meridionale della Sicilia, conosciuto troppo fugacemente durante le precedenti “incursioni” gustose in questa regione, si ha immediatamente voglia di conoscere usi, costumi, prodotti agroalimentari e peculiarità artistiche, sebbene il tempo che ci riserviamo fin dall’inizio appaia piuttosto limitato. Nel momento in cui si incontrano sul nostro percorso persone ricche di cultura, di simpatia e di grandi idee, ci accorgiamo ancor più che quello che è nato come un breve, ma ricco tour, si trasforma solo in un piacevole assaggio per un ritorno ancor più intenso e nel più breve periodo possibile. Giornate intense, baciate da un clima speciale sia per il sole che per le tante scoperte e conferme ricevute.
L’arrivo sull’isola con un volo che atterra a Catania, scansando le pendici del grande guardiano fumante della costa chiamato Etna che sulle sue pendici scure di lava, consente la crescita di grandi vini e speciali prodotti della terra tra cui i famosi pistacchi di Bronte, è già un tripudio di colori, di suoni e di profumi. Attraversare la campagna che da Catania conduce a Ragusa e da lì allo splendido Donnafugata Resort, pervasa dai carrubi, alberi che in questa zona rappresentano una buona parte dell’economia agricola, insieme alle famose arance di Lentini ed ai tanti altri prodotti che incontreremo in questo viaggio.
Paesi in collina, arrampicati come in un presepe, campanili e palazzi barocchi che costellano come pietre preziose, vallate e pianure, un tripudio di pace e serenità che accompagnano il turista fino alla meta prescelta. Il piacere dell’incontro con gli abitanti del luogo, la proverbiale ospitalità siciliana, qui ancor più amplificata dalla voglia di raccontare, di conoscere ma soprattutto di offrire con il cuore.
La sistemazione in una confortevole camera del Donnafugata Golf & SPA Resort, proprio accanto alle terre dominate dall’omonimo castello, ti fa immediatamente capire che non serve percorrere centinaia di chilometri in terre straniere per trovare eccellenze di ospitalità e di gusto. Un luogo che offre oltre a due campi golf da 18 buche per gli appassionati di questo sport “en plein air”, tutto quello che si potrebbe desiderare per un soggiorno di relax, coccolati dall’attenzione del personale dei vari settori di questa vasta struttura, dai massaggi e dai percorsi della SPA, dalle prime colazioni che solo nei sogni gourmet è possibile immaginare, dai pranzi meno informali alle cene più eleganti e raffinate consumate nei due ristoranti, affidate alle mani del giovane ma talentuoso chef pugliese ed alla sua brigata di cucina.
Un viaggio come questo non poteva che aver inizio proprio sedendo dietro ad un tavolo sobriamente apparecchiato che proponeva, giusto per dare la carica necessaria ad entrare in tema, crudità di pesce, uno strepitoso tonno alla siciliana, delle polpettine di pesce e dei freschissimi sgombri, un primo piatto a base di un raffinato sugo di gamberi e pistacchi, tanto semplice quanto immensamente ricco di gusto.
Non potevano mancare nel finale i dolci, la Sicilia ne è la patria indiscussa, e seppur il clima caldo non invogli a mangiarne troppi, la bontà e la genuinità dei cannoli alla ricotta dei Monti Iblei o le Minne di Sant’Agata (una sorta di cassatine delicatissime) trovano la giusta armonia per farsi assaporare e restare così indelebilmente impressi anche nell’anima. Dopo una breve pausa a bordo della fresca piscina del resort, ecco arrivare il bus che inizierà a condurci tra mare e monti, palazzi e chiese in città e fattorie e masserie in campagna, cioccolata e formaggi, carne e pesce … insomma ci farà tuffare in una orgia di gusto vero, sano e unico.
La prima sorpresa è rappresentata dalla nostra guida che, in questi giorni, ci ha fatto da appassionato mentore e che, semmai non lo si fosse capito, ha scelto la Sicilia con il cuore, proveniente dalla più fredda Russia, innamorandosi non solo delle persone ma anche dei luoghi, dei sapori e dei piatti di questa terra. Non è facile trovare una persona che con tanta enfasi, competenza, naturalezza e tanto sentimento, riesce a far cogliere anche alcuni aspetti più profondi, a volte filosofici, di questa area dei Monti Iblei.
Prima sosta del percorso è rappresentata da una lunga passeggiata nei luoghi cari al personaggio del Commissario Montalbano, usciti dalla penna di Andrea Camilleri, da Marina di Ragusa attraverso Punta Secca fino a Scoglitti. Il centro della marina ragusana è un fermento di persone, tanti i turisti, molti stranieri, che animano i vicoli e le botteghe che offrono gelati e le tipiche granite e cremolate. Punta Secca invece ci accoglie con quella che nella versione televisiva è la dimora ed anche il nido d’amore nonché il desco di gustose cenette … del commissario siciliano. E come potrebbe essere diversamente vista la collocazione, sulla spiaggia, di fronte ad un mare stupendo che ogni sera viene baciato da un tramonto da mozzare il fiato e, come vissuto dal nostro gruppo, successivamente illuminato dal chiarore della luna piena che si confonde con il cifrato messaggio del faro nella piazza principale. Non è tanta la strada che ci separa da Scoglitti, dove i piatti della tradizione locale a base di pesce freschissimo ci attendono in uno dei locali più interessanti di questo paese, il Ristorante SAKALLEO col il suo patron, un nobile di sinistra, come lui stesso si definisce, grande personaggio dell’ economia e della politica locale, che non disdegna di spiegare, passo dopo passo le prelibatezze che inebriano i commensali. Dopo cena un caffè in uno dei bar più frequentati del lungomare per ascoltare ancora storie ed aneddoti di cui è ricca questa Sicilia.
Il risveglio alle prime luci dell’alba consente di apprezzare i colori della natura, i profumi che la brezza trasporta dal vicino mare, la delicatezza dei vari croissant e dolcetti con cui iniziare al meglio una giornata che si preannuncia ricca di scoperte di gusto. La prima è certamente quella avvenuta nella campagne di San Giacomo vicino a Ragusa dove il Caseificio Occhipinti ci ospita per far conoscere da vicino le peculiarità di un grande formaggio a pasta filata, il Ragusano DOP, del cui ente di tutela è presidente proprio il simpatico proprietario del caseificio. Ma le meraviglie prodotte dal latte di questa zona vocata a pascoli ed ai prodotti caseari ci portano a gustare una sublime ricotta, delle provole fresche o affumicate, dei bocconcini di mozzarella. Praticamente quanto di meglio la cura e la manualità possono produrre per accattivarsi ancor di più il gusto di appassionati gourmet. Il viaggio del gusto ci spinge fino nelle vallate interne di Giarratana, famosa a buona ragione per la sua dolcissima cipolla dalle generose dimensioni. Al ristorante Locanda Angelica – Le Due Palme, che ci accoglie nel suo dehor, facevano ala alcuni banchi di produttori locali che presentavano prelibatezze che, di li a poco, sarebbero state trasformate dagli chef, nei gustosi piatti che hanno caratterizzato il pranzo. Dalle conserve, ai salumi, dai formaggi alle erbe aromatiche, tutte prodotte nel rispetto della qualità e aderenti al marchio “Nel cuore degli Iblei”. Al termine una gustosa prelibatezza realizzata dal Bar Terranova di Monterosso Almo, il gelato ai gusti del finocchietto selvatico e dell’origano.
Lasciata la zona più selvaggia e al tempo stesso verace di questa terra, si raggiunge Ibla, la parte storica di Ragusa, città di grande valore storico e patria di eccellenze del gusto. Le chiese, oltre cinquanta, con le loro architetture ed i preziosi contenuti di opere d’arte che spesso ne contraddicono l’apparenza. In alcuni casi più essenziali esternamente ma più ricche all’interno o viceversa. Anche il locale teatro Donnafugata, gestito da secoli dalla stessa famiglia, propone ad ogni stagione un bel programma che certamente in questa bomboniera esprime al meglio ogni potenzialità. Nell’ attesa che aprano le porte del duomo, cosa di meglio se non degustare uno dei gelati al vino (ma non solo) che propone Gelati Divini ed apprezzare così l’architettura esterna della basilica, rinfrescando le papille.
L’imponenza della struttura e la grande scalinata mascherano una più semplice architettura interna, salendo ed aggirando la chiesa si raggiunge l’altezza della cupola godendo di un panorama mozzafiato a 360 gradi. Il centro storico che si percorre è ricco di viuzze, palazzi nobiliari, Bed and Breakfast sorti in dimore antiche ed apprezzati da chi ama carpire con la propria anima questo spicchio di storia siciliana. Una giornata impostata al gusto non poteva che terminare in una delle più importanti cantine di Vittoria, ricordiamo che la sapiente unione del Nero d’Avola con il Frappato partorisce il famoso Cerasuolo di Vittoria, unica DOCG dell’isola. Ma la cantina Maggiovini non produce solo questo vino tipico ma anche un frizzante rosato metodo Charmat, un Grillo bianco, un Frappato ed un Nero d’Avola in purezza ed un Passito che corona perfettamente il sogno di qualsiasi amante del buon vino. I vini sono stati abbinati ai prodotti locali ed a piatti della tradizione che hanno contribuito a creare un clima di convivialità e buongusto allietato dalle canzoni siciliane eseguite da un simpatico, quanto popolare, gruppo folk locale. E dopo aver gustato, ballato, cantato in famiglia, impossibile, prima di andare a riposare, non fare una passeggiata nel centro di Vittoria (nome che deriva dalla Contessa Vittoria Colonna Cabrera che ne decise la fondazione agli inizi del 1600). La luna illumina le strade e le piazze rendendo il paesaggio etereo, sembra quasi che il tempo si sia fermato, gli imponenti palazzi, le piazzette con la chiesa che riveste anche simbologie di appartenenza a luoghi e che ricorda, nel santo a cui è dedicata, il patrono di una delle altre città limitrofe da cui provenivano gli originari abitanti di questa città, che, alla periferia meridionale si incrocia con la Riserva Naturale Pino d’Aleppo. Lo stesso chiarore di luna che ci ha accompagnati nell’escursione ci augura la buona notte, ricordandoci l’appuntamento con il caldo sole del giorno seguente per intraprendere un’altra tappa, purtroppo l’ultima, di questo breve ma intenso tour.
Ci attende Modica con il suo barocco, le sue deliziose creazioni al cioccolato, le sue cremolate alla frutta, i cui profumi ci assalgono appena entrati nel centro della città. Ma la visita a questa meravigliosa realtà Iblea deve necessariamente iniziare dal belvedere da cui si riesce a vedere integralmente la città, quella bassa e quella alta, con le sue chiese ed i suoi palazzi. Percorrere i vicoli che dal costone della collina scendono verso il centro città, è come passeggiare in un sogno, ci accompagnano dei gattini randagi ma ben nutriti che qui addirittura godono dell’alloggio in alcune case abbandonate e fanno così parte del folklore locale, come le piccole trattorie che presentano piatti tradizionali a prezzi più che onesti. Ed eccoci in vista della parte centrale, del corso che accoglie tante attività, tra cui lo squisito Caffè dell’Arte, dove rinfrescarsi con una granita oppure una cremolata al fico o alla pesca (tanto per citare due gusti) o gustare il caffè modicano (volutamente non descritto per evitare sbalzi di glicemia nel lettore! n.d.d.), visitare il museo della cioccolata di Modica o immergersi nella storia di questa lavorazione nel vicino “Dammusu ro Ciucculataru”, dove si rievoca la tradizione nella lavorazione a freddo (o meglio a bassa temperatura, circa 40°, senza contatto diretto con il fuoco su una sorta di pietra lavica, a forma di mezzaluna, chiamata metate) della massa di cacao con lo zucchero, fino a realizzare una tavoletta che esprime la piacevolezza del cioccolato unita alla croccante consistenza dei granelli di zucchero. Una visita alla Chiesa di S.Pietro, con i dodici apostoli che vigilano sulla scalinata, quasi ad invitare ad accoglierci tra i capolavori artistici che sono qui conservati. Uscendo troviamo invece il vecchio quartiere ebraico (Cartellone) che racchiude in se passato, presente e futuro del cioccolato di Modica, grazie al laboratorio della Antica Dolceria Bonajuto. Un’altra piccola ma grande scoperta è rappresentata dal teatro che porta il nome dell’eroe delle due Sicilie, Giuseppe Garibaldi e che accoglie gli spettatori nella raccolta platea e nei palchi che la coronano. I 220 scalini che servono per raggiungere l’ingresso del Duomo di San Giorgio non recano alcun disagio una volta che si aprono le porte e siamo accolti dalla immensa visione di un antico organo e di affreschi storici che raffigurano scene religiose. Una particolarità si trova in una teca, dove un Cristo con una sorta di gonnella ci richiama ad una simile raffigurazione, questa volta su tela di origine spagnola, presente a Scicli. Il tempo è sempre tiranno soprattutto quando vorresti che si fermasse. Ancora una sosta, gustosa e ricca di sorprese. Appena fuori Modica troviamo CIOMOD un luogo dove ristorazione, qualità di prodotti, accoglienza e professionalità si incontrano in un mix unico. Qui alle camere di Casa Ciomod, si uniscono un atelier del cioccolato Ciomod, un progetto ristorativo Gurmè in cui i giovani chef propongono una cottura in vaso di vetro che, unendo la tradizione e la qualità della materia prima, riesce a dare dei piatti davvero speciali. Non poteva mancare una prova di abilità, condotta dal maestro cioccolatiere che ci ha invitato a creare delle “sculture” di cioccolato di Modica da riportare a casa come dolce ricordo. Anche il pranzo a base di salumi e formaggi dei Monti Iblei, degli arancini al formaggio, insieme ad una variante modicana delle chips di patata…unica ed irresistibile, hanno fatto compagnia in tavola ai vini offerti che spaziavano tra quelli che hanno fatto grande questa provincia, capeggiati da un grande Cerasuolo di Vittoria DOCG.
Ancora uno sguardo all’orologio che ci indica inesorabile che il tempo è scaduto e mentre i ricordi ed i gustosi pensieri ci accompagnano all’aeroporto di Catania per il rientro alle località di residenza, il palato complice con il cuore inizia ad elaborare la possibilità di ritornare in queste terre, dominate dai Monti Iblei, dalla storia , dall’arte e dalla grande cucina, ma soprattutto dalla grande umanità e simpatia dei suoi abitanti degni rappresentanti di un piccolo, grande, immenso territorio che lascia un segno nel profondo dell’anima. Alla prossima … Terre di Montalbano!