Un anniversario raccontato attraverso le testimonianze concrete di chi era presente sin dalla prima edizione, partner di prestigio e importanti nomi dell’enologia e della gastronomia internazionali.
In collaborazione con CARE’S – The Ethical Chef Days, il Walking Wine Dinner intitolato “Sette premium chef per Summa” di sabato sera 8 aprile aprirà la ventesima edizione della kermesse enoica di Magrè.
Summa, lo storico appuntamento enoico organizzato da Alois Lageder a Casòn Hirschprunn e Tòr Löwengang, Magrè (BZ), dedicato all’eccellenza vitivinicola internazionale, festeggia 20 anni.
Diventato ormai per moltissimi un momento irrinunciabile che apre la settimana del vino, Summa è allo stesso tempo una scelta consapevole di allontanarsi dal concetto stesso di fiera enoica, per avvicinarsi invece a uno scenario importante di condivisione e di viticoltura sostenibile e “vivibile”, in tutte le sue accezioni. Come dichiara Alois Clemens Lageder, sesta generazione dell’azienda, decisa a seguire la tradizione di famiglia e a conservarne la radicata filosofia, “Summa per me non significa solo un evento all’insegna del vino, ma è soprattutto un’occasione dove vignaioli, giornalisti, operatori di settore e visitatori interessati si ispirano reciprocamente, in un’atmosfera familiare ed accogliente. L’enorme forza che nasce da questo incontro influisce sulle nostre idee e sul nostro lavoro quotidiano. Questa è la quintessenza di Summa, che ci accompagna sin dall’inzio” e continua. “Come tutti gli anni, il programma di Summa sarà ricco di degustazioni di raffinate etichette – incluse le nuove annate di Alois Lageder – verticali, da citare quella del COR Römigberg, e seminari, gastronomia di qualità e visite guidate della cantina e dei vigneti”.
La grande novità sarà la serata di apertura di sabato 8 aprile, che darà risalto a questa ricorrenza attraverso il Walking Wine Dinner, intitolato Sette premium chef per Summa, sempre presso la tenuta. L’evento viene organizzato insieme ai vignaioli che partecipano a Summa e in partnership con Care’s – The Ethical Chef Days, progetto ideato dallo chef Norbert Niederkofler del ristorante St. Hubertus Rosa Alpina. “Trasmettere i valori di gastronomia e ristorazione sostenibili, rivolgersi direttamente ai consumatori, prendersi cura del territorio, valorizzarlo, rispettando l’ambiente e i ritmi della natura… questi i principi che ci legano alla manifestazione”, afferma Giancarlo Morelli, chef partner degli Ethical Chef Days.
Più di una vigilia, si può dire un’anticipazione del programma di Summa 2017, una festa che si annuncia entusiasmante: 80 vignaioli e sette cuochi di fama internazionale – Giancarlo Morelli, Anatoly Kazakov, Fratelli Costardi, Norbert Niederkofler, Thorsten Probost, Yoji Tokuyoshi e anche la squadra di Hannah & Elia, da anni partner di Summa – delizieranno con le proprie creazioni, basate su principi di stagionalità e regionalità, i palati di clienti, fornitori, giornalisti e wine lover presenti alla cena. In abbinamento, una selezione di oltre 80 etichette di Summa – 20th Anniversary. A seguire, un after dinner party con musica dal vivo e tanto divertimento.
20 anni di Summa
A vent’anni di distanza, è interessante ascoltare le parole del padrone di casa, Alois Lageder, ideatore, insieme con amici vignaioli e partner di una vita, di quella che oggi è diventata una rassegna enogastronomica di pregio riconosciuta a livello internazionale. Da quando si chiamava Quintett, ovvero da quando l’intenzione era ancora quella di invitare in tenuta cinque vignaioli da altrettante zone di produzione diverse, ne ha fatta di strada Summa, che oggi per l’edizione del suo ventennale arriva ad ospitare 83 produttori d’eccellenza provenienti da ogni parte del mondo: Italia, Francia, Austria, Germania, Kazakhstan, Nuova Zelanda, e USA. “La decisione di lasciare 20 anni fa il Vinitaly era stata presa non perché la manifestazione non fosse valida, ma proprio per il contrario: la manifestazione aveva raggiunto ormai un successo troppo grande e un numero di visitatori e ospiti così alto che nel nostro stand non riuscivamo più a gestire bene i nostri clienti importanti. La fortuna di essere vicini a Verona, ci offriva la possibilità di invitare i clienti qui in tenuta la sera, dopo una giornata passata in fiera”, afferma Alois Lageder. “Sono fiero che questa idea viva ancora oggi e che abbia avuto un’evoluzione che mai mi sarei immaginato vent’anni fa. Alla base di tutto c’è la volontà di dedicare tempo ai nostri ospiti, curarci di loro e avere la possibilità di un incontro approfondito e non superficiale”.
Da qui la scelta dei partner di Summa, amici vignaioli, e non solo, che con la manifestazione condividono valori, obiettivi e il desiderio di creare un momento unico legato dal fil rouge della produzione di alta qualità. Per la presentazione della prossima edizione, Alois Lageder ha voluto al suo fianco due aziende – Castello di Ama e Marchesi di Grésy – che con lui, sin dagli anni ottanta e novanta, hanno collaborato nel comune intento di far conoscere e valorizzare i propri vini e di costruire reti di distribuzione in Italia e all’estero, ma che hanno anche visto crescere di anno in anno il rendez-vous enoico di Magrè.
“Lorenza Sebasti con Ama è stata una delle cinque aziende che avevo avvicinato quando nel 1999 avevamo deciso di organizzare una presentazione dei nostri vini in occasione della Vinexpo presso un Chateau a Bordeaux. Eravamo venti produttori di quattro paesi, tra cui Château Brannaire Ducru e Château Canon La Gafelière di Bordeaux, Bürklin Wolf e Georg Breuer dalla Germania, Bründelmeier e Tement dall’Austria, Castello di Ama, Bruno Giacosa, Mario Schiopetto e noi dall’Italia. L’anno dopo, nel 2000, ripetemmo con lo stesso gruppo questa iniziativa che aveva riscontrato tanto successo a Bordeaux in occasione del Vinitaly presso la nostra tenuta. Così nacque il concetto Summa – allearsi per avere più successo – che si sviluppò nel tempo e che è tuttora valido e importante più che mai oggi”, dichiara Alois Lageder, e continua “Con Alberto di Grésy invece collaboriamo, anche dagli anni novanta, attivamente insieme negli USA con “Dalla Terra – direct import”, una struttura di distribuzione snella che ci dà la possibilità di tenere rapporti diretti con i distributori nei singoli stati”.
“Il bisogno di trasmettere i valori, l’amore e la passione che ruotano attorno al vino ci ha spinto fin dall’inizio a far parte di questa famiglia”, dice Lorenza Sebasti, e continua “Ricordo perfettamente l’appuntamento di Bordeaux del 1999 presso lo Chateau, in occasione di Vinexpo, è stato bellissimo essere lì insieme. In quel momento ci siamo resi conto della volontà comune di sì commercializzare il vino, ma di farlo in un’ottica di condivisione di valori e di familiarità. E per noi Summa riesce ancora a creare quest’atmosfera, a distanza di vent’anni”.
Alberto di Grésy, anche lui partner storico, ama parlare di Summa come di un’ “élite di vignerons, che rispettano i principi della vigna e credono in quello che fanno, in termini di rispetto sia per la natura sia per il consumatore. A Summa si ritrovano i produttori di quelli che amo definire ‘vini fini’”.
Filone trainante dell’evento continua a essere quello della sostenibilità: anche quest’anno Summa è certificata Green Event dall’Agenzia Provinciale per l’Ambiente. Continua inoltre l’esclusiva partnership con Demeter, il marchio internazionale che controlla e certifica il lavoro – e i prodotti – degli agricoltori che praticano la coltivazione biologico-dinamica. Attraverso Summa, Alois Lageder, da settembre 2016 nuovo Presidente Demeter Italia, continua la sua opera di promozione del partner, riservandogli spazi di presentazione di rilievo, allo scopo di accrescere la consapevolezza della comunità, sia tra i visitatori sia tra i produttori stessi.
Infine, anche per l’edizione 2017, vengono confermati il sostegno alla Casa della Solidarietà di Bressanone – che da anni accoglie e assiste persone bisognose, parecchie delle quali in condizioni di grave necessità, a cui verrà devoluto parte del ricavato della manifestazione – e la collaborazione con FAMOS – Oggetti speciali da persone speciali: i badge d’ingresso della manifestazione verranno realizzati dalle persone che lavorano nei laboratori protetti della comunità comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina (BZ).
www.summa-al.eu
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CHIANTI CLASSICO COLLECTION 2017: CUORE, CARATTERE, CULTURA
Il 13 e 14 febbraio si è svolta alla Stazione Leopolda di Firenze si è svolta la “Collection” del Chianti Classico dove sono state presentate a stampa e addetti ai lavori le ultime annate del Gallo Nero.
Record del numero dei produttori partecipanti: 185 aziende, per un totale di 676 etichette, 57 anteprime da botte della vendemmia 2016 e 87 Chianti Classico Gran Selezione in degustazione.
In periodi di anteprime enoiche ecco ad aprire le danze la presentazione delle nuove annate del Chianti Classico ai massimi esperti del settore, un’occasione unica per conoscere a fondo la denominazione, le sue etichette e le ultime novità da uno dei territori vinicoli più importanti del mondo.
Tutto questo è stato Chianti Classico Collection, uno dei principali appuntamenti dell’agenda vitivinicola internazionale, che è stato “stappato” il 13 e 14 febbraio scorsi sempre nel suggestivo scenario della Stazione Leopolda di Firenze, ormai consueta location della manifestazione.
La vendemmia dei Trecento anni e l’importanza del territorio. Nel 2016 il Chianti Classico ha celebrato i suoi Trecento anni da quel lontano 24 settembre 1716, quando il Granduca Cosimo III de’ Medici decise di delimitare con un bando, per la prima volta nella storia, alcuni territori particolarmente vocati per la produzione enologica di alta qualità, fra cui quello del Chianti, dove oggi si produce il vino Chianti Classico. In questa ventiquattresima edizione della Collection sono stati presentati in anteprima i primi campioni di Chianti Classico prodotti in questa storica annata.
È proprio la centralità di questo territorio, cui è stato reso omaggio nel 2016, che quest’anno ha ispirato la manifestazione. La Collection ha offerto infatti l’occasione per discutere sul valore dell’origine del prodotto e sulla sua protezione, non solo a garanzia del consumatore ma anche a tutela del produttore. La tavola rotonda “L’importanza di chiamarsi… Chianti Classico” ha visto coinvolti esponenti delle denominazioni che hanno aderito alla Joint Declaration to Protect Wine Place & Origin, un’alleanza transnazionale con il fine di promuovere la tutela dei territori e dei marchi di origine, nata nel 2005 e che oggi conta 20 membri, tra cui il Chianti Classico, unico portabandiera dell’Italia.
“Questa è la quinta volta che partecipo alla Chianti Classico Collection come Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico – afferma Sergio Zingarelli – e sono sempre più consapevole dell’importanza di questo evento che ogni anno cresce, portando a Firenze giornalisti e operatori da tutto il mondo. Si può ben dire che il nostro “anno del vino” inizi con la Collection e ritengo doveroso cogliere l’occasione per continuare a sottolineare l’importanza del nostro territorio nei suoi molteplici aspetti, che vanno dalla bellezza paesaggistica, alla vocazione enologica, al suo aspetto umano e sociale. L’edizione di quest’anno, la ventiquattresima, parla di un grande rafforzamento della denominazione: oltre ai numeri economici, la partecipazione sia da parte dei soci che della stampa e degli operatori di settore segna un record storico.”
I numeri della Leopolda del Vino. 185 aziende per 676 etichette in degustazione. Un totale di 9000 bottiglie che sono state aperte e servite da una squadra di 50 sommelier in due giorni di manifestazione alla presenza di oltre 250 giornalisti provenienti da 30 diversi paesi del mondo e più di 1800 operatori, italiani e stranieri. 57 le anteprime da botte dell’annata 2016 e ben 87 le etichette di Chianti Classico Gran Selezione.
Alla Leopolda è stato possibile assaggiare in degustazione anche gli oli di 28 aziende produttrici di DOP Chianti Classico.
Partner della manifestazione sono stati anche quest’anno importanti nomi dell’enogastronomia e dell’industria a questa legata, come alcuni dei migliori prodotti DOP italiani che, sotto il cappello istituzionale di AICIG (l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche), si sono presentati al pubblico della Collection attraverso incontri e degustazioni a cura di: Consorzio Tutela del Formaggio Parmigiano-Reggiano DOP, Consorzio del Prosciutto Toscano DOP, Consorzio di Tutela Oliva da Mensa La Bella della Daunia DOP, Consorzio per la Tutela del Formaggio Mozzarella di Bufala Campana DOP, Consorzio di Tutela Pecorino Toscano DOP, Consorzio di Tutela Pomodoro di Pachino DOP, Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP, Consorzio per la Tutela del Formaggio Gorgonzola DOP, Consorzio di Tutela della Ricotta di Bufala Campana DOP, Consorzio Finocchiona IGP. Tra i collaboratori storici della “Collection” anche RCR, Firenze Parcheggi, l’Acqua di Toscana® San Felice e Pulltex.
I primi dieci anni di Podere Monastero
La Pineta e Campanaio, con l’annata 2015, tagliano il traguardo delle dieci vendemmie
Quando nel 2000 l’enologo Alessandro Cellai decise di produrre un grande Pinot Nero nel cuore della Toscana, terra vocata a grandi vini rossi ma estranea a uno dei vitigni più pregiati e difficili al mondo, l’idea sembrò a molti bizzarra, e solo l’esperienza, l’abnegazione e il talento riconosciuto dell’enologo senese impedirono di classificarla come folle se non addirittura impossibile.
Dopo una lunga ricerca, Cellai trovò a Castellina in Chianti, a 500 metri di altitudine, tra le dolci colline del Chianti senese, i terreni più adatti per piantare i cloni e i porta innesti da lui personalmente selezionati tra i più prestigiosi vivaisti della Francia. Seguì uno scrupoloso lavoro in vigna e poi in cantina per portare a compimento l’ambizioso progetto.
Un sogno al quale l’enologo si è dedicato con grande passione e cura e che nel 2006 ha portato alla luce le prime bottiglie di La Pineta, 100% Pinot nero, e di Campanaio, 50% Cabernet Sauvignon e 50% Merlot, due rossi di grande personalità, per esaltare al massimo le caratteristiche peculiari dei vitigni che li compongono, senza oscurare i lati positivi del terroir di questo meraviglioso angolo di terra toscana.
Due grandi vini resi ancora più unici e preziosi grazie alle originali etichette realizzate in esclusiva per Podere Monastero dallo scultore tedesco di fama internazionale Konrad Winzer, in virtù di una lunga e sincera amicizia che lo lega ad Alessandro Cellai, che ha disegnato anche la speciale etichetta commemorativa dell’annata 2015. A distanza di dieci anni, e dopo numerosi riconoscimenti e premi, la sfida di Cellai può dichiararsi vinta brillantemente.
Oggi La Pineta e Campanaio sono due vini rinomati a livello internazionale, riconosciuti da addetti ai lavori e testate di caratura mondiale, con una produzione centellinata ma significativa ed una distribuzione che copre 20 paesi in tutto il globo (tra gli altri Australia, Brasile, Cina, Russia e Usa), comprese le cantine dei più prestigiosi ristoranti stellati d’Italia e all’estero.
“Sono davvero felice e orgoglioso di aver raggiunto questo traguardo – dichiara Alessandro Cellai – per il quale mi sento in dovere di esprimere profonda gratitudine a tutte le persone che mi hanno dato coraggio e mi hanno supportato nei momenti nei quali sembrava un miraggio raggiungere le 10 vendemmie”.
Annata dopo annata, sorso dopo sorso, un emozionante viaggio attraverso la storia di questa piccola ma già grande eccellenza dell’enologia italiana.
L’azienda vinicola Podere Monastero è situata a Castellina in Chianti, nel cuore della Toscana, a circa 500 metri di altitudine. Nasce nel 2000 per volontà del proprietario ed enologo Alessandro Cellai con l’unico obbiettivo di produrre un grande Pinot Nero. La superficie vitata è di 3 ettari rigorosamente gestiti secondo le leggi della biodinamica, di cui soltanto 1,5 destinati a Pinot Nero. I restanti 1,5 sono destinati a Cabernet Sauvignon (50%) e Merlot (50%).
Il Pinot Nero, sebbene di non facilissima adattabilità in Italia, è considerato uno tra i migliori vitigni al mondo, capace di dare vini di straordinaria eleganza ed armonia. E’ stata proprio questa la sfida: produrre un grandissimo vino in una terra famosa per altri vitigni, ma non per questo.
La Pineta (100% Pinot Nero) nasce con questa filosofia; ogni vite viene curata fin dalla potatura, impostando fin da subito una produzione di grande qualità. Il sistema di allevamento è rigorosamente a guyot con una carica di gemme che non supera mai le 6-7; la produzione per ceppo si aggira intorno ai 400 grammi che, raccolti rigorosamente a mano e sempre a mano diraspati, vengono fatti fermentare in tinella di rovere francese (allier) a temperatura controllata per circa 20 giorni. Alla svinatura il vino viene messo in barriques (sempre in allier media tostatura) per un affinamento complessivo di circa 12 mesi compresa la fermentazione malo lattica, prima di essere imbottigliato.
Campanaio (50% merlot e 50% Cab. Sauvignon), seppur fatto con uvaggi più comuni alla zona di produzione del Chianti, è anch’esso frutto di scrupolosa attenzione fin dalla scelta delle barbatelle. Il sistema di allevamento è il cordone speronato e la produzione massima per ceppo non supera mai i 650 grammi. La fermentazione viene fatta in legno a temperatura controllata per circa 4 settimane compresa la macerazione; la fermentazione malo lattica e il relativo affinamento per ulteriori 12 mesi vengono fatti in barriques di rovere francese (allier).In questo vino si percepisce immediatamente la grande struttura e complessità anche se la dolcezza dei tannini gli dona grande morbidezza ed eleganza fin dalle prima fasi dell’affinamento.
Podere Monastero produce anche la Grappa di Pinot Nero Riserva, una grappa vera, molto morbida e raffinata che rispecchia il vitigno Pinot Nero, e viene affinata per 60 mesi nelle stesse barriques che hanno ospitato il vino La Pineta.
CASTELLO DI MELETO PRESENTA LE SELEZIONI DI VIGNA
A Chianti Classico Collection il nuovo Chianti Classico Vigna Poggiarso affiancherà Vigna Casi per presentare il progetto microselezioni, firmato dall’azienda.
Il futuro è nella “Vigna”. E’ questo il percorso intrapreso con decisione da Castello di Meleto, grazie al lavoro impostato dall’agronomo Giovanni Farina e dall’enologo Matteo Menicacci. Chianti Classico Collection sarà l’occasione per presentare la nuova produzione Vigna Poggiarso che, dopo Vigna Casi, rappresenta la seconda etichetta realizzata nel progetto di valorizzazione delle microzone di proprietà.
Con un’estensione di 1000 ettari di cui circa 160 a vigneto, situati in diverse condizioni di suolo, pendenza, esposizione e microclima nel Comune di Gaiole in Chianti, l’azienda ha avviato un lungo lavoro di selezione, individuando le vigne dove il Sangiovese si esprime meglio. Queste sono destinate a diventare una vera e propria collezione di produzioni che esprimono il carattere di ogni specifico vigneto.
Durante la degustazione alla Stazione Leopolda sarà quindi possibile comparare le diverse espressioni del Sangiovese delle annate 2015 e 2016, oltre al Chianti Classico Gran Selezione 2013.
Accanto a Vigna Casi, il Chianti Classico Riserva prodotto dalle uve del migliore vigneto del podere Meleto, sarà in degustazione, per la prima volta, il Vigna Poggiarso, ottenuta nella parte della tenuta più arida e fredda della proprietà, dove le altitudini sfiorano i 530 metri slm.
I vini presenti all’Anteprima:
VIGNA POGGIARSO: Qui il Sangiovese trova condizioni climatiche estreme, che determinano una scarsa produzione ma l’alta qualità dei vini e, in particolare, dei profumi grazie alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Il terreno è argilloso con grandi quantità di scheletro composto da alberese e galestro.
VIGNA CASI: Situata nella valle ai piedi del borgo medievale di Vertine, presenta clima temperato grazie alla presenza di boschi che la circondano. Il Sangiovese trova qui condizioni ideali di terreno caldo e clima fresco, che permane anche nei periodi più siccitosi.
CAMBOI: è l’ultimo nato, novità assoluta per il territorio, un vino ottenuto da Malvasia Nera del Chianti, vinificata in purezza. Un vitigno che in tempi recenti rischiava la scomparsa perché difficile da coltivare che grazie al Camboi è diventato la massima espressione del territorio. Un vino che, oggi, rappresenta la vera rinascita di Castello di Meleto.
Per saperne di più:
Castello di Meleto è l’unica azienda del Chianti Classico a possedere un castello del XI secolo, perfettamente conservato, oggi splendida struttura ricettiva. Con un’estensione di più di mille ettari, in Comune di Gaiole in Chianti, rappresenta un perfetto esempio di fattoria completa. Produzione bandiera è il Chianti Classico.
VINO NOBILE: DALL’11 AL 13 FEBBRAIO FORTEZZA APERTA PER TUTTI I WINE LOVERS
Nella Fortezza di Montepulciano 45 aziende presenteranno le loro eccellenze. Giunta alla sua 24esima edizione, l’Anteprima si riconferma l’evento di riferimento nel territorio. Si consolida l’evento per gli appassionati con tante attività in programma in tutta la città. Attesi in tre giorni oltre 3 mila operatori
Da ventiquattro anni è il grande evento del territorio dedicato al Vino Nobile di Montepulciano. L’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano torna dall’11 al 13 febbraio nella Fortezza di Montepulciano con 45 aziende, oltre la metà dell’intera denominazione, per far conoscere le nuove annate di vini in commercio da quest’anno, il Vino Nobile 2014 e la Riserva 2013. Una passerella internazionale per il pregiato rosso Docg, e il Consorzio del Vino Nobile ha voluto, per il terzo anno consecutivo, aprire le porte anche al pubblico dei wine lovers, oltre che degli operatori e dei buyer. “L’anno scorso abbiamo accolto oltre 3 mila operatori, ma soprattutto tanti appassionati da fuori regione che hanno raggiunto Montepulciano con la buona scusa di degustare il Nobile – spiega il Presidente del Consorzio, Andrea Natalini – segno evidente che questo è ormai da considerarsi a tutti gli effetti uno dei maggiori eventi della città”.
Il programma. L’Anteprima 2017 si aprirà come detto l’11 febbraio, nell’ormai consueta sede dell’antica Fortezza, con i wine-tasting riservati ai professionisti del settore ed agli enoappassionati, dalle 14 alle 18.30 e proseguirà domenica 12 dalla 11 alle 18.30, mentre lunedì 13 dalle 11 alle 17.
Le attività collaterali. In linea con la sua identità di manifestazione che esprime la forte vocazione di un territorio, anche quest’anno l’Anteprima del Vino Nobile sarà accompagnata da una serie di iniziative che hanno coinvolto la cittadinanza ed i visitatori, attribuendo al periodo anche il carattere di una festa dell’intera comunità. Sabato 11 e domenica 12 febbraio, al di fuori della Fortezza, nelle enoteche e nei bar che hanno aderito all’iniziativa “Aperitivo in Rosso”, protagonista sarà in questo caso il Rosso di Montepulciano DOC, vino pregiato quanto il Nobile ma di più facile approccio, particolarmente amato dal pubblico più giovane ed in generale dai consumatori per il suo eccellente rapporto qualità – prezzo. Dalle 18.00 alle 20.00 la clientela ha potuto gustare, al prezzo di 8,00 Euro, un aperitivo con tre assaggi di Rosso accompagnati da prodotti locali (bruschetta con olio extravergine, salumi, formaggi e pane toscano).
Nell’ambito del premio “Le belle vetrine”, poi, i commercianti e gli artigiani del centro storico e delle sue immediate vicinanze sono stati invitati ad allestire le proprie vetrine e botteghe ispirandosi all’Anteprima e al Vino Nobile. E’ stato anche assegnato un tema, l’arte, più nel dettaglio il vino nelle arti figurative, richiamando così la grande mostra “Il buon secolo della pittura senese – Dalla maniera moderna al lume caravaggesco” che avrà luogo dal 18 Marzo al 30 Giugno nei musei di Montepulciano, Pienza e S.Quirico d’Orcia. Entrambe le iniziative sono state organizzate e coordinate dalla Pro Loco di Montepulciano.
Lunedì 13 alle 11 si svolgerà il seminario “I menù del cuore ed il Nobile: un matrimonio possibile” a cura del medico nutrizionista Dott. Giorgio Ciacci, nell’ambito di “Cardiologie aperte”, la Settimana della prevenzione delle malattie cardiovascolari indetta dalla USL Toscana Sud Est presso gli Ospedali Riuniti della Valdichiana Senese – Montepulciano.
Le Aziende partecipanti all’edizione 2017
Antico Colle, Avignonesi, Barbanera, Bindella, Boscarelli, Canneto, Cantina Del Giusto, Carpineto, Casa Vinicola Triacca, Casale Daviddi, Contucci, Croce di Febo, Dei, Fanetti, Fassati, Fattoria del Cerro, Fattoria della Talosa, Fattoria La Braccesca, Gattavecchi, Godiolo, Icario, Il Conventino, Il Macchione, Il Molinaccio, La Ciarliana, Le Badelle, Le Berne, Le Bertille, Lombardo, Lunadoro, Metinella, Montemercurio, Nottola, Palazzo Vecchio, Podere della Bruciata, Poliziano, Priorino, Romeo, Salcheto, Tenuta Gracciano della Seta, Tenuta Tre Rose – Bertani Domains, Tenuta Valdipiatta, Tiberini, Vecchia Cantina, Villa Sant’Anna.
Per maggiori informazioni sull’anteprima, sugli eventi collaterali e sui pacchetti di soggiorno predisposti dalla Strada del Vino Nobile di Montepulciano e dei sapori della Valdichiana è possibile consultare il sito www.anteprimavinonobile.it
Tasting Lagrein 2016, la prima volta del Kretzer
Sono tre quest’anno le etichette premiate dai “Lagrein Awards”: rosso, riserva e rosato assegnati a piccoli e grandi produttori, in comune per tutti qualità e tipicità.
Continuano le giornate del vino di Fiera Bolzano. Proprio in queste ore infatti sono in degustazione i vini vincitori del premio Tasting Lagrein, organizzato come di consueto in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige. La rassegna dedicata al vitigno autoctono a bacca rossa più rappresentativo della regione si è svolta ieri in contemporanea a Vinea Tirolensis, la manifestazione che coinvolge ogni anno oltre 70 Vignaioli altoatesini.
In concomitanza con l’esposizione, una giuria internazionale di giornalisti ed esperti del settore ha degustato e riconosciuto i migliori Lagrein, Lagrein Riserva e – novità di quest’anno nella premiazione – Lagrein Rosato (Kretzer).
“70 vini, due comuni denominatori: il Lagrein e l’Alto Adige. Un assaggio perfettamente esplicativo della varietà, nelle sue tre tipologie, se si considerano il Rosato e la Riserva. La media qualitativa è stata altissima e ciò che vien fuori è una qualità basata non solo sulla bontà, ma e soprattutto sulla tipicità, l’aderenza al territorio e la precisione stilistica.” – è quanto afferma il Presidente di giuria Giuseppe Carrus, giornalista del Gambero Rosso e vicecuratore della guida Vini d’Italia – “È per questo che le annate vengono fuori molto bene, a partire dall’ultima 2015, passando per la 2014 e concludendo con alcuni vini frutto della 2013, 2012 e 2011. Il Lagrein si conferma un grande vino Altoatesino, capace di sorprendere nelle annate più giovani, ma di dare grandi soddisfazioni anche a qualche anno dalla vendemmia”.
La categoria “Miglior Lagrein” assegna l’award all’Alto Adige Lagrein DOC 2015 di Untermoserhof di Georg Ramoser, vignaiolo che nelle ripide vigne a Santa Maddalena produce vini di grande intensità. Il premio “Miglior Lagrein Riserva” va invece, per la terza volta nella storia della rassegna, a una realtà cooperativa: Cantina Produttori Bolzano con il loro Alto Adige Lagrein Riserva DOC Taber 2014. Infine nella neonata categoria “Miglior Lagrein Rosato (Kretzer)” a trionfare è l’Alto Adige Lagrein DOC Rosé 2015 di H. LUN. Il risultato è una qualità diffusa sia tra i piccoli vignaioli, sia tra le grandi cantine cooperative della regione.
Bilancio positivo per tutti gli appuntamenti legati al vino che hanno impreziosito la rassegna dedicata all’ospitalità e alla gastronomia. Numeri di successo per la tredicesima edizione di Autochtona, che si è svolta il 24 e 25 ottobre, registrando il record di 1.300 presenze, con oltre 80 produttori provenienti da 16 regioni diverse d’Italia, per un totale di 320 etichette autoctone.
L’appuntamento con la prossima edizione di Autochtona è il 16 e 17 ottobre 2017, come sempre a Fiera Bolzano.
Tutte le informazioni:
Albana, Sangiovese e Pagadebit sbarcano in spiaggia
A Cesenatico, Milano Marittima e Pinarella il Consorzio Vini di Romagna promuove alcune delle sue eccellenze enologiche
Il Consorzio Vini di Romagna è sempre impegnato nella promozione e nella valorizzazione dei vini romagnoli, fuori e dentro i confini nazionali. Così dopo le trasferte primaverili al Vinitaly di Verona e al Prowein di Düsseldorf (Germania) e in attesa della trasferta autunnale negli USA, il Consorzio Vini di Romagna in questa estate 2016 punta anche sulla Riviera “di casa” per far conoscere e apprezzare i vini ai tanti turisti che affollano le spiagge emiliano romagnole in questo periodo.
Fino al 12 agosto, in quattro stabilimenti balneari si svolge l’iniziativa “Vini di Romagna – DOP ON THE BEACH”. A Cesenatico al Bagno Vally n.53 e al Bagno Nettuno levante n.28, a Milano Marittima al Bagno Dario n.315/316 e a Pinarella di Cervia al Bagno Giardino n.72/73 saranno allestiti dei corner promozionali e, in base a un calendario concordato con le strutture, saranno presenti due giovani enologhe con l’obiettivo di invitare all’assaggio il pubblico. Un assaggio che riguarderà: Romagna Albana DOCG, Romagna Pagadebit DOC nelle versioni fermo e frizzante, Romagna Sangiovese DOC.
I corner saranno ben visibili grazie alla presenza di materiale promozionale realizzato ad hoc per l’evento: vele, t-shirt per il personale, depliant-invito all’assaggio dei vini, che verranno serviti in calici serigrafati con il marchio del Passatore, simbolo del Consorzio Vini di Romagna.
«La nostra amata riviera romagnola è da oltre cinquant’anni uno dei contesti turistici più visitati dell’estate. Siamo convinti che i vini di qualità della Romagna debbano sempre accompagnare la villeggiatura di chi sosta sulle nostre spiagge, contribuendo a mostrare e far ricordare un territorio orgoglioso e coeso, che vive delle proprie tipicità», sottolinea il Presidente del Consorzio Vini di Romagna, Giordano Zinzani. «Si tratta di una prova rivolta al consumatore per far conoscere alcune tipologie della DOP Romagna e testarne il gradimento in contesti in cui i nostri vini sono ancora poco utilizzati. Siamo certi del valore dei nostri prodotti DOP e pronti a proseguire il progetto qualora confermi le attese».
“Rosalaura”, il Sangiovese di Romagna che non ti aspetti
La Tenuta Colombarda, azienda vinicola romagnola, ha vinto la medaglia d’argento all’ultima edizione del “Rosé du monde 2016” con il vino Igt Rubicone Rosato “Rosalaura” 2015, un vino ottenuto da sole uve Sangiovese in purezza e vinificato in acciaio.
Tenuta Colombarda, che esiste dal 1850, ha ottenuto questo vino rivoluzionando il proprio metodo di lavoro volto alla qualità e al rispetto delle tradizioni e del territorio. L’azienda si trova a San Vittore di Cesena (FC) a circa 250 metri s.l.m., tra i morbidi rilievi dell’Appennino cesenate e il mare Adriatico e gode delle migliori condizioni ambientali grazie al particolare microclima e alla ricchezza dei terreni composti da preziose arenarie.
Al naso “Rosalaura” si presenta pulito, di buona intensità e persistenza. Sentori floreali di viole, rose e iris si mescolano piacevolmente a ricordi di frutta fresca di fragole, ribes e more. Finale di erbe aromatiche e agrumi. Al palato è fresco, dal frutto succoso e piacevolissimo nel ritmo acido. Chiusura sapida appena salata. Ottimo rosato da abbinare a piatti di pescato, carni bianche e uova.
Tecnologia d’avanguardia, tecnici esperti e l’enologo italo-francese Giuseppe Meglioli hanno contribuito negli anni a uno studio accurato e attento sui vitigni autoctoni, in modo da poter essere vinificati in purezza per ritrovarne le caratteristiche originali. Il lavoro di studio sulle relazioni fra vitigno autoctono e territorio sono cominciati qualche anno fa con notevole impegno di risorse. La Tenuta Colombarda applica una viticoltura ragionata sui vigneti nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo attraverso accorgimenti moderni. La scelta aziendale è quella di lavorare solo vitigni autoctoni in purezza e in acciaio per meglio valorizzare territorio e vitigno. In cantina, di fatto, la tecnologia serve per preservare un frutto già sano in partenza e tutti i vini, da quando sono nelle vasche a quando vanno in bottiglia, sono sottoposti a un controllo ferreo di assaggi e continue analisi di laboratorio, secondo un programma preciso per garantire la qualità sensoriale del vino che il consumatore berrà.
ALOIS LAGEDER, 2013 LÖWENGANG Chardonnay
Il LÖWENGANG Chardonnay è considerato oggi il vino simbolo della Tenuta Alois Lageder, azienda vitivinicola di Magrè (BZ) che vanta una tradizione nel vino di quasi due secoli e figura di riferimento nell’evoluzione qualitativa enologica dell’Alto Adige.
“Löwengang” è il nome della storica tenuta di famiglia, da cui deriva questo pregiato vino bianco, base del successo che il marchio Alois Lageder ha ottenuto a livello internazionale negli ultimi trent’anni. Nel 2014, infatti, è stata portata in cantina la trentesima vendemmia.
Questo straordinario chardonnay barricato è incluso nell’assortimento dei Masi, i Grand Cru della Tenuta Alois Lageder prodotti con uve raccolte nei migliori vigneti di proprietà, che si estendono su lievi pendii del conoide alluvionale dove è situato il paese di Magrè, a un’altitudine di 230 – 330 m s.l.m.. Qui il microclima è caldo e mite e il terreno è ghiaioso e sabbioso.
Magrè è una delle poche zone dell’Alto Adige in cui si trovano terreni quasi esclusivamente di origine calcareo-dolomitica.
A seguito del fortunato incontro con il celebre vignaiolo californiano Robert Mondavi nel 1981, Alois Lageder fece i primi esperimenti di affinamento in barrique nel 1983. Fu così che nacque un vino simbolo come il LÖWENGANG Chardonnay, che segnò un vero cambio di stile nel panorama vinicolo altoatesino.
“Con lo Chardonnay il nostro obiettivo è stato fin dall’inizio quello di poter lasciare a lungo il vino – ovvero uno, ma anche due anni – in contatto con i suoi lieviti. Per questo abbiamo deciso di usare le piccole botti di legno, sempre con l’intento di sentire il profumo e il sapore del legno solo marginalmente, riuscendo altresì ad esaltare le qualità peculiari della varietà della nostra zona”, afferma Alois Lageder.
Questo vino viene presentato il terzo anno dopo la vendemmia, poiché si evolve positivamente nel tempo, e a dimostrarlo sono le vecchie annate, che sono ancora molto buone, giovanili e si presentano con grande armonia. A metà degli anni Novanta, l’azienda decide di creare una collezione in cui custodire alcune annate storiche dei vini di punta, tra cui anche il LÖWENGANG Chardonnay e, da qualche anno, propone queste riserve nell’assortimento “Rarum”.
A partire dal 2009 le annate del LÖWENGANG Chardonnay – le cui uve derivano da coltivazione biologico-dinamica – sono certificate Demeter.
ESPRIMI UN DESIDERIO CON STAR LIMITED EDITION!
Finalmente è arrivata la bella stagione che porta con sé serate tiepide e cieli stellati, cene tra amici e aperitivi all’aria aperta! Duca di Salaparuta ha deciso di festeggiare l’estate con una scintillante Limited Edition… Star, raffinato blend che unisce l’elegante fragranza dell’Insolia alla freschezza dello Chardonnay, reso vivace da una leggera nota pétillant, porterà la magia delle stelle sulle vostre tavole grazie ad una bottiglia unica. Una leggera sabbiatura a rendere delicatamente opaco il vetro trasparente e a far risplendere la costellazione sulla bottiglia, che riflette la luce di questo vino straordinariamente fresco al palato e allegramente brioso, perfetto protagonista di ogni aperitivo ma anche di un pasto piacevole. Star, chiara e piena espressione del proprio territorio di origine, si rivela infatti con un profumo intensamente fruttato e ricco di note agrumate che, unito al leggero tocco di vivacità che lo contraddistingue, lo rendono un vino intrigante e contemporaneo nella personalità e nello stile. Il design raffinato e suggestivo di Star Limited Edition evoca notti limpide in riva al mare e dolci serate in città, trascorse con gli amici o con la persona amata e il naso all’insù, a guardare il firmamento in attesa della stella cadente che porterà con sé i vostri desideri estivi.
Star Limited Edition è in vendita in Enoteca Florio – Cantine Florio (Marsala)
Prezzo al pubblico: 15 Euro