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ALTO ADIGE, UN MONDO DI PROPOSTE TURISTICHE PER CHI AMA IL VINO
L’Alto Adige, culla di oltre venti diversi vitigni, è il territorio ideale dove programmare una vacanza rilassante all’insegna del buon vino e del divertimento all’aria aperta. Grazie alla originale Culturonda® Wein App è possibile scoprire le tante attrattive della zona, tutte a portata di smartphone.
Cosa c’è di meglio per chi apprezza il vino del poterlo degustare e conoscere nei territori in cui prende vita? Forse, solo la possibilità di abbinare questa passione a tante altre occasioni di intrattenimento per il resto della famiglia.
L’Alto Adige, culla di vini dalla grande finezza e personalità, è il luogo ideale dove programmare una vacanza all’insegna dell’enogastronomia e del relax. Sono tante e diverse le proposte per i turisti che nei mesi più caldi animano le strade di città e paesini della provincia altoatesina. Per chi ama le passeggiate e le escursioni all’aria aperta, adatte sia agli adulti che ai bambini, esistono ben sette percorsi eno-didattici e eno-escursionistici che si snodano tra i vigneti. Con diversi gradi di complessità e durata, ciascuno offre al turista la possibilità di assaporare il territorio altoatesino, toccando con mano le vigne e le uve, scoprendo i segreti legati alla viticoltura e alternando alla camminata piacevoli degustazioni.
Anche gli appassionati di due ruote trovano nell’Alto Adige la propria meta preferenziale. Grazie alla grande varietà di paesaggi e alle diverse altitudini su cui la provincia si snoda, la mountain bike è forse il mezzo più indicato per chi desidera assaporare tutte le peculiarità e tipicità della zona. Sono tre i percorsi ciclabili che costeggiano la Strada del Vino, attraversando le più estese aree vinicole della regione: partendo da Bolzano, si può raggiungere Caldaro, arrivando poi fino a Cortaccia. I tracciati, con pendenze variabili da 350 a 534 metri, attraversano i più bei vigneti dell’Alto Adige portando alla scoperta di tenute medievali, castelli e rinomate cantine, dove è possibile tra l’altro prenotare visite guidate.
Sono tanti i turisti che nel corso dell’anno scelgono l’Alto Adige come destinazione per le loro vacanze. Dall’inverno, grazie agli impianti sciistici all’avanguardia e alle piste mozzafiato, alla primavera e all’estate, con le lunghe giornate e il clima mite che invitano a escursioni e gite nella natura. Ma per gli appassionati di vino il periodo più bello per visitare questi luoghi è senza dubbio l’autunno, il tempo della vendemmia in cui i contadini sono all’opera nei vigneti e si respira a pieni polmoni il trascorrere delle stagioni.
E proprio per i “turisti del vino” è stata messa a punto una soluzione innovativa a portata di smartphone: la Culturonda® Wein App. L’applicazione, disponibile per dispositivi Apple e Android, guida il visitatore dell’Alto Adige alla scoperta del territorio, mantenendo sempre come punto fermo il suo profondo legame con il vino. Paesaggio, architettura, vitigni, terroir, sentieri didattici, cantine e tenute, arte e degustazione, storia, monasteri, gastronomia e tradizioni: 12 temi tra cui scegliere in base alle proprie propensioni, ognuno dei quali è declinato in tre proposte. Un’apposita sezione della App facilita la ricerca da parte dell’utente di ogni punto d’interesse, in base alla sua esatta posizione e al suo tempo a disposizione. E per chi tra una visita e l’altra desidera assaggiare qualche specialità del territorio, nella sezione “Il vino giusto?” si può scoprire il vino ideale da abbinare ai piatti della tradizione altoatesina.
Per ulteriori informazioni: www.vinialtoadige.com
Metti una sera a cena col … FERRARI di Marco Marucelli
Agli amanti del lusso la prima cosa che viene in mente è una gita fuori porta con l’auto del cavallino rampante, ma dietro al cognome Ferrari si cela, per gli appassionati buongustai, una delle più importanti aziende vinicole italiane, di proprietà della famiglia Lunelli.
L’occasione è data dall’inaugurazione del ristorante interno al Casale Podernovo, tra le splendide colline pisane, dove da sempre hanno fatto da padroni il relax, la natura, i grandi vini e da oggi anche la buona cucina.
Il Casale Podernovo è una residenza di charme tra le dolci colline pisane, in una zona di rara pace e bellezza, dove nascono i vini toscani delle Tenute Lunelli. Accoglie i suoi ospiti in appartamenti ristrutturati con eleganza, pur mantenendo lo spirito rurale del luogo. L’amenità dell’ambiente, la sua piscina e le tante attività organizzate per rendere ancora più piacevole la permanenza, da oggi si arricchiscono di un piccolo ristorante, la Locanda Podernovo, che offre una cucina semplice, raffinata e legata al territorio.
La cucina è stata affidata a un giovanissimo chef, Sebastiano Cont, che, dopo la Scuola di Scienze Gastronomiche di Parma, ha lavorato in cucina con Alfio Ghezzi, alla Locanda Margon, il ristorante stellato di Casa Ferrari a Trento. Una scelta coerente con l’approccio gastronomico del Gruppo Lunelli, di cui fanno parte sia Ferrari sia le Tenute Lunelli, ma che vuole soprattutto esaltare i sapori del territorio in modo semplice, attraverso una materia prima di grande qualità.
Dopo un aperitivo servito nel prato antistante la Locanda ed abbinato al Ferrari Perlè Trentodoc, la cena si è articolata in quattro portate, una più gustosa dell’altra, che sono state servite in abbinamento sia agli spumeggianti vini trentini Ferrari che ai due intriganti rossi prodotti proprio dalla tenuta toscana della famiglia Lunelli.
Zuppetta di ceci, gamberi, pane fritto e pecorino alla cenere abbinato al Ferrari Maximum Rosè Trentodoc come inizio. A seguire una strepitosa interpretazione del piatto più amato dai gourmet: spaghetto Martelli al pomodoro, pomodorini canditi e ricotta al forno che si è sposato perfettamente ad ALIOTTO, Toscana IGT Rosso delle Tenute Lunelli. Piatto principale è stato la tagliata di manzo alla griglia con verdure di Podernovo che si è lasciata gustare, nella sua perfetta cottura, al più nobile Teuto, Toscana IGT Rosso delle Tenute Lunelli. Il dolce finale è stato tanto semplice quanto di una delicatezza speciale: Mele trentine caramellate, cantucci e crema soffice al Ferrari Demi-sec, che è stato sapientemente abbinato allo stesso vino spumante Trentodoc usato nella crema come ingrediente.
La brezza delle colline Pisane ci ha poi delicatamente accarezzato al momento del caffè, servito insieme a dolci quadretti di cioccolato di Modica a cui è seguita la degustazione di grappe della Distilleria Segnana ed a varie tipologie di sigari, apprezzate dagli amanti di questo prodotto che amplifica ancor di più il concetto Toscano.
La proposta della Locanda sarà per il momento stagionale e serale, ma dalle 15 alle 18 il locale sarà aperto per le degustazioni dei vini della Tenuta Podernovo, accompagnati da assaggi preparati ad hoc dallo chef. E’ infatti possibile visitare la cantina e seguire il ciclo di vita dei vini della Tenuta, Teuto e Aliotto, dal vigneto fino al calice.
Info e prenotazioni:
Locanda Podernovo
Via Podernuovo 13
Terricciola (PI)
Tel. 0587 655173 – www.casalepodernovo.it
“Fassa Fuori Menù”: il festival è servito… open air
Il 4 e 5 luglio sono ritornate le performance gastronomiche tra piazze, prati, fienili e teatri di una decina dei migliori chef della valle
Dopo aver stupito nell’estate 2014, con le loro eccellenti ricette a base di prodotti locali,hanno fatto il bis tra piazze, prati, fienili e teatri della valle, i dieci chef di “Fassa Fuori Menù”. Nel fine settimana del 4 e 5 luglio e a ripetersi in quello del 19 e 20 settembre, il festival gastronomico dal format innovativo che ha conquistato tutti.
Dalla nostra inviata Irina Lavnichenko:
(Foto e testi di Irina Lavnichenko)
Viaggio tra i profumi ed i sapori del Commissario Montalbano di Marco Marucelli
Nella Sicilia finora meno conosciuta, tra il mare di cristallo ed i Monti Iblei, la provincia di Ragusa si offre al curioso gourmet come un paradiso di luoghi, tradizioni, profumi e gustosi sapori che hanno ispirato la famosa serie editoriale e televisiva del commissario-buongustaio, Salvo Montalbano.
Quando si giunge in un territorio come questo, nella punta più meridionale della Sicilia, conosciuto troppo fugacemente durante le precedenti “incursioni” gustose in questa regione, si ha immediatamente voglia di conoscere usi, costumi, prodotti agroalimentari e peculiarità artistiche, sebbene il tempo che ci riserviamo fin dall’inizio appaia piuttosto limitato. Nel momento in cui si incontrano sul nostro percorso persone ricche di cultura, di simpatia e di grandi idee, ci accorgiamo ancor più che quello che è nato come un breve, ma ricco tour, si trasforma solo in un piacevole assaggio per un ritorno ancor più intenso e nel più breve periodo possibile. Giornate intense, baciate da un clima speciale sia per il sole che per le tante scoperte e conferme ricevute.
L’arrivo sull’isola con un volo che atterra a Catania, scansando le pendici del grande guardiano fumante della costa chiamato Etna che sulle sue pendici scure di lava, consente la crescita di grandi vini e speciali prodotti della terra tra cui i famosi pistacchi di Bronte, è già un tripudio di colori, di suoni e di profumi. Attraversare la campagna che da Catania conduce a Ragusa e da lì allo splendido Donnafugata Resort, pervasa dai carrubi, alberi che in questa zona rappresentano una buona parte dell’economia agricola, insieme alle famose arance di Lentini ed ai tanti altri prodotti che incontreremo in questo viaggio.
Paesi in collina, arrampicati come in un presepe, campanili e palazzi barocchi che costellano come pietre preziose, vallate e pianure, un tripudio di pace e serenità che accompagnano il turista fino alla meta prescelta. Il piacere dell’incontro con gli abitanti del luogo, la proverbiale ospitalità siciliana, qui ancor più amplificata dalla voglia di raccontare, di conoscere ma soprattutto di offrire con il cuore.
La sistemazione in una confortevole camera del Donnafugata Golf & SPA Resort, proprio accanto alle terre dominate dall’omonimo castello, ti fa immediatamente capire che non serve percorrere centinaia di chilometri in terre straniere per trovare eccellenze di ospitalità e di gusto. Un luogo che offre oltre a due campi golf da 18 buche per gli appassionati di questo sport “en plein air”, tutto quello che si potrebbe desiderare per un soggiorno di relax, coccolati dall’attenzione del personale dei vari settori di questa vasta struttura, dai massaggi e dai percorsi della SPA, dalle prime colazioni che solo nei sogni gourmet è possibile immaginare, dai pranzi meno informali alle cene più eleganti e raffinate consumate nei due ristoranti, affidate alle mani del giovane ma talentuoso chef pugliese ed alla sua brigata di cucina.
Un viaggio come questo non poteva che aver inizio proprio sedendo dietro ad un tavolo sobriamente apparecchiato che proponeva, giusto per dare la carica necessaria ad entrare in tema, crudità di pesce, uno strepitoso tonno alla siciliana, delle polpettine di pesce e dei freschissimi sgombri, un primo piatto a base di un raffinato sugo di gamberi e pistacchi, tanto semplice quanto immensamente ricco di gusto.
Non potevano mancare nel finale i dolci, la Sicilia ne è la patria indiscussa, e seppur il clima caldo non invogli a mangiarne troppi, la bontà e la genuinità dei cannoli alla ricotta dei Monti Iblei o le Minne di Sant’Agata (una sorta di cassatine delicatissime) trovano la giusta armonia per farsi assaporare e restare così indelebilmente impressi anche nell’anima. Dopo una breve pausa a bordo della fresca piscina del resort, ecco arrivare il bus che inizierà a condurci tra mare e monti, palazzi e chiese in città e fattorie e masserie in campagna, cioccolata e formaggi, carne e pesce … insomma ci farà tuffare in una orgia di gusto vero, sano e unico.
La prima sorpresa è rappresentata dalla nostra guida che, in questi giorni, ci ha fatto da appassionato mentore e che, semmai non lo si fosse capito, ha scelto la Sicilia con il cuore, proveniente dalla più fredda Russia, innamorandosi non solo delle persone ma anche dei luoghi, dei sapori e dei piatti di questa terra. Non è facile trovare una persona che con tanta enfasi, competenza, naturalezza e tanto sentimento, riesce a far cogliere anche alcuni aspetti più profondi, a volte filosofici, di questa area dei Monti Iblei.
Prima sosta del percorso è rappresentata da una lunga passeggiata nei luoghi cari al personaggio del Commissario Montalbano, usciti dalla penna di Andrea Camilleri, da Marina di Ragusa attraverso Punta Secca fino a Scoglitti. Il centro della marina ragusana è un fermento di persone, tanti i turisti, molti stranieri, che animano i vicoli e le botteghe che offrono gelati e le tipiche granite e cremolate. Punta Secca invece ci accoglie con quella che nella versione televisiva è la dimora ed anche il nido d’amore nonché il desco di gustose cenette … del commissario siciliano. E come potrebbe essere diversamente vista la collocazione, sulla spiaggia, di fronte ad un mare stupendo che ogni sera viene baciato da un tramonto da mozzare il fiato e, come vissuto dal nostro gruppo, successivamente illuminato dal chiarore della luna piena che si confonde con il cifrato messaggio del faro nella piazza principale. Non è tanta la strada che ci separa da Scoglitti, dove i piatti della tradizione locale a base di pesce freschissimo ci attendono in uno dei locali più interessanti di questo paese, il Ristorante SAKALLEO col il suo patron, un nobile di sinistra, come lui stesso si definisce, grande personaggio dell’ economia e della politica locale, che non disdegna di spiegare, passo dopo passo le prelibatezze che inebriano i commensali. Dopo cena un caffè in uno dei bar più frequentati del lungomare per ascoltare ancora storie ed aneddoti di cui è ricca questa Sicilia.
Il risveglio alle prime luci dell’alba consente di apprezzare i colori della natura, i profumi che la brezza trasporta dal vicino mare, la delicatezza dei vari croissant e dolcetti con cui iniziare al meglio una giornata che si preannuncia ricca di scoperte di gusto. La prima è certamente quella avvenuta nella campagne di San Giacomo vicino a Ragusa dove il Caseificio Occhipinti ci ospita per far conoscere da vicino le peculiarità di un grande formaggio a pasta filata, il Ragusano DOP, del cui ente di tutela è presidente proprio il simpatico proprietario del caseificio. Ma le meraviglie prodotte dal latte di questa zona vocata a pascoli ed ai prodotti caseari ci portano a gustare una sublime ricotta, delle provole fresche o affumicate, dei bocconcini di mozzarella. Praticamente quanto di meglio la cura e la manualità possono produrre per accattivarsi ancor di più il gusto di appassionati gourmet. Il viaggio del gusto ci spinge fino nelle vallate interne di Giarratana, famosa a buona ragione per la sua dolcissima cipolla dalle generose dimensioni. Al ristorante Locanda Angelica – Le Due Palme, che ci accoglie nel suo dehor, facevano ala alcuni banchi di produttori locali che presentavano prelibatezze che, di li a poco, sarebbero state trasformate dagli chef, nei gustosi piatti che hanno caratterizzato il pranzo. Dalle conserve, ai salumi, dai formaggi alle erbe aromatiche, tutte prodotte nel rispetto della qualità e aderenti al marchio “Nel cuore degli Iblei”. Al termine una gustosa prelibatezza realizzata dal Bar Terranova di Monterosso Almo, il gelato ai gusti del finocchietto selvatico e dell’origano.
Lasciata la zona più selvaggia e al tempo stesso verace di questa terra, si raggiunge Ibla, la parte storica di Ragusa, città di grande valore storico e patria di eccellenze del gusto. Le chiese, oltre cinquanta, con le loro architetture ed i preziosi contenuti di opere d’arte che spesso ne contraddicono l’apparenza. In alcuni casi più essenziali esternamente ma più ricche all’interno o viceversa. Anche il locale teatro Donnafugata, gestito da secoli dalla stessa famiglia, propone ad ogni stagione un bel programma che certamente in questa bomboniera esprime al meglio ogni potenzialità. Nell’ attesa che aprano le porte del duomo, cosa di meglio se non degustare uno dei gelati al vino (ma non solo) che propone Gelati Divini ed apprezzare così l’architettura esterna della basilica, rinfrescando le papille.
L’imponenza della struttura e la grande scalinata mascherano una più semplice architettura interna, salendo ed aggirando la chiesa si raggiunge l’altezza della cupola godendo di un panorama mozzafiato a 360 gradi. Il centro storico che si percorre è ricco di viuzze, palazzi nobiliari, Bed and Breakfast sorti in dimore antiche ed apprezzati da chi ama carpire con la propria anima questo spicchio di storia siciliana. Una giornata impostata al gusto non poteva che terminare in una delle più importanti cantine di Vittoria, ricordiamo che la sapiente unione del Nero d’Avola con il Frappato partorisce il famoso Cerasuolo di Vittoria, unica DOCG dell’isola. Ma la cantina Maggiovini non produce solo questo vino tipico ma anche un frizzante rosato metodo Charmat, un Grillo bianco, un Frappato ed un Nero d’Avola in purezza ed un Passito che corona perfettamente il sogno di qualsiasi amante del buon vino. I vini sono stati abbinati ai prodotti locali ed a piatti della tradizione che hanno contribuito a creare un clima di convivialità e buongusto allietato dalle canzoni siciliane eseguite da un simpatico, quanto popolare, gruppo folk locale. E dopo aver gustato, ballato, cantato in famiglia, impossibile, prima di andare a riposare, non fare una passeggiata nel centro di Vittoria (nome che deriva dalla Contessa Vittoria Colonna Cabrera che ne decise la fondazione agli inizi del 1600). La luna illumina le strade e le piazze rendendo il paesaggio etereo, sembra quasi che il tempo si sia fermato, gli imponenti palazzi, le piazzette con la chiesa che riveste anche simbologie di appartenenza a luoghi e che ricorda, nel santo a cui è dedicata, il patrono di una delle altre città limitrofe da cui provenivano gli originari abitanti di questa città, che, alla periferia meridionale si incrocia con la Riserva Naturale Pino d’Aleppo. Lo stesso chiarore di luna che ci ha accompagnati nell’escursione ci augura la buona notte, ricordandoci l’appuntamento con il caldo sole del giorno seguente per intraprendere un’altra tappa, purtroppo l’ultima, di questo breve ma intenso tour.
Ci attende Modica con il suo barocco, le sue deliziose creazioni al cioccolato, le sue cremolate alla frutta, i cui profumi ci assalgono appena entrati nel centro della città. Ma la visita a questa meravigliosa realtà Iblea deve necessariamente iniziare dal belvedere da cui si riesce a vedere integralmente la città, quella bassa e quella alta, con le sue chiese ed i suoi palazzi. Percorrere i vicoli che dal costone della collina scendono verso il centro città, è come passeggiare in un sogno, ci accompagnano dei gattini randagi ma ben nutriti che qui addirittura godono dell’alloggio in alcune case abbandonate e fanno così parte del folklore locale, come le piccole trattorie che presentano piatti tradizionali a prezzi più che onesti. Ed eccoci in vista della parte centrale, del corso che accoglie tante attività, tra cui lo squisito Caffè dell’Arte, dove rinfrescarsi con una granita oppure una cremolata al fico o alla pesca (tanto per citare due gusti) o gustare il caffè modicano (volutamente non descritto per evitare sbalzi di glicemia nel lettore! n.d.d.), visitare il museo della cioccolata di Modica o immergersi nella storia di questa lavorazione nel vicino “Dammusu ro Ciucculataru”, dove si rievoca la tradizione nella lavorazione a freddo (o meglio a bassa temperatura, circa 40°, senza contatto diretto con il fuoco su una sorta di pietra lavica, a forma di mezzaluna, chiamata metate) della massa di cacao con lo zucchero, fino a realizzare una tavoletta che esprime la piacevolezza del cioccolato unita alla croccante consistenza dei granelli di zucchero. Una visita alla Chiesa di S.Pietro, con i dodici apostoli che vigilano sulla scalinata, quasi ad invitare ad accoglierci tra i capolavori artistici che sono qui conservati. Uscendo troviamo invece il vecchio quartiere ebraico (Cartellone) che racchiude in se passato, presente e futuro del cioccolato di Modica, grazie al laboratorio della Antica Dolceria Bonajuto. Un’altra piccola ma grande scoperta è rappresentata dal teatro che porta il nome dell’eroe delle due Sicilie, Giuseppe Garibaldi e che accoglie gli spettatori nella raccolta platea e nei palchi che la coronano. I 220 scalini che servono per raggiungere l’ingresso del Duomo di San Giorgio non recano alcun disagio una volta che si aprono le porte e siamo accolti dalla immensa visione di un antico organo e di affreschi storici che raffigurano scene religiose. Una particolarità si trova in una teca, dove un Cristo con una sorta di gonnella ci richiama ad una simile raffigurazione, questa volta su tela di origine spagnola, presente a Scicli. Il tempo è sempre tiranno soprattutto quando vorresti che si fermasse. Ancora una sosta, gustosa e ricca di sorprese. Appena fuori Modica troviamo CIOMOD un luogo dove ristorazione, qualità di prodotti, accoglienza e professionalità si incontrano in un mix unico. Qui alle camere di Casa Ciomod, si uniscono un atelier del cioccolato Ciomod, un progetto ristorativo Gurmè in cui i giovani chef propongono una cottura in vaso di vetro che, unendo la tradizione e la qualità della materia prima, riesce a dare dei piatti davvero speciali. Non poteva mancare una prova di abilità, condotta dal maestro cioccolatiere che ci ha invitato a creare delle “sculture” di cioccolato di Modica da riportare a casa come dolce ricordo. Anche il pranzo a base di salumi e formaggi dei Monti Iblei, degli arancini al formaggio, insieme ad una variante modicana delle chips di patata…unica ed irresistibile, hanno fatto compagnia in tavola ai vini offerti che spaziavano tra quelli che hanno fatto grande questa provincia, capeggiati da un grande Cerasuolo di Vittoria DOCG.
Ancora uno sguardo all’orologio che ci indica inesorabile che il tempo è scaduto e mentre i ricordi ed i gustosi pensieri ci accompagnano all’aeroporto di Catania per il rientro alle località di residenza, il palato complice con il cuore inizia ad elaborare la possibilità di ritornare in queste terre, dominate dai Monti Iblei, dalla storia , dall’arte e dalla grande cucina, ma soprattutto dalla grande umanità e simpatia dei suoi abitanti degni rappresentanti di un piccolo, grande, immenso territorio che lascia un segno nel profondo dell’anima. Alla prossima … Terre di Montalbano!
ANGHIÒ, IL FESTIVAL DEL PESCE AZZURRO TORNA A SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Fino al 12 Luglio, Anghiò, il Festival del pesce azzurro, torna a San Benedetto del Tronto per animare, con gusto, l’estate della Riviera delle Palme. Ideato e organizzato da Tuber Communications e dall’Agenzia Sedicieventi, la kermesse promette abbondanza di specialità gastronomiche marinare, incoronando ancora una volta l’alice (“anghiò“, in dialetto marchigiano) regina dalla manifestazione.
A finire nel piatto, sapientemente preparati da abili cuochi e grandi Chef, saranno anche sarde, sgombri, ricciole, tonni e molte altre varietà di pesce azzurro, ricco di proprietà benefiche e nutrizionali.
Scelto dalla Regione per rappresentare l’eccellenza del Piceno e delle Marche ad Expo Milano 2015, Anghiò conferma ancora una volta la formula vincente del Festival, nato per promuovere e valorizzare la lunga tradizione ittica delle Marche ed in particolare di San Benedetto del Tronto.
Il Palazzurro, con un tripudio di pesce declinato in tutte le salse, sarà ancora una volta il centro vitale della manifestazione. All’interno dell’invitante struttura, turisti e visitatori potranno scegliere e assaggiare tantissime ricette a base di pesce azzurro provenienti dall’Italia e dal Mondo.
L’appetitoso calendario della kermesse sarà arricchito anche da mostre, convegni, incontri e seminari informativi che aiuteranno i visitatori a conoscere meglio le qualità di questo pesce, rivalutato dal punto di vista nutritivo e dietetico. Cene a tema, degustazioni, show cooking e piatti proposti da rinomati Chef permetteranno ai partecipanti di apprezzare al meglio il gusto del pesce azzurro, un tempo considerato povero ma poi scoperto ricco di proprietà nutrizionali. Gustosa e leggera, questa varietà di pesce è nota per le sue preziose qualità organolettiche, per la cospicua presenza di sali minerali, di vitamine e soprattutto di omega 3, gli acidi grassi polinsaturi che svolgono effetti benefici sul cuore e la circolazione abbassando il livello del colesterolo. Per intrattenere i più piccoli, accanto ai piatti tipici della tradizione italiana e internazionale, non mancheranno coinvolgenti laboratori didattici per bambini.
MAGNA ETRURIA IN VIAGGIO CON VETRINA TOSCANA ALLE ORIGINI DEL GUSTO
Parte a Fiesole il 29 giugno la I edizione di Magna Etruria una degustazione di piatti etruschi e romani nell’area archeologica di Fiesole in abbinamento alla mostra: La mensa in età etrusca, romana e longobarda
Assaggiare cibi etruschi e romani all’interno degli scavi archeologi è l’atmosfera ideale per un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca delle origini del gusto.
Questo propone la I edizione di Magna Etruria: entrare idealmente in contatto con le radici genealogiche della cucina toscana, circondati dalle vestigia di questi due popoli che si sono combattuti per poi fondersi gli uni negli altri, anche per quel che riguarda le abitudini alimentari.
Nelle date 29 giugno, 12, 15 e 29 luglio, all’interno dell’area archeologica di Fiesole, nella terrazza sovrastante il Teatro Romano, sarà possibile degustare tutti i piatti in serate suggestive organizzate da Luca Bertini con la collaborazione del Caffè del Teatro Romano di Alvaro Fini, il Comune di Fiesole e Vetrina Toscana.
Oltre alla straordinaria location, l’amministrazione comunale di Fiesole proporrà ai partecipanti visite guidate gratuite alla mostra “La mensa in età etrusca, romana e longobarda” a cura degli Amici dei Musei di Fiesole. Il curatore del Museo Marco De Marco presenterà insieme a Luca Bertini, ideatore dell’iniziativa, i piatti e spiegherà le loro origini etrusche. Inoltre, le serate del 29 giugno e del 15 luglio daranno libero accesso ai concerti di musica Jazz nell’anfiteatro. La serata del 12 luglio, invece, è stata inserita nel programma delle Notti dell’Archeologia in Toscana.
In tutto il periodo i ristoranti fiesolani di Vetrina Toscana proporranno un piatto della tradizione etrusca che ci farà comprendere come i gusti dei nostri antenati fossero molto più simili ai nostri di quanto ci si possa immaginare.
I ristoratori aderenti all’iniziativa offriranno ai propri clienti anche dei buoni sconto, offerti dal Comune di Fiesole, per la visita della mostra e dei buoni sconto saranno offerti ai visitatori della mostra per recarsi nei ristoranti ad assaggiare i piatti “etruschi” che lo chef avrà inserito in carta.
Il menù delle serate e i piatti dei ristoranti si ispireranno alle fonti storiche per lo studio dell’alimentazione degli Etruschi, sia di tipo letterario (greche e latine), sia sui reperti archeologici e sugli affreschi rinvenuti nelle tombe, appositamente studiate da Luca Bertini.
Si partirà con le uova, alimento immancabile del banchetto etrusco. Agli ospiti di riguardo, infatti, si offrivano uova sode prima di iniziare il pasto. Tracce della sacralità di questo alimento rimangono nel rito cattolico della benedizione delle uova, fonte di nuova vita, durante la settimana santa che precede la Pasqua, ma ancor più nelI’usanza, tipica di tutto il centro Italia, di consumare uova sode benedette prima di iniziare il pranzo pasquale.
Si finirà invece con la lattuga perché nella cultura gastronomica etrusca I’insalata veniva servita alla fine del pranzo, perché aveva il compito di facilitare la digestione. Marziale, nei suoi epigrammi, scrive: “perché mai la lattuga, che di solito chiudeva la cena degli avi, oggi dà inizio ai nostri pasti?” Già i Romani, dunque, avevano modificato l’usanza alimentare di consumare erbe e insalate a fine pasto.
Non potrà mancare il farro offerto per l’occasione dal Consorzio Produttori di Farro della Garfagnana IGP e neppure il pesce. Gli Etruschi, infatti, erano considerati dai Greci e dai Latini i “signori assoluti e incontrastati dei mari che bagnano la penisola italica”. Avevano una flotta molto efficiente per difendere i porti e i loro traffici commerciali. Non ci sono pervenuti molti reperti tranne dei pesi per le reti e qualche amo. Di grande importanza è la serie di piatti con immagini di pesci alcuni dei quali conservati nel Museo Civico Archeologico di Fiesole (immagine in allegato)
Magna Etruria è un evento ideato da Luca Bertini, realizzato in collaborazione con il Comune di Fiesole e Vetrina Toscana
I ristoranti fiesolani che hanno aderito sono:
VINANDRO – BISTROT CAFFÈ al n.5 – RISTORANTE ‘I POLPA – RISTORANTE della PENSIONE BENCISTÀ – RISTORANTE AURORA – RISTORANTE CAVEMARE – LINEA 7 – TRATTORIA CAVE DI MAIANO
Per i dettagli: www.magnaetruria.it; www.vetrina.toscana.it
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi all’Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica del Comune di Fiesole o al bar del Teatro Romano o telefonare ai numeri: 055 5961323 – 311; 3484003148 o 3474068135
Costo a persona per ogni serata: € 35,00
“SPORT & FITNESS FESTIVAL “…. vista mare !!
Tutto pronto per la quarta, attesissima edizione dello “Sport & Fitness Festival” che per le vie del centro cittadino (da Piazza Sirena a Piazza della Stazione, passando per Viale Nettuno e il lungomare), animerà Francavilla con la più grande palestra a cielo aperto del centro sud Italia. Dal 26 al 28 giugno, insomma, ci attende una tre giorni di sport ed esibizioni tra wellness, giochi, divertimento e tante, tante manifestazioni collaterali che partiranno dalla mattina per concludersi a sera. Edizione speciale dedicata all’Expo ed al benessere dove l’attività del fisico diventa nutrimento per la vita. Sport, fitness e benessere, dunque, come filiera per lo sviluppo turistico, nella città di mare abruzzese con un’offerta straordinaria per quanto concerne le strutture sportive e la pista ciclabile che sarà ampliata sul mare percorrendo la città per la lunghezza. Diversi sono i principali eventi che si snoderanno dall’inizio alla fine del festival: si va dall’Area Cycling con Pump Treack, evoluzioni in bici, Bike Trial ed escursioni guidate in Bike. Dall’alba, sul Pontile a mare, fino a sera nelle piazze principali lezioni di Yoga 4 elements, Zumba, Rebound, Breack Dance, Fit & Boxe, Arrampicata, Scherma e Arti Marziali, completano la palestra a cielo aperto più bella dell’estate. Istruttori di fama guideranno gli sportivi e i curiosi a conoscere le nuove specialità ginniche per tenersi in forma. Madrina dell’evento Annalisa Minetti che terrà il giorno 26 giugno una lezione di spinning con la Palestra On Fit Centro Sportivo. Special Guests della manifestazione Salvatore Panebianco, Cristiano Verducci, Leonida Caforio. E poi la “Nuotalonga” di domenica 28 giugno l’appuntamento regionale di pugilato del 27 giugno. I tornei internazionali di videogaming Blue Wave Open Tournament e il primo trofeo podistico “Sport & Fitness Festival” in programma domenica 28 giugno, senza dimenticare l’area wellness e olistica.
Previsti anche talk show in diretta dalla manifestazione contornati da tanti spettacoli serali. Un appuntamento imperdibile per gli appassionati delle discipline sportive e per chi vuole conoscere le novità nel capo del fitness, tutto questo vista mare.
Il Palio del Sangiovese edizione 2015 – Borgo Maggiore (San Marino) e le sue antiche cantine 26-27-28 giugno 2015
Nell’ultimo week end di giugno le piazzette e i vicoli medievali di Borgo Maggiore a San Marino diventano suggestiva meta culturale ed enogastronomica, rivivendo le antiche tradizioni del vino in grotta e degli affollati mercati delle tipicità gastronomiche e artigianali, che per secoli hanno reso famoso l’antico Borgo sotto il monte Titano.
L’appuntamento è per il 26-27-28 giugno 2015 con la seconda edizione del Palio del Sangiovese, una tre giorni all’insegna del vino d’eccellenza, con banchi d’assaggio, abbinamenti con le tipicità del territorio, mostre e convegni. Il tutto allestito nei luoghi della memoria, utilizzando cioè come palcoscenico dell’evento, le strette vie del centro storico, i vecchi negozi e le antiche cantine scavate a decine sotto i medievali palazzi del Borgo. Protagonista del Palio, il vitigno sangiovese, declinato nei terroir d’eccellenza di quattro regioni italiane vocate alla sua produzione: la Romagna, la Toscana, l’Umbria e le Marche, oltre naturalmente alla Repubblica di San Marino.
Sorto nella Repubblica di San Marino nel XII secolo, l’antico distretto di Borgo Maggiore, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2008, vanta una lunga storia ricca di tradizioni e una particolarità che riguarda la forte proliferazione all’interno del nucleo storico di antiche cantine, molte delle quali scavate nella roccia e utilizzate per la produzione e la conservazione del vino.
Il Borgo, in sammarinese E Bòrgh, già agli inizi del 1700 era noto infatti per il numero e “la prodigiosa freschezza delle sue grotte, ove conservansi delicati vini’, come scriveva Luc’Antonio Gentili da Torricella nella sua ‘Relazione su San Marino’. E ancora, l’Archiatra Pontificio Gianmaia Lancisi, sostando nel borgo per uno spuntino, scriveva “E chi il prezioso vino, che zampillando dalle freschissime grotte, che colà sono, invitava ancora i golosi della cioccolata ad assaporarne un tantino”.
Così in occasione del Palio, il Sangiovese torna a scorrere in molte di queste cantine che si riaprono al pubblico, rinnovando così l’antica tradizione del vino nelle grotte. Fra le più popolari per freschezza naturale si ricordano ancora oggi, la Grotta Natalucci-Fabbi, le Cantine Venturini e la Cantina Filippi.
Insieme alle cantine, nella tre giorni del Palio ritorna all’antico splendore tutto il Borgo, animando le strette vie e le piazzette con stand gastronomici e banchi d’assaggio gestiti dai sommelier di Ais di San Marino e riaprendo le porte di antichi negozi e vecchi palazzi dove alle degustazioni di vino e di prodotti del territorio si alterneranno mostre di artigianato, concerti, e assaggi di piatti della tradizione.
E naturalmente come in ogni Palio che si rispetta i Sangiovese dei vari terroir invitati a San Marino saranno in gara per strappare l’ambito trofeo proprio come in un antico torneo medievale.
A contendersi il primato decine di etichette provenienti dai vigneti romagnoli, toscani, umbri e marchigiani che hanno raccolto la sfida dei vini del Titano, uniti nel Consorzio Vini Tipici di San Marino.
A giudicare i vini saranno una giuria tecnica di esperti, a cui parteciperanno sommelier e grandi nomi dell’enologia nazionale, e una popolare, composta dal pubblico dei degustatori. I vincitori saranno designati dalla somma dei giudizi delle due giurie.
Il Sangiovese sarà anche il protagonista, sabato 27 giugno a partire dalle ore 11,00 di una tavola rotonda che si svolgerà sotto il loggiato di ‘Piazza di Sopra’ a centro del Borgo, che vedrà come ospiti enologi, agronomi, giornalisti e sommelier di fama nazionale per un confronto tra produttori ed operatori esperti del settore. A seguire, show cooking condotti da uno chef stellato che insieme a un sommelier d’eccezione si cimenteranno sul tema dell’abbinamento cibo tipico-sangiovese.
Alla kermesse enogatronomica parteciperanno anche produttori provenienti dalle regioni aderenti all’iniziativa con degustazioni e vendita dei prodotti tipici negli stand allestiti sotto il loggiato della piazza.
L’evento è organizzato dall’Associazione Il Nuovo Mercatale in collaborazione con l’Associazione Sommelier R.S.M. e con il patrocinio della Giunta di Castello di Borgo Maggiore e delle Segreterie Turismo, Cultura, Interni e Industria della Repubblica di San Marino.
Info: facebook ‘Palio del Sangiovese’
Viaggio a Levante tra i frutti della buona terra ed i capolavori dell’uomo
Non uno stand qualsiasi, quello visitato durante Pitti Immagine Uomo, ma uno spazio , quello di Doria 1905, che riassume in pochi metri quadrati il vero concetto italiano. La terra, il mare, i prodotti da gustare e le meraviglie di cui godere, raccolte con la manualità e la qualità di un tempo e racchiuse nella tesa di un cappello.
Un percorso sulla rotta dei viaggi ispira questa collezione di cappelli da uomo (ma anche da donna seppur non presenti data la tematica dell’evento), il classico Panama nelle sue varianti di materiali naturali (fibra di grano, erbe di campo) e di colori ispirati dalla natura, dalla terra e dai suoi frutti. Il mare invece ha un posto a parte, la sua immensità, i suoi colori, i sogni che genera pensando ai grandi viaggi del passato, lo fanno divenire il centro dell’attenzione. Quella corda che semplicemente impreziosisce il “panama” nella versione blu mare, rende benissimo il concetto di immensità e di legame tra la terra e la distesa marina ed il nodo che lo stringe può a piacere essere allentato o addirittura sciolto per consentire a questo cappello di esprimersi come accessorio più elegante e meno sportivo, lasciando però invariati i colori che richiamano profumi di terre lontane e spazi infiniti come lontani orizzonti. Proseguendo la filosofia delle precedenti edizioni, l’innovazione nella classicità dei cappelli di questa azienda pugliese si affianca e si contrappone alle tendenze della moda maschile, presentate anche in questa kermesse fiorentina. L’uomo ne esce spesso in maniera poco maschia o matura, predominano pantaloncini corti, gonne, borse, accessori prettamente femminili che spesso sono improponibili per la costituzione fisica della media della popolazione maschile. In molti casi si rasenta il ridicolo dimostrando che per stupire si ricorre a situazioni che seppur fanno moda offendono palesemente sia il target maschile a cui si rivolgono, che quello femminile che, seppur divertito, probabilmente in molti casi non sarà felice di portare al proprio fianco un uomo vestito alla Pierino che magari sfoggia un mezzo busto incravattato su un paio di bermuda colorate. Proprio in questa atmosfera sempre di più si riesce a capire il messaggio che varie aziende vogliono lanciare o far di nuovo apprezzare, quello della ricerca di una tradizione, di una enfatizzazione del bello e del buono, di una cultura che ha reso, in particolare gli italiani, i portatori della eleganza e della moda non solo creata ma anche indossata. In questo mondo così variegato il cappellificio Doria 1905 si riconosce, emerge, stupisce per le attenzioni che offre sia nella lavorazione che nella creatività, offrendo ad ogni collezione tanti motivi di gusto per poterne parlare anche a chi, come me, si occupa di gusti edibili e bevibili, ma che in ogni caso riesce a riconoscere la qualità laddove è riposta e da dove parte: la terra di Puglia, che ispira con i suoi colori e profumi la collezione di Doria 1905 è una delle tante realtà italiane uniche che merita tutta l’attenzione di chi ama il bello ed il buono.
(Marco Marucelli)
PER SAPERNE DI PIU’ SUI TEMI PRESENTATI da DORIA 1905 NELLA EDIZIONE PRIMAVERA/ESTATE DI PITTI IMMAGINE UOMO 2015
Quattro temi raccontano storie in cui il passato disegna il presente, culture e suggestioni che rivivono, trasfigurate, nelle forme del presente. Il cappello che si colora delle emozioni della terra di origine e degli approdi futuri.
BAROCCO
“Punto dopo punto, nodo su nodo, intrecci si rincorrono all’infinito: “Pupo, Pupa e Stella”, tra le curve dei fili, di qua e di là in un soffio di luce”
Doria1905
Il tema “city” di Doria 1905 è interpretato attraverso linee pure e colori neutri e sussurrati. Dai materiali grezzi a quelli più preziosi, l’eleganza sobria e sofisticata cerca nella tradizione spunti inediti e di grande pregio. Il filo conduttore della collezione è il “punto Maglie”, un’antica tecnica di ricamo tipica del territorio, che veste i cappelli con i caratteristici motivi, stampati sui capi. Lo stesso pizzo si trasforma in una cinta per i capi speciali, realizzabili su ordinazione. La linea BAROCCO nasce da materiali naturali, lino puro e micro pied-de-poule, declinati nei toni chiarissimi che spaziano dal panna al grigio, dal sabbia al sale. I patchwork, tipici di casa Doria, giocano sulle tonalità candide del panna e dei colori naturali. Le nuance calde del tufo e delle sabbie sono accostate al grigio roccia e al nero saraceno. Bianco e Nero creano armonie eleganti e raffinate.
VIA TERRA
“Sole splendimi fin dentro al cuore, vento caccia via pensieri e pene, non v’è al mondo diletto maggiore che andar vagando sconfinatamene.”
Hermann Hesse
Lo spirito del viaggiatore dei primi anni del Novecento è quello di un pioniere che ama gli spazi aperti, di un avventuriero dall’anima hipster e chic, che ruba i colori profondi del paesaggio assolato e selvaggio, di un esploratore raffinato e inusuale. Finibus Terrae: è così che venivano definite le terre salentine, vibranti di colori forti e profumi intensi che accendevano emozioni e rimanevano impressi nei ricordi. Tessuti primitivi e superfici materiche, Canvas e tela Olona, paglie intrecciate di erba grezza e tessuti a micro fantasie in toni ricchi di contrasti. Le nuance sono naturali e scelgono i toni della terra e del cuoio, il verde scuro dei pini, l’amaranto profondo del “Primitivo”.
OLTREMARE
“Così soltanto all’orizzonte scorgi l’orlo turchino del mare. A destra e a sinistra è una distesa tutta abitata e popolosa”
Johann Wolfgang Von Goethe
Il viaggio prosegue via mare oltre il canale di Otranto puntando a Oriente. Negli occhi dei naviganti di inizio secolo si leggono tutti i toni del mare. Ecco classici Panama e cotoni, lini leggeri, pois e paglie naturali a rendere rilassanti e avventurose al tempo stesso le crociere in mare aperto. I colori abbracciano tutti i toni del bianco, passando verso blu accesi da una frizzante nota di mandarino, abbinandosi agli abiti estivi freschi e candidi. Il tema racconta lo stile marinière d’antan, puro e raffinato, strizzando l’occhio agli anni Sessanta.
A LEVANTE
“Oltre l’Est l’alba, oltre l’Ovest il mare, e tra l’Est e l’Ovest la sete del viaggiatore che non mi dà pace.”
Gerald Gould
L’approdo respira i profumi dell’Est e i suoi colori profondi e opulenti. E’ un souvenir dalle dimore saracene delle coste di Finibus Terrae. Come una valigia carica delle emozioni di un viaggio che volge sulla Via delle Indie, i profumi e le sensazioni si trasformano, lo spirito si rilassa lasciando spazio a fantasie multicolore e azzardate. E’ il tema più forte della collezione, dai tratti decisi, per i volumi ricercati e i colori forti. La valigia delle Indie è carica di Panama Quito, lini stampati e paglie coloratissime. Tinte che ricordano i sapori intensi, il rosso scuro del Negramaro, i toni accesi delle spezie, la luce preziosa delle pietre dure, i toni leggeri delle acque trasparenti.