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Al via le nove tappe enogastronomiche per l’anteprima di Radici del Sud

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A partire da metà marzo fino alla fine di maggio in Puglia, in Sicilia, in Basilicata, in Campania, in Calabria e in Toscana, gli enoappasionati potranno conoscere le più pregiate etichette del sud Italia abbinate al buon cibo

 

In nove tappe è diviso il cammino verso l’undicesima edizione di Radici del Sud, l’evento che celebra e premia gli straordinari vini del sud Italia (Bari, dal 7 al 13 giugno).

 

Un’anteprima fatta di degustazione e di opinioni, di spunti di riflessione e di immancabile gusto e divertimento.

Nove occasioni di piacevole intrattenimento alla scoperta dei migliori vini da vitigno autoctono meridionali attraverso l’esperienza diretta e il racconto degli addetti ai lavori. A partire da metà marzo fino alla fine di maggio, secondo un calendario di eventi organizzati in Puglia, in Sicilia, in Basilicata, in Campania, in Calabria e in Toscana, gli appassionati del buon bere potranno in anteprima conoscere alcune delle più pregiate etichette del sud Italia. Diverse serate dedicate all’enologia del Sud si concluderanno con cene a tema dove i vini saranno enfatizzati in abbinamento  al buon cibo.

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Si parte martedì 15 marzo a Bari presso il Bistrot Aromi di Sannicandro con “I vini che hanno reso grande il Sud”, per proseguire mercoledì 23 marzo alla libreria caffè teatro Todo Modo di Firenze con una serata dedicata a tre rossi del Sud: Negroamaro, Aglianico e Gaglioppo. Ad aprile, esattamente domenica 24 presso il castello Vinilia  Wine Resort di Manduria (TA) parte la rassegna “Tre modi di vedere il Primitivo” (Salento, Manduria e Gioia del Colle).

In Calabria sarà la volta dei giovani ristoratori stellati e martedì 10 maggio a Porto Cesareo (Lecce) presso il ristorante Aqua fish&more sarà di scena il Negroamaro. A metà maggio in Puglia in programma l’appuntamento “Nero di Troia tra asprezze e dolcezze”.  Arrivato alla sua IV edizione l’evento riguarderà un focus sul Nero di Troia organizzato insieme a ricercatori, enologi, produttori e influencer del mondo del vino. Giovedì 10 maggio a Palermo sarà di scena focus sui cambiamenti climatici e le conseguenze sulla viticoltura del sud per poi finire lunedì 23 maggio a Napoli presso il Castel dell’Ovo dove in programma ci sarà la festa dedicata alle bollicine.

 

Info&prenotazioni info@radicidelsud.it

346.4076012

A San Giovanni d’Asso gli stati generali del Tartufo Toscano

Apre la due giorni un importante convegno con l’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi per tutelare il prodotto autoctono e i consumatori

 

Sabato 12 marzo prende il via la XIV edizione della Festa del Tartufo Marzuolo a San Giovanni d’Asso. Due giorni dedicati al prelibato fungo ipogeo delle Crete Senesi con punti vendita, stand gastronomici, degustazioni, visite guidate per scoprire tutti gli abbinamenti golosi con gli altri prodotti tipici delle Terre di Siena.

Ad aprire la due giorni dedicata al marzuolo, sarà un importante convegno dal tema “Tartuficoltura e sviluppo rurale” a cura della Regione Toscana con l’associazione Tartufai Senesi, l’Accademia dei Georgofili e il Comune di San Giovanni d’Asso, al quale parteciperanno l’Assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi, il sindaco Fabio Braconi oltre ad esperti delle università di Firenze, Pisa, Perugia e Rieti.

Alle ore 9,30 di sabato 12 marzo, nella sala del Camino all’interno del Castello di San Giovanni d’Asso, si ritrovano, in pratica, gli stati generali del tartufo toscano per gettare le basi di una profonda innovazione di tutto il settore con l’obiettivo di salvaguardare le produzioni toscane attraverso l’ottenimento di una Dop o Igp.

“Il limite più grande dell’attuale legislazione sul tartufo – spiega Paolo Valdambrini, presidente dell’associazione Tartufai Senesi – è proprio quella che riguarda la tracciabilità dei prodotti. Ad oggi il consumatore non ha alcun strumento per verificare l’effettiva provenienza del tartufo che va ad acquistare se non la fiducia verso il soggetto venditore”.

Il territorio delle Crete Senesi e San Giovanni d’Asso sono da sempre all’avanguardia per la vendita di tartufi a km 0 e il convegno di sabato è il riconoscimento ad un lavoro iniziato più di trenta anni fa.

Saranno presenti numerosi tartufai e tartuficoltori di tutte le zone tartufigene toscane che vedono nella denominazione di origine o nell’indicazione geografica, il migliore strumento per proteggere le produzioni autoctone dai sempre più frequenti casi di importazioni dall’Est Europa o dalla Cina di tartufi poi venduti come prodotto italiano.

 

Per informazioni, il programma completo e prenotazioni contattare il 349 7504247 (Biancane servizi al turismo), oppure www.mostradeltartufobianco.it o ancora  www.facebook.com/pages/Mostra-Mercato-del-Tartufo-Bianco-San-Giovanni-dAsso-Si

Cinque sensi di pura grappa! di Laura Cosci

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Gran bella serata lo scorso 11 febbraio al “Ristorante 5 sensi” in via Pier Capponi 3/a di  Firenze in occasione di una delle lezioni per aspiranti degustatori di Grappa.

Come talvolta accade, non avrei dovuto essere li ma all’ultimo momento ho sostituito il direttore che per altri impegni era impossibilitato a partecipare e, dato che le cose migliori sono spesso inaspettate,  ho scoperto il  piacere di gustare un buona grappa e soprattutto di imparare a farlo.

La grappa e l’Anag ( Assaggiatori grappa e acquaviti ) mi hanno conquistato! Gli elementi di una serata di successo sono sempre molti ma in questo caso riconducibili a tre: la competenza dei rappresentanti dell’Anag, la simpatia degli esperti e del gruppo dei presenti e non ultimo la grappa, ovviamente.

 

A condurre l’incontro Paola Soldi, presidente federale nazionale di Anag: competente, simpaticissima e come un’abile padrona di casa, bravissima a gestire i tempi di tutto l’incontro.

Esordisce dicendo che degustare grappa e tutt’altra cosa dal vino e che alla base c’è la pura ricerca edonistica del piacere, per curiosità.

Come dice Paola, la grappa non si assaggia… va deglutita a piccole quantità per apprezzarla appieno,  va capita, ascoltata e rivalutata, richiede pazienza, aspettando che i suoi profumi escano dal calice,

Non solo! Afferma che i sensi coinvolti nella degustazione di questo splendido prodotto non sono più soltanto cinque ma se ne aggiunge un sesto, quello del piacere.

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Niente di più vero e questa affermazione mi porta subito a riflettere che si beve solo per il gusto di concludere un pasto, per sentirne i profumi, per sancire l’inizio del “dopocena” e le eventuali derive seduttive che questo può preannunciare.

Anche gli aggettivi utilizzati nella scheda di valutazione sono gli stessi utilizzati in un ipotetico corteggiamento o rapporto a due: il prodotto viene classificato in base alla finezza, all’attrattività, alla franchezza, all’intensità positiva, alla ricchezza, alla complessità, alla persistenza positiva…

Credo inoltre che il piacere sia davvero uno degli elementi che ci permettono di leggere il perché del successo di questo distillato.

 

Mi rendo conto di una verità che Paola fa emergere: la grappa è stata per troppo tempo sottovalutata perché ritenuta meno nobile del vino ma con qualcosa di molto più interessante, con più margini di  libertà, perché nel suo ciclo di produzione lascia un più ampio grado di fantasia rispetto al vino. La qualità del prodotto, la ricerca e la passione dei produttori non è inferiore a quella dei colleghi vinificatori.

Purtroppo è ancora troppo poco valorizzata dal mercato e dai produttori stessi.

L’origine di ciò ha radice nei preconcetti che spingono ancora a classificarla come un prodotto di poco valore, troppo grezzo rispetto ad altri distillati perché legata a produzioni contadine che utilizzano componenti di “scarto”.

 

La passione e la dedizione dei promotori e degli iscritti all’Anag trova fondamento proprio nella voglia di liberare il prodotto da certi stereotipi, qualcosa da valorizzare e da scoprire perché sono moltissimi i produttori in tutta la penisola.

Per fortuna oggi la grappa è anche “donna” e viene prodotta e degustata anche da una schiera sempre più numerosa di donne. L’associazione “Donne della Grappa” ne è la dimostrazione.

 

Per me un’altra originale scoperta: il latte era presente sui tavoli insieme agli immancabile cracker che accompagnano ogni degustazione di vino o bevande. Sì perché se la grappa non va assaggiata, ma “bevuta subito” considerando che la gradazione minima è 37,5° ci vuole pur qualcosa per placare i bruciori del palato e della gola.

Fantastico! Non bevo latte, ho sempre evitato le forti gradazioni alcoliche e mai sono uscita da una serata così soddisfatta. Merito della grappa, dell’Anag o di entrambe?

Dimenticavo 37,5 non sono solo i gradi minimi ma guarda caso sono 37 anche gli anni della nascita dell’Anag e la coincidenza mi piace molto.

La questione tra me e la grappa non si chiude qui, promesso!

 

Informazioni utili

L’Anag è presente in 11 regioni grazie all’impegno di diverse delegazioni ed ha come obbiettivo quello di promuovere la grappa, eccellenza 100% Made in Italy e di una “cultura del buon bere consapevole”

www.anag.it

info@anag.it

Facebook: assaggiatori grappa e acqueviti – anag

Prossimo corso a: Torrita di Siena (Si) – Corso di primo livello per assaggiatori (11 marzo – 8 aprile)

 

Donne della grappa: www.donnedellagrappa.it

 

Tra terra e mare: l’Elba in Vetrina

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Fino al 17 marzo un gemellaggio tra gli chef dell’Isola d’Elba e 8 ristoranti del capoluogo Toscano che proporrà un “assaggio” dell’isola sulla terraferma

 

Cosa ci spinge a viaggiare e a scegliere una meta? Cosa sollecita la nostra curiosità di visitare un luogo? Spesso sono proprio il passaparola e la capacità di fascinazione dell’esperienza condivisa, l’abilità di un territorio di raccontarsi.

Il nostro racconto parte dalla tavola per condurci in un viaggio che ci immerga nell’atmosfera dell’isola pur restando sulla terraferma. Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che valorizzano i prodotti del territorio invita ad un piccolo assaggio dell’Elba con l’auspicio che questa “narrazione” si possa trasformare in un’esperienza diretta.

Il racconto scaturirà dalla viva voce e dalle mani di ristoratori e produttori elbani che per l’occasione di sono “gemellati” con i colleghi dell’area fiorentina.

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Per 2 mesi il capoluogo toscano ospiterà delle cene con ricette, prodotti e vini elbani in cui lo chef dell’isola sarà protagonista nella cucina del collega fiorentino, con spazi per “interpretazioni” a quattro mani.

Ogni cena sarà incentrata su un prodotto locale e su un vino del territorio selezionati da ElbaTaste, il consorzio d’imprese che si occupa di promozione dell’enogastronomia dell’Isola d’Elba e delle Isole dell’Arcipelago Toscano.

Tra i piatti protagonisti non potranno mancare alcuni grandi classici del repertorio della cucina elbana come la palamita sott’olio o in umido, il polpo all’elbana, la zuppa di granchi, lo stoccafisso alla riese, la sburrita di baccalà, la polenta con gli zeri, le penne in barca, il cinghiale alla bracconiera, oltre alle tante preparazioni a base di erbe spontanee.

Ad accompagnarli gli emergenti vini elbani quali l’Ansonica, il Vermentino, l’Elba bianco, il Sangioveto e l’Elba rosso per finire con i passiti: il Moscato e il famoso Aleatico dell’Elba, il vino preferito da Napoleone. Alcune pietanze a base di pesce saranno innaffiate da un nuovo prodotto: la Birra dell’Elba. Per finire in bellezza un vasto assortimento di dolci della tradizione tornati in auge di recente grazie a un lavoro di ricerca basato su appunti e ricette storiche come la Schiaccia briaca, il Panficato, l’Imbollita di fichi, la Schiacciunta. L’obiettivo è quello di valorizzare la cucina e i prodotti dell’enogastronomia elbana poco conosciuti al di fuori dell’isola.

Ecco il calendario dei prossimi appuntamenti:

l’ 11 febbraio Claudio Bianchi de “I Ghibellini” ospita Giuseppe Sisillo de “L’Amandolo”, il 17 febbraio Barbara Guarnieri di “Gustavino” ospita  Luigi Muti di “Vento in Poppa”; il 25 febbraio Claudio Catalani de il “Pesce Rosso” ospita Mirko Lanari del “Belmare”, il 3 marzo Luca Cai de “Il magazzino” ospita Amos Rota di “Emanuel”; il 9 marzo Silvia Miniera della “Sosta del Rossellino” ospita Danilo Ferrara di “Capo Nord”.

Il ciclo di serate dedicate all’Elba si chiuderà il 17 marzo alle ore 15,30 all’Accademia dei Georgofili con il convegno: “Vino in anfora fra ricerca archeologica e produzione”. Fin dall’antichità, infatti, il vino è stato un elemento molto importate per lo sviluppo dell’Isola. Tra i relatori ci sarà Franco Cambi, Professore di Metodologia della ricerca archeologica dell’Università di Siena che ha condotto, in collaborazione con l’Associazione “Aithale – Terra mare e uomini dell’Arcipelago Toscano”, gli scavi nella zona del Parco Archeologico della Villa Romana delle Grotte dove sono state ritrovate antiche anfore vinarie dell’epoca romana.

Un viaggio enogastronomico non di sola andata, il ritorno è previsto per il periodo che va da aprile ad ottobre quando i cuochi fiorentini saranno invitati a ricambiare la visita.

“Iniziative come queste – afferma l’assessore al Turismo della Regione Toscana Stefano Ciuoffo – sono il tentativo di valorizzare sempre di più l’Elba e l’arcipelago toscano facendone conoscere uno degli aspetti peculiari, anche se forse meno noti, di sicuro appeal per il turista come l’enogastronomia. Il turista vuole vivere esperienze autentiche, personalizzate, tangibili, memorabili e condivisibili. E per immergersi nell’ambiente che visita la cucina è senz’altro elemento fondamentale. Dobbiamo quindi trasmettere storie, emozioni, sapori… e fare dello story-telling elemento di comunicazione turistica 2.0,  insomma,  per far sì che i turisti visitino un luogo, se ne innamorino e tornino. Come ho avuto modo di dire a Portoferraio quando ho incontrato le istituzioni e le categorie elbane a dicembre, l’isola ha ancora delle potenzialità inespresse e come Regione ci impegneremo a comunicarle e a svilupparle”

SAPEUR, CONFERMATO IL FEELING TRA ROMAGNOLI ED ENOGASTRONOMIA DI QUALITA’

E’ un legame solido quello che lega il pubblico e Sapeur: la manifestazione si è confermata anche per l’edizione 2016  come uno dei principali eventi, nel panorama romagnolo, dedicati all’enogastronomia di qualità. Anche quest’anno migliaia di visitatori hanno rinnovato la loro fiducia nella fiera, che offre prima di tutto passione e genuinità, come corredo del ricco mercato di prodotti tipici realizzato da oltre duecento espositori.

La kermesse dedicata al gusto, organizzata da Romagna Fiere nel quartiere fieristico di Forlì, ha quindi mantenuto fede alle aspettative, con la conferma delle presenze delle edizioni passate ed in particolare segnando un buon incremento di visite e giudizi positivi dell’ “ultimo nato” in casa Sapeur: il padiglione del Forlì Wine Festival, la cui seconda edizione ha visto un’eccellente rappresentanza di cantine e un folto pubblico giovane, il tutto in un settore, quello del vino, altamente professionale e con clientela esigente.

Generalmente alti anche i livelli di acquisti, segno che i visitatori non hanno solo approfittato della manifestazione per impegnare in modo piacevole alcune ore del week-end, ma sono usciti dopo aver fatto una vera e propria spesa di generi alimentari caratteristici e di alta qualità, pronti per essere consumati nei prossimi giorni con amici e parenti.

Molta curiosità hanno suscitato, infine, le iniziative collaterali.  Nella sezione didattica curata da ARVAR in molti si sono cimentati con le tecniche tradizionali della cucina. Particolare interesse ha suscitato il laboratorio con la preparazione in presa diretta dei ciccioli, con la collaborazione degli studenti dell’Istituto Agrario di Cesena. Buonissima anche la partecipazione di famiglie e bambini al laboratorio “Manine in Pasta” di “Italia Marchio Dop”.  Apprezzata anche la novità 2016 a cura di AMIRA, l’Associazione Maître Italiani Ristoranti e Alberghi, che ha allestito lo spettacolo della preparazione di crepes alla lampada e altre pietanze a base di frutta con la caratteristica tecnica della cucina flambé, un’arte scenografica che è in via di riscoperta.

Non è mancato, infine, il “sempreverde” interesse per le nostre tradizioni rurali e artigianali: l’Eco-museo delle Erbe Palustri di Bagnacavallo ha allestito un frequentato Padiglione della Cultura Romagnola, uno spazio in cui poteva riscoprire l’artigianato etnico romagnolo e quanto esso ha saputo produrre plasmando la natura nel corso delle generazioni. La lavorazione del granturco è stato al centro di un percorso dimostrativo a cura degli “Amici della stadera” di Forlì. Presenti anche cimeli e macchine agricole di una volta grazie all’esposizione di Mu.Mar.

“Cesena in Bolla” lunedì 1 febbraio al Teatro Verdi

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Le bollicine di qualità di 60 cantine italiane e non sposano il meglio della gastronomia del territorio. Anche due Laboratori del gusto di Olio e Parmigiano Reggiano

  Appuntamento lunedì 1 febbraio (dalle 15 alle 22) al Teatro Verdi con la seconda edizione di “Cesena in Bolla” la kermesse che sposa le eccellenze spumantistiche italiane con quelle gastronomiche.

Organizzata da Taste Production (società che promuove con eventi aziende enologiche e produttori alimentari in collaborazione con professionisti del settore) Cesena in Bolla porta alla ribalta quest’anno ben 60 cantine, in rappresentanza del meglio della produzione spumantistica italiana e non, lungo un percorso del gusto che va dai territori del Franciacorta al Trento Doc, passando per la Sicilia, il Friuli, l’Abruzzo, la Toscana, le Marche, la Campania e ovviamente l’Emilia Romagna, fino alla Francia, per un interessante confronto all’ultima bollicina tra il Belpaese e i territori dello champagne.

Ad accompagnare il tutto dieci isole del cibo di qualità come le polpette street food di Padella 23, la pasta di Gragnano, il Parmigiano Reggiano di Malandrone 1477, la carne d’oca firmata Michele Littamè, i Tortelli alla Lastra de l’Orto di Sophie, le proposte Vegan di Giulia Pieri, lo show cooking Thai, il prosciutto di Parma di Onesto Ghirardi, il cioccolato d’autore di Gardini. A completare l’offerta due laboratori del gusto (alle 17.30, e 19.30) che propongono una degustazione di olio abbinato a una verticale (stesso produttore ma annate diverse) di Parmigiano Reggiano in diverse stagionature.

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Molti gli attori del territorio che hanno collaborato con Taste Production per rendere possibile l’iniziativa, dalla Banca Mediolanum sensibile all’organizzazione di eventi territoriali di qualità, alla Balestri&Balestri che allestirà un simpatico set fotografico per immortalare i personaggi e le situazioni più simpatiche della serata, alle Donne dell’Olio, animatrici dei laboratori, a Romagnauto che presenterà in anteprima nazionale un caleidoscopio di immagini dell’inedita Suv del marchio Giaguaro, proiettate direttamente sui palchi e le gallerie del Teatro Verdi.

Info:

Sede Teatro Verdi, via Sostegni, Cesena – Orari 15,00/22,00.

Ingresso € 16 con calice e portacalice, 8 degustazioni di bollicine e 3 ticket food.

Laboratori € 5 su prenotazione.

Prevendite ingresso e tavoli: 3471355083.

Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano conquista il titolo di Birraio dell’Anno 2015

Fabio Brocca del Lambrate Birraio dell'anno 2015

Il riconoscimento, ideato da Fermento Birra con la sponsorizzazione di VDGlass, che ogni anno premia il miglior artigiano della birra italiana è stato consegnato nelle mani del birraio del milanese Birrificio Lambrate. Trionfa, nella categoria emergenti, il duo Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del marchigiano Mc 77.

 

Gli oltre ottanta giudici interpellati da Fermento Birra, per quanto riguarda la categoria big, si sono lasciati stregare da un anno magico della tribù, come scherzosamente viene chiamato il team del noto birrificio Lambrate, che nel 1996 ha aperto i battenti nell’omonimo quartiere milanese. Un 2015 costellato da successi di critica e di pubblico, numerose novità produttive, un volume totale balzato a 6200 ettolitri annui, e una costanza qualitativa davvero invidiabile. Un premio che, coincidenza vuole, viene consegnato proprio nell’anno in cui si celebrano i venti anni dalla nascita del birrificio e del movimento artigianale stesso.

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I motivi del successo? Vincono birre da pub, semplici ma di carattere, birre che negli anni si sono evolute acquistando maggiore personalità, merito anche di un feeling più marcato con il luppolo,  maggiormente protagonista pur senza derive modaiole. Birre sempre più pulite e costanti merito anche di un laboratorio di analisi e ricerca interno che provvede al controllo delle birre e alla conservazione del lievito. Del resto il Lambrate nasce come brewpub e la filosofia produttiva risente di questa natura che pretende una proposta di birre “session”, sempre facili da bere, anche quando si sale di gradazione alcolica e complessità come nel caso della Sant’Ambroeus, la birra più venduta della gamma. Oltre trenta le birre prodotte, tra le quali spiccano classici della birra artigianale come la Montestella, l’American Magut, la Ghisa; birre a volte inclassificabili nelle maglie stilistiche, sempre caratterizzate da una firma ben distinguibile.

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Un premio che arriva nel momento di massima maturità di un birrificio che durante venti anni ha accumulato esperienza sul campo, e oggi, consapevole dei propri mezzi, si diletta a creare o ad affinare ricette che continuano a stupire rimanendo sempre attuali nel tempo.

 

“Mettersi sempre in discussione, andare avanti giorno per giorno, migliorandosi”, così, con umiltà, Fabio Brocca descrive il segreto del successo ricordando di essere al timone di una squadra affiatata sulla quale può contare ciecamente e senza la quale non avrebbe ottenuto nessun risultato. “Ringrazio Ivo Fumagalli, Mattia Bonardi e Stefano Zandalini”, ribadisce Fabio che aggiunge, “amo fare il birraio e non mi interessa fare altro che questo, mi piace avere sempre il controllo di ciò che accade in birrificio ed è li che voglio stare.”

 

Un anno di celebrazioni per il Lambrate iniziato dunque nel migliore dei modi e che  riserverà delle novità eclatanti, come l’imminente ampliamento produttivo (40hl l’impianto di cotta completamente automatizzato), o come l’annunciata apertura, entro qualche mese, di un pub a Berlino, che, assicura Fabio, sarà una splendida vetrina non solo per le birre delle casa ma anche per tutta la birra artigianale italiana.

 

Festeggiano anche nelle Marche, dove da due anni a Serrapetrona in provincia di Macerata, produce la giovane coppia formata da Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del marchigiano MC 77, vincitori del premio Birraio Emergente. Pochi gli anni di apertura, ma sufficienti per far conoscere e apprezzare al mondo dei beerlovers la loro creatività, la costanza e l’eleganza di una gamma ampia e assolutamente non banale. Una vittoria ottenuta superando altri giovani e talentuosi birrai come Stefano di Stefano del birrificio Argo di Lemignano (Parma), Paolo Algeri e Gioia Ravasio del Birrificio Hop Skin di Curno (Bergamo), Andrea dell’Olmo del birrificio Vento Forte di Bracciano (Roma), Josif Vezzoli del birrificio Birra Elvo di Graglia (Biella), che dimostrano con il loro lavoro, quanto vivo e tumultuoso sia il movimento della birra artigianale italiana.

 

Classifica Birraio dell’Anno 2015

 

1 – Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano

 

2 – Valter Loverier del birrificio Loverbeer di Marentino (TO)

3 – Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO)

4 – Bruno Carilli del Birrificio Toccalmatto di Fidenza (PR)

5 – Francesco Mancini del Birrificio del Forte di Pietrasanta (LU)

6 – Alessio Selvaggio del birrificio Croce di Malto di Trecate (NO)

7 – Pietro Fontana del Birrificio Birra del Carrobiolo (MB)

8 – Luigi “Schigi” D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA)

9 – Gino Perissutti, birrificio Foglie d’Erba di Forni di Sotto (UD)

10 – Nicola Perra del birrificio Barley di Maracalagonis (CA)

11 – Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Dolzago (LC)

12 – Giovanni Campari del Birrificio del Ducato di Roncole Verdi di Busseto (PR)

13 – Leonardo di Vincenzo del Birrificio Birra del Borgo (RI)

14 – Lorenzo Guarino del Birrificio Rurale di Desio (MB)

15 – Donato Di Palma del birrificio Birranova di Triggianello (BA)

16 – Marcello Ceresa del birrificio Retorto di Podenzano (PC)

17 – Pietro di Pilato del birrificio Brewfist di Codogno (LO)

18 – Jurij Ferri del birrificio Almond ’22 di Loreto Aprutino (PE)

19 – Riccardo Franzosi del Birrificio Montegioco di Montegioco (AL)

20 – Simone Dal Cortivo del birrificio Birrone di Isola Vicentina (VI)

 

Classifica Birraio Emergente 2015

 

1- Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del birrificio MC 77 di Serrapetrona (Macerata)

 

2 – Stefano di Stefano del birrificio Argo di Lemignano (Parma)

3 – Paolo Algeri e Gioia Ravasio del Birrificio Hop Skin di Curno (Bergamo)

4 – Andrea dell’Olmo del birrificio Vento Forte di Bracciano (Roma)

5 – Josif Vezzoli del birrificio Birra Elvo di Graglia (Biella)

 

Info:

www.birraiodellanno.it

Moda e cibo…cuciti su misura! di Laura Cosci

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L’Edizione autunno inverno 2016 di Pitti Immagine Uomo si è appena conclusa e mentre nell’aria fiorentina aleggia ancora la ventata fashion che ogni sei mesi questo grande evento internazionale porta nella città gigliata, è bello ripensare alle tante iniziative anche fuori salone che nei giorni di svolgimento propongono fusioni tra il mondo della moda e quello dell’arte, della musica e, primo su tutti, del cibo.

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Tra gli eventi accaduti vorrei raccontare la mia esperienza food-fashionable di martedì 18 gennaio nella Limonaia del Museo Stibbert di Firenze, dove era stato organizzato l’evento ITALIAN LUXURY HANDMADE promosso da Luca Paolo Rossi e Paolo Ferrari. Hanno partecipato come cuoco, Gianfranco Tormidoni e come artista del fuoco, Nazzareno Rocchetti. Il claim della serata è quello della Sartoria Paolo Rossi (www.lucapaolorossi.it )  “la vita è bella ma la bella vita è meglio”  che come spiega meglio una ulteriore citazione “aggiungere un DNA sartoriale ed un gusto innato per l’eleganza e l’originalità”. È un binomio vincente: la dimensione mondana, il sogno della Dolce Vita, il mistero di notti di divertimento e di eleganza, uniti alla conoscenza meticolosa del mestiere di sarto, il cui spazio di lavoro è un ambiente in cui accogliere, parlare, conoscere, per poi offrire non un contenitore vuoto, ma un abito che appartiene alla persona che l’ha suggerito, che nasce insieme a lui, viene costruito grazie alla sua conoscenza. Tutto nasce in un paese delle Marche, Filottrano dove la produzione di tessuti si trasforma in produzione di abiti sartoriali, realizzati ancora oggi con le più antiche tecniche di taglio e cucitura. Da decenni intere famiglie continuano a tramandarsi con passione l’arte sartoriale, mantenendo vivo il sapore della tradizione. In questo contesto matura l’esperienza di Luca Paolo Rossi, che ha unito la tradizione a una brillante visione della moda per uomo. L’eleganza di questa sartoria porta alta la bandiera italiana a New York, Mosca, Dubai ed i suoi capi vestono famosi personaggi del mondo della musica e del cinema.

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Ulteriore momento della serata è stato quello dedicato a Philpharma di Paolo Ferrari (www.philpharma.it) che ha presentato ai numerosi ospiti, Skin Up, innovativo dispositivo elettronico ad idratazione ultrasonica, che agisce nell’arco dell’intera giornata rispettando l’intelligenza cutanea e mantenendo la pelle giovane e luminosa. Altro momento clou della serata è stato senza dubbio la degustazione del banchetto presentato e preparato dal cuoco, come ama definirsi, Gianfranco Torbidoni, cultore dell’enogastronomia marchigiana. Una storia familiare davvero entusiasmante che nel DNA ha la norcineria e la passione per i gustosi salumi marchigiani.

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L’attività di catering punta infatti sulle eccellenze enogastronomiche delle Marche. Tra le proposte che arricchivano il buffet della serata è emerso il risotto ai funghi porcini e tartufi ma un ruolo graditissimo è stato il ciauscolo, tipico salume marchigiano, di cui Torbidoni oltre che un grande sostenitore è anche un abile artigiano. Utilizzando l’esperienza secolare di norcineria ha confezionato il salame di ciauscolo, una vera prelibatezza!

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Per rientrare in tema di moda la serata ospitava anche la collezione di calzature di Vittorio Spernanzoni (www.spernanzoni.com) che con i suoi 50 anni di attività nel settore calzaturiero ha proposto scarpe in stile con la sua filosofia:  “una calzatura racchiude passione, creatività, cura dei dettagli, qualità dei materiali, finiture impeccabili, perfezione nelle proporzioni che riflettono il talento e la maestria degli artigiani”, e questo lo si è potuto notare direttamente suoi prodotti.

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Una grande serata che, complice l’atmosfera modaiola della kermesse fiorentina, ha portato alla ribalta egregiamente il rapporto imprescindibile tra arte, moda e cibo!

Gusto con tanto di cappello! di Marco Marucelli

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Il cappello, sia da uomo che da donna, è sempre stato sinonimo di fascino e mai come negli ultimi anni diviene un prezioso accessorio oltre che un indicatore di gusto. Come in ogni altra attività imprenditoriale, nella moda come nel cibo, la differenza viene dalla qualità della materia prima e dalla professionalità.

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Pitti Immagine Uomo nella sua edizione autunno-invernale  2016 è stata l’occasione per conoscere la produzione di cappelli di qualità della storica azienda pugliese DORIA 1905 che, non contenta di presentare, con i colori e gli abbinamenti cromatici racchiusi nelle forme, i profumi dei prodotti della terra  e del mare del sud Italia ha voluto materializzarne alcuni grazie alla simpatica performance dello chef televisivo Cesare Marretti. Non potevano mancare, tra le altre prelibatezze, dei gustosi spuntini a base di focaccia con zucca gialla, pomodoro e mozzarella di bufala oppure melanzane affumicate e mortadella, apprezzati da tutti i presenti.

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L’evento, ispirato alla tradizione ed al gusto, è stato l’occasione per presentare il nuovo progetto di partnership che vedrà la prima vera e propria“coppola da chef” indossata da tutto lo staff dei ristoranti “E’ Cucina” diffusi sul territorio nazionale, (Bologna, Roma, Torino). La sartoria,è come la cucina, fatta di materie prime eccellenti, passione, creatività. Fatta con amore e con le mani, che coloreranno una splendida coppola in puro lino, fresca e traspirante, creata appositamente da Doria 1905. Fondo bianco con mani impresse con coloranti naturali atossici,  rosso e verde, a creare una bandiera originale di italianità, con un soffio di ironia e divertimento.

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Il profumo ed il sapore degli ingredienti proposti da Marretti si collegano armoniosamente ai colori delle creazioni di Doria 1905 che in ogni sfumatura riportano i ricordi ai territori di Puglia: il marrone caldo della terra, il rosso vinaccia del poderoso vino Primitivo, il verde oliva, l’azzurro del mare ed il bianco delle candide  architetture pugliesi, da Ostuni ad Alberobello. Qualità, prodotti, storia, territorio e tanta simpatia, hanno contribuito a rendere speciale questa giornata che ancora una volta ha suggellato il vincente binomio tra fashion e food … con tanto di cappello!

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Birraio dell’Anno 15/17 gennaio 2016 Teatro ObiHall, Firenze

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A Firenze torna uno dei premi più attesi del panorama brassicolo italiano: Birraio dell’Anno, il riconoscimento ideato e organizzato da Fermento Birra con la sponsorizzazione di VDGlass, che ogni anno premia il miglior artigiano della birra italiana.

Da venerdì 15 a domenica 17 gennaio 2016 sarà il teatro Obihall ad ospitare la settima edizione del premio/evento, un vero e proprio tributo alla birra artigianale italiana, nell’anno dei festeggiamenti dei 20 anni dalle prime aperture.

Un appuntamento imperdibile per ogni appassionato, ricco di emozioni birrarie garantite da un’offerta ultra-selezionata composta da 100 birre artigianali alla spina, prodotte dai migliori 20 birrifici artigianali e, novità, dai 5 migliori birrifici emergenti (tutti i produttori sono individuati dalla classifica realizzata interpellando oltre 80 esperti del settore), servite e raccontate dai birrai stessi o dal personale qualificato di Fermento Birra.

Al noto degustatore Lorenzo “Kuaska” Dabove il compito di pronunciare sabato 16 (inizio premiazione ore 21.30) l’atteso nome del vincitore dell’ambito premio Birraio dell’Anno, oltre a quello del migliore Birraio Emergente, riconosciuto al produttore con meno di due anni di esperienza. L’evento sarà impreziosito sia da degustazioni-show realizzate sul palco del teatro, sia da incontri di approfondimento nell’area dedicata (si rimanda al sito per il calendario completo).

Protagonista anche lo street food di qualità grazie alla collaborazione con Cucine di Strada che porterà una selezione di truck e banchi ricchi di sfiziosità e gustosi street food come gli hamburger di chianina di Panino Tondo, gli arancini e la cucina siciliana di Ara’, la porchetta artigianale umbra selezionata dal festival Porchettiamo, il lampredotto e il quinto quarto fiorentino a cura di Luca Cai del Magazzino, i Trapizzini, tringoli di focaccia ripieni di sughi della tradizione romana e altre bontà, e ancora le specialità dell’Ape Scottadito con arrosticini e olive all’ascolana direttamente dalle Marche.

Birrai, esperti, appassionati, curiosi, publican, operatori del settore, degustatori e giudici: tutti sono invitati a partecipare ad un evento nato per festeggiare la buona birra artigianale italiana!

Birrai candidati al titolo di Birraio dell’Anno 2015:

Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO)

Alessio Selvaggio del birrificio Croce di Malto di Trecate (NO)

Bruno Carilli del Birrificio Toccalmatto di Fidenza (PR)

Donato Di Palma del birrificio Birranova di Triggianello (BA)

Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Dolzago (LC)

Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano

Francesco Mancini del Birrificio del Forte di Pietrasanta (LU)

Gino Perissutti, birrificio Foglie d’Erba di Forni di Sotto (UD)

Giovanni Campari del Birrificio del Ducato di Roncole Verdi di Busseto (PR)

Jurij Ferri del birrificio Almond ’22 di Loreto Aprutino (PE)

Leonardo di Vincenzo del Birrificio Birra del Borgo (RI)

Lorenzo Guarino del Birrificio Rurale di Desio (MB)

Luigi “Schigi” D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA)

Marcello Ceresa del birrificio Retorto di Podenzano (PC)

Nicola Perra del birrificio Barley di Maracalagonis (CA)

Pietro di Pilato del birrificio Brewfist di Codogno (LO)

Pietro Fontana del Birrificio Birra del Carrobiolo (MB)

Riccardo Franzosi del Birrificio Montegioco di Montegioco (AL)

Simone Dal Cortivo del birrificio Birrone di Isola Vicentina (VI)

Valter Loverier del birrificio Loverbeer di Marentino (TO)

 

 

Birrai candidati al titolo di Birraio Emergente 2015:

Andrea dell’Olmo del birrificio Vento Forte di Bracciano (Roma)

Josif Vezzoli del birrificio Birra Elvo di Graglia (Biella)

Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del birrificio MC 77 di Serrapetrona (Macerata)

Paolo Algeri e Gioia Ravasio del Birrificio Hop Skin di Curno (Bergamo)

Stefano di Stefano del birrificio Argo di Lemignano (Parma)

 

Orari e costi

venerdì 15 gennaio 2016 dalle 19.00 alle 01

sabato 16 gennaio 2016 dalle 12 alle 01

domenica 17 gennaio 2016 dalle 12 alle 22

 

Ingresso: 10 euro comprensivo di 5 gettoni (del valore di 5 euro), di bicchiere in vetro serigrafato e tracollina portabicchiere. La moneta dell’evento sono i gettoni. 1 gettone=1 euro.

 

Costo birra: mezzo bicchiere (0,15cl) 2 gettoni (3 gettoni per alcune birre speciali), pieno (0,30cl) 4 gettoni (6 gettoni per alcune birre speciali).

 

Costo cibo di strada: da 3 a 7 gettoni.

 

Il Teatro ObiHall si trova in Via Fabrizio De André a Firenze

 

www.birraiodellanno.it
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