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Porchettiamo – il festival delle porchette d’Italia

porchettiamo

 

 

 

L’ 8° edizione di “Porchettiamo”, festival delle porchette d’Italia, si svolgerà il 13, 14 e 15 maggio 2016 nel suggestivo borgo di San Terenziano (Perugia): anche quest’anno le migliori produzioni di quello che è considerato uno dei cibi di strada più gustosi, antichi e popolari della tradizione gastronomica italiana si incontreranno nel cuore dell’Umbria. Numerose le iniziative collaterali come “In punta di porchetta!”, sezione che propone la porchetta in versione gourmet con rinomati chef che scenderanno “in strada” con preparazioni ispirate alla porchetta. Grazie alla conferma di “Porchettiamo&Friends” arriveranno anche nuovi cibi di strada amici della porchetta, con la presenza pure della Sardegna (Porceddu sardo). In abbinamento, i vini della Strada del Sagrantino e l’esclusiva selezione di birre artigianali italiane e straniere a cura di Fermento Birra. Partecipare a Porchettiamo significa anche scoprire una regione unica ed autentica con il pacchetto turistico “Porchettiamo in Umbria”.

Torna, con l’ottava edizione, la nuova dichiarazione d’amore di Porchettiamo per la porchetta. I migliori produttori di quello che è considerato uno dei cibi più gustosi, antichi e popolari della tradizione gastronomica italiana si danno ancora una volta appuntamento in Umbria, a San Terenziano di Gualdo Cattaneo (in provincia di Perugia) nella “Piazza delle Porchette”, per una tre giorni (13-14-15 maggio 2016) dedicata alla regina del cibo di strada. Tutto in abbinamento alle birre artigianali, selezionate da Fermento Birra, e ai vini della Strada del Sagrantino.

Un percorso gastronomico tra Umbria, Toscana, Lazio, Marche, Emilia Romagna, Abruzzo fino alla Calabria, Sicilia e Sardegna, tra porchetta ma anche altri street food, tra laboratori e degustazioni, tra musica, passeggiate e giochi.

 

Un’occasione irrinunciabile, unica in tutta Italia, per gustare le diverse varianti di questo succulento cibo di strada con gli estimatori della porchetta che potranno quindi ritrovarsi al Festival delle Porchette d’Italia. Nella piazza principale del piccolo borgo umbro, rinominata per l’occasione “La piazza delle Porchette”, si riuniranno stand attentamente selezionati dall’organizzazione, con la conferma di produttori che arrivano anche da fuori dei confini produttivi classici e di regioni italiane meno consuete per questo cibo. Anche quest’anno, quindi, a San Terenziano saranno presenti, per un confronto tra alcune delle produzioni “top” della tradizione italiana.

 

Si allarga poi la sezione “In punta di Porchetta” dove nuovi rinomati chef scenderanno ancora “in strada” con preparazioni ispirate alla porchetta. Insomma, una interpretazione con panini gourmet ispirati al maiale e alla preparazione “in porchetta”. La porchetta sarà  dunque alla base di tante varianti territoriali e di gusto, con altrettanti ingredienti che entrano nella produzione. Tradizione e innovazione, storia e fantasia contemporanea si fondono in questo squisito cibo di strada.

 

Far conoscere e assaggiare agli appassionati le migliori produzioni di porchette italiane è il principale obiettivo di Porchettiamo, ma non solo. La porchetta infatti sarà inoltre in buona compagnia, per un gemellaggio all’insegna di sapori unici. Dopo il successo delle ultime edizioni, torna infatti l’incontro con altri cibi di strada grazie all’iniziativa “Porchettiamo&Friends”, che allarga ancora di più le sue presenze. A far visita alla porchetta, con possibilità di assaggi, saranno il Porceddu sardo e poi ancora, il Lampredotto toscano, Pane e Panelle dalla Sicilia, passando per il locale Cicotto di Grutti (presidio Slow Food), olive ascolane e polpette di Porchetta.

 

In abbinamento a questi straordinari street food ci saranno i vini del territorio, presso l’Enoteca del Sagrantino, a cura della Strada del Sagrantino e le birre artigianali italiane e straniere scelte da Fermento Birra, presso la Birroteca Artigianale.

 

La porchetta deve essere un cibo per tutti e per questo, per andare incontro a chi ha problemi di celiachia, ci sarà anche il panino con porchetta senza glutine (panino versione gluten free), in collaborazione con l’Associazione Italiana Celiachia dell’Umbria.

 

Sarà presente anche Slow Food, che attraverso la Condotta Valle Umbra organizzerà laboratori del gusto per la preparazione del Cicotto di Grutti (presidio Slow Food Umbria che consiste in una preparazione tradizionale a base di maiale, dal sapore unico ed estremamente aromatico, che si tramanda di padre in figlio da anni). Un piatto autentico che sta riavendo, ora più che mai, la sua notorietà nelle ricette culinarie e negli appuntamenti street food di ultima generazione.

 

Non mancheranno infine le attività collaterali: passeggiate alla scoperta dei sentieri nascosti del Comune di Gualdo Cattaneo e dei sui Castelli (a piedi e in bici), musica, animazioni ed attività per bambini. Per i camper c’è a disposizione un’area verde, riservata, all’ingresso del borgo.

 

Partecipare a Porchettiamo significa anche scoprire l’Umbria più autentica. Tutte queste iniziative saranno infatti il filo conduttore di un soggiorno che, oltre il gusto, stimolerà la curiosità e non mancherà di regalare emozioni facendo scoprire l’arte, la cultura e il paesaggio del  meraviglioso territorio umbro. Per questo viene riproposto pure quest’anno il pacchetto turistico “Porchettiamo in Umbria” (a partire da 85 euro a persona), che comprende: un pernottamento con trattamento b&b presso un agriturismo della zona, il cestino pranzo “Pig-Nic” (anche in versione gluten free), calice per degustare i vini di Montefalco, visita in cantina, tour guidato alla scoperta di Gualdo Cattaneo con visita alla Rocca Sonora e “Giro delle Pietre” (esplorazione della storia e delle bellezze del centro storico, attraverso i vicoli, i monumenti, le chiese e le pietre che raccontano Gualdo Cattaneo) e l’immancabile shopper griffata Porchettiamo.

Per conoscere ancora di più l’Umbria è possibile personalizzare il pacchetto con “Scopri il territorio”, scegliendo servizi aggiuntivi come: un tour guidato promosso dal comune di Giano dell’Umbria, un percorso nel circuito artistico-museale di Montefalco, una passeggiata nell’atmosfera dei mestieri medievali di Bevagna o una pedalata immersi nella natura tra olio, vino, antiche fortezze (per info e prenotazioni: tour@porchettiamo.com; 0742.378490| info@stradadelsagrantino.it).

 

Info evento: www.porchettiamo.cominfo@porchettiamo.com – tel. 392.5398191

CIBUS PIATTAFORMA PERMANENTE DEL FOOD MADE IN ITALY

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Forte di una expertise di oltre 35 anni, sviluppata ulteriormente nel semestre di Expo2015 con l’arrivo di centinaia di top buyer esteri nel padiglione “Cibus è Italia”, Cibus si conferma come la piattaforma per eccellenza dell’industria alimentare per incrementare gli scambi con i mercati esteri.Il programma completo della 18° edizione di Cibus – Salone internazionale dell’alimentazione, organizzato da Fiere di Parma e Federalimentare, è stato presentato alla stampa. Sarà inaugurato lunedì 9 maggio a Parma dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, per proseguire fino al 12 maggio. Sulla scia del dopo Expo anche i numeri sono da record: 3 mila espositori su un’area di 130mila metri quadri, 70mila visitatori attesi, di cui 15mila dall’estero. Arriveranno 2mila top buyer da ogni continente, grazie alla collaborazione con ICE Agenzia e ad un investimento complessivo di oltre 3 milioni di euro, grazie anche all’importante contributo da parte del Governo – attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico – nel quadro di programma promozionale del Made in Italy agroalimentare “The Extraordinary Italian Taste”. In concomitanza con l’evento fieristico si terranno il “World Food Research and Innovation Forum” e l’assemblea annuale di Federalimentare.

“Cibus è una fiera in continua crescita – ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Fiere di Parma – per il volume d’affari che genera, per notorietà internazionale ed anche come numeri: gli espositori aumentano dell’11% rispetto alla precedente edizione e i metri quadrati lordi d’esposizione dell’8%. Il quartiere fieristico è sempre più moderno e funzionale: all’ingresso ovest è stato rimontato il padiglione che ha ospitato CIBUSèITALIA ad Expo2015 offrendo un ingresso di oltre 1.300mq; i parcheggi antistanti a questo ingresso sono stati totalmente asfaltati e l’esterno dei padiglioni è stato rimodellato da un ammodernamento grafico”.

Nel 2015 l’export del comparto alimentare ha raggiunto i 37 miliardi di euro, facendo ben sperare per l’obiettivo, delineato dal premier Matteo Renzi, di raggiungere i 50 miliardi entro il 2020.

“In termini qualitativi, di valore aggiunto e conseguentemente di prezzi riconosciuti ai nostri prodotti sui mercati internazionali, l’esportazione agroalimentare italiana non ha concorrenti – ha sottolineato Luigi Scordamaglia, Presidente di FederalimentareIl traguardo di 50 miliardi di euro a fine decennio garantirebbe un aumento degli occupati diretti e indiretti di circa 100.000 unità e permetterebbe al Made in Italy alimentare di entrare nella leadership europea colmando in parte il gap con gli altri Paesi. Con un 6-7% di aumento dell’export l’anno, l’obiettivo è alla nostra portata. Oggi la sfida è quella di trasformare quei progetti capaci di creare occupazione e ricchezza, in investimenti e in risultati in termini di esportazione del food and beverage italiano per consolidare un trend di crescita positivo. E se Expo ha consacrato nel mondo il modello alimentare italiano come modello di riferimento internazionale, quest’edizione record di Cibus sarà l’occasione per ribadirlo. Stiamo già guardando oltre, per rafforzare in futuro la presenza internazionale di questa manifestazione con modalità che diano sempre più servizi e vantaggi competitivi alle aziende italiane che promuovono i loro prodotti nel mondo”.

Cibus intanto procede con la sua evoluzione da fiera leader di settore a piattaforma permanente di conoscenza e promozione per supportare l’export agroalimentare italiano.

“Cibus 2016 è il traguardo di anni di lavoro – ha sottolineato Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma –  durante i quali abbiamo accompagnato le imprese alimentari italiane nelle più importanti fiere internazionali di settore (da Pechino a Bangkok, da Chicago a San Francisco), organizzando road show (Tokio, Dubai, Singapore) e incontri con i buyer esteri nel Cibus Market Check (da Mosca a New York, da San Paolo a Shanghai). La sfida per i prossimi anni è trasformare Cibus in una piattaforma permanente per la promozione all’estero a disposizione del food Made in Italy e delle istituzioni. Con le 3mila aziende espositrici, tutte espressione del Made in Italy alimentare, daremo al mondo una rappresentazione straordinaria del nostro patrimonio di competenze lungo tutte le filiere”.

HIGHLIGHTS DI CIBUS 2016

3mila aziende presidiano tutti i settori merceologici: carni e salumi, formaggi e latticini, gastronomia ultrafresco e surgelati, pasta conserve condimenti, prodotti dolciari e da forno, la Quarta Gamma, le bevande, prodotti tipici e regionali, ed altro ancora. Tra le novità una sezione dedicata ai prodotti freschi e freschissimi, una dedicata all’ittico ed una ai prodotti certificati Halal e Kosher (www.cibus.it).Da record anche le centinaia di innovazioni di prodotto che saranno presentate a Cibus a testimonianza di un grande dinamismo delle aziende italiane che punta a conquistare nuove spazi sui mercati esteri, così come a contribuire al rilancio dei consumi familiari in Italia. Crescono i prodotti biologici, gluten free e vegani come pure il ricorso a packaging più rispettosi dell’ambiente. Informazioni dettagliate sui nuovi prodotti saranno disponibili sul sito Cibus.it a partire dal 6 maggio.

“I comparti storici di Cibus sono affollati da tanti espositori, in parte nuovi in parte che tornano dopo qualche assenza – ha chiarito Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – ma ospitiamo anche new entry come il fresco, il freschissimo con nuovi players della 4° gamma, l’ittico, lo showcase dei prodotti italiani Halal/Kosher. Cibus è ormai una kermesse con centinaia di show cooking, degustazioni, eventi di ogni tipo, oltre a 25 convegni e workshop”.

Sempre significativa la presenza di Federalimentare, che oltre a tenere la propria assemblea annuale all’interno di Cibus (il 9 maggio alle 14) organizza anche diversi eventi: EcoTrophelia Italia 2016 il concorso per l’innovazione e la sostenibilità dei prodotti alimentari rivolto agli studenti universitari italiani;  il Workshop “Scuola e azienda insieme per un’educazione alimentare certificata”; il Workshop GREEN PMI – GESCO; il Meeting FOODWARD.

Grande attenzione al mondo del Retail con molti eventi:

  • Coop Italian Food è uno stand in cui la Coop si propone come un link tra le migliori aziende agroalimentari italiane e i buyer di tutto il mondo interessati al vero made in Italy;
  • Nello spazio di Gdo Week ogni giorno si terranno workshop con retailer stranieri per conoscere il loro approccio al Made in Italy, a quali prodotti sono interessati, come collocano il made in Italy sui loro scaffali;
  • Un convegno su “Marca del distributore, motore di crescita per l’italian food”, curato da Food Magazine;
  • Il workshop “Retail Info & Design del negozio futuro”, in collaborazione con Celfa e RetailWatch.it sulle soluzioni e tecnologie abilitanti per l’evoluzione della shopping experience. Come si modifica l’esperienza di acquisto grazie all’interazione tra punto vendita fisico e tecnologie digitali;
  • Il convegno su “Saturazione della promozione di prezzo”, soluzioni per uscire dalla trappola dell’eccesso di promozione, organizzato da Nielsen e Università di Parma

Al tema della Ristorazione Fuori Casa sono dedicati due eventi:  “Le tendenze dell’offerta organizzata, collettiva e commerciale. Il prodotto al centro della ristorazione a tema”, curato da Edifis; “Identity food nel risto retail” Verrà presentata la ricerca di Kiki Lab – Ebeltolft Italy che analizza le tendenze e i casi più interessanti di concept ibridi di risto-retail che uniscono vendita e consumo.L’edizione 2016 di “Pianeta Nutrizione” si terrà il 12 maggio, dalle 9,30 alle 17, con un convegno intitolato “Alimenti: miti e controversie”, dedicato a due tematiche molto dibattute: gluten sensitivity e i lipidi negli alimenti.

LA FIERA IN CITTA’

Proiettato sullo scenario internazionale il World Food Research and Innovation Forum, organizzato dalla Regione Emilia-Romagna con il patrocinio della Comunità Europea, in collaborazione con Cibus e Federalimentare. Si terrà il 9 e il 10 maggio al Centro Congressi Auditorium “Niccolò Paganini” Parma. Al centro dei lavori le sfide per l’alimentazione del pianeta, la legacy di Expo Milano 2015 e la Carta di Milano, l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli impegni assunti dalla comunità internazionale per vincere le sfide sul cambiamento climatico.Per Cibus 2016 è stato rinnovato ed ampliato il Fuorisalone, il programma di attività nelle strade e nelle piazze di Parma: Cibus in Fabula, dal 30 aprile al 20 maggio con 13 opere distreet art su tele monumentali di 70mq realizzati da artisti internazionali e curate dal creativo multidisciplinare Felice Limosani esposte all’Ospedale Vecchio. I 13 murales saranno messi all’asta a favore della ONG Oxfam Italia che in 90 Paesi sviluppa progetti per una vita sostenibile e per il diritto all’acqua. Il Fuorisalone prevede degustazioni, spettacoli, animazione per bambini, cabaret, ed altro.

Cibus è anche la cornice scelta dal Sistema Parma per invitare i delegati delle Città Creative UNESCO per la Gastronomia: un network a cui la città ducale è stata ammessa nel dicembre scorso e che annovera altre 17 realtà, spaziando dagli Usa alla Cina, dal Brasile alla Corea del Sud, dalla Norvegia alla Spagna. La rappresentanza UNESCO si tratterrà a Parma per quattro giorni e visterà anche Cibus2016.

www.cibus.it

Piccolo dal grande gusto: è il Carciofo Moretto di Brisighella

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L’8 e il 15 maggio si svolge una sagra per celebrare questo prodotto autoctono, che raggiunge le massime espressioni organolettiche nei tipici calanchi gessosi

Il comune di Brisighella (sulle prime colline in provincia di Ravenna) può vantare numerosi prodotti tipici, vere e proprie eccellenze a livello nazionale. Sicuramente il più famoso e rinomato di tali prodotti è l’Olio extra vergine d’oliva, ma merita una menzione di tutto rispetto anche il piccolo Carciofo Moretto. Il Moretto potrebbe essere definito “autoctono dell’autoctono”, infatti quello vero si trova solamente nel comune di Brisighella e, ancor più con precisione, soprattutto nei tipici calanchi gessosi con una buona esposizione al sole (Brisighella si trova al centro del Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola www.parcovenadelgesso.it). In tali luoghi riesce a raggiungere le massime espressioni organolettiche, che ne fanno un prodotto inimitabile e dal sapore autentico e inconfondibile.

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Per celebrare questo prodotto nel mese di maggio prende vita la “Sagra del Carciofo Moretto”, in programma nelle domeniche 8 e 15.

Il Moretto si mangia crudo e leggermente lessato, condito con sale e olio, preferibilmente con il rinomato “Brisighello”, col quale si sposa molto bene in quanto i due prodotti hanno una base aromatica comune. Sono molte e gustose le ricette che si possono realizzare utilizzando il Carciofo Moretto: capesante arrostite su crudità di Moretto e Olio di Brisighella, tagliolini calamari e Moretto, mezzelune con Moretto a formaggio di fossa, insalatina di Moretto con caprino in parmigiano croccante, tagliatelle al ragù di agnello sul Moretto all’aceto balsamico, strudel al moretto, crespelle ripiene di cuori di Moretto, cappelli di prete con ripieno di Moretto e ricotta.

Il carciofo non è altro che il bocciolo dell’infiorescenza che si raccoglie immaturo, cioè prima che sbocci, fine aprile e maggio. Il Moretto è una varietà rustica, sulla quale non sono stati fatti interventi genetici e ciò ha consentito di mantenere inalterate nel tempo le caratteristiche e gli aromi originari, diversamente da altre varietà largamente coltivate nel bacino del Mediterraneo. La pianta del Moretto si presenta come un cespuglio che può raggiungere un’altezza di 150 centimetri, il fusto è eretto con getti basali chiamati “carducci” che vengono usati per la riproduzione. Dal punto di vista agronomico predilige i terreni siliceo-argillosi, tipici dei calanchi romagnoli, ben esposti al sole. Le foglie, verdi-grigiastre, sono grandi e spinose, pendenti all’infuori. Il Moretto si presenta violaceo con riflessi dorati, spine giallo nere ben formate e rigide. Il suo sapore è leggermente amaro, fresco, appetitoso.

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Questa varietà è attualmente coltivata da una trentina di produttori, per un totale di circa 5 ettari, di cui 10 sono stati insigniti del titolo di “Custode del Carciofo Moretto”: un progetto che vuole preservare il passato pensando al futuro. Assieme all’Azienda Agraria Sperimentale “M. Marani” di Ravenna si è infatti avviato un progetto comprensoriale per il recupero storico di questo prodotto (coltivato a Brisighella già negli anni ‘40 e ‘50 del Novecento) e per la sua valorizzazione.

Per informazioni:

Pro Loco Brisighella tel. 0546 81166  iat.brisighella@racine.ra.it  www.brisighella.org

Il  BRUSCANDOLO in arrivo…

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A  BERRA ( FE ) nei giorni 7 e 8 Maggio si svolgerà la  14 ° SAGRA MONDIALE DEL BRUSCANDOLO.
La ristorazione presso il Centro Sociale “ LA COLOMBA” proporrà  specialità a base del  prezioso germoglio.
Il Bruscandolo è tradizione antica in questo territorio, basta citare  alcuni antichi documenti che ne riportano la conoscenza. Cosi’  il fattore ducale di Mesola il 13 marzo 1736  scrisse al commissario ducale di Ferrara a cui avrebbe inviato alcuni mazzetti di “bruscandoli de’ primi ritrovati”.
Per informazioni
Raffaella  348 0517784
WWW.ACSBERRA.IT

Vinitaly 2016: andata, ritorno e … contorno! di Marco Marucelli

Trio al Vinitaly 2016

La data della prossima cinquantunesima edizione è già confermata: dal 9 al 12 aprile 2017, speriamo che nel frattempo ci sia anche l’indicazione di una location consona a questa grande kermesse internazionale del vino, che dovrebbe dar lustro all’Italia e che, se ci riesce per quanto riguarda la qualità di tanti vini e produttori presenti ,  pecca ogni giorno di più per esser divenuta impraticabile dagli  addetti ai lavori.

Prima di presentare la selezione di scoperte e conferme ricevute durante la mia visita ai vari padiglioni del 50esimo Vinitaly è necessario far conoscere le gravi problematiche che ogni giorno devono accollarsi, espositori, addetti ai lavori e normali visitatori paganti (se non hanno sconti o agevolazioni … ben 80 euro al giorno). L’accesso alla Fiera è certamente penalizzato sia dal traffico urbano che da quello autostradale per cui, se si riesce ad arrivare a Verona in orario “adeguato”, si viene imbottigliati da assurdi ingorghi che ti fanno ricordare gli esodi biblici. Una volta conquistato il parcheggio altra coda per entrare e ovviamente gran consumo di suole di scarpe visto che, contrariamente a quanto indicato sulle piantine esposte, molti produttori di varie regioni sono inseriti in padiglioni che niente hanno a che vedere con la propria terra … alla faccia della globalizzazione. Per cui se ti interessano i produttori campani devi armarti di pazienza e di grande fiato per girare praticamente tutti i padiglioni non essendoci un punto che li raccolga. E questo vale per tutte le regioni. Se invece un visitatore volesse usare i mezzi pubblici, cercando così di limitare il traffico nella città di Giulietta e Romeo, magari per comodità ed anche per risparmiare qualche euro (visto che i prezzi degli alberghi veronesi  fermentano in questi  giorni nemmeno fossero in autoclave) e  scegliesse di alloggiare nella prima periferia o sul vicino Lago di Garda, la mattina potrebbe prendere un comodissimo treno facendo la sua bella mezzora di coda in stazione per acquistare il biglietto, viaggiando venti o trenta minuti come una acciuga nel suo barile ed arrivare, dopo con la stessa modalità delle sardine, inscatolato nella navetta che attraverso un improbabile tragitto di tre quarti d’ora ti consegna stanco, provato, stropicciato, agli impegni intensi che la giornata ti riserva.

Nella speranza, ogni anno affievolita, che l’organizzazione insieme alla città provveda a migliorare le condizioni dell’evento e al tempo stesso rispettare la bella città di Verona che la ospita, possiamo iniziare il nostro tour attraverso il bello e il buono girellando per i giacimenti enoici italiani.

la montina stand

Immancabile ci aspetta il grande salone della Lombardia con la rappresentazione delle sue zone vocate che sono degnamente concentrate intorno alla Franciacorta. Autentica perla della produzione vinicola lombarda, non adombra, bensì amplifica la risonanza di questa regione nel panorama internazionale. La setosità dei suoi vini, la gradevolezza dei bouquet e la giovanile effervescenza apre il palato ai grandi e poderosi rossi della Valtellina e ai delicati rosati delle rive bresciane del Garda, tanto per citarne alcuni. Per la Franciacorta abbiamo, con le mie fedeli collaboratrici, selezionato alcune aziende seppur ci fosse l’imbarazzo della scelta.

2 La Montina_Franciacorta Millesimato Brut 2008

La Montina di Monticelli Brusati che nel suo stand “green” ha presentato la nuova annata del suo Franciacorta Millesimato Brut 2009 mentre nelle vicinanze la Fratelli Berlucchi con la frizzante Tilli Rizzo presentava la nuova linea Freccianera, il nome che ha portato fortuna lo scorso anno al Franciacorta Brut Millesimo 2007 prodotto in serie limitata, che oggi diventa  una famiglia: Freccianera Collection. Etichetta quindi gli storici millesimati che si presentano in una nuova veste: Freccianera Brut, Freccianera Rosa, Freccianera Satèn e Freccianera Nature.

Berlucchi '61 Nature 2009 dettaglio

Altro stand di prestigio è quello della Guido Berlucchi, dove abbiamo degustato il Berlucchi ’61 Nature Millesimato che unisce la carnosità dello Chardonnay alla mineralità del Pinot Nero, proposto senza sciroppo di dosaggio, così da esaltare  anche l’anima più vera e pura.

Stand CECI

Dalla Lombardia all’Emilia Romagna il passo è breve, non solo geograficamente, ma anche come collocazione di padiglioni. Qui la simpatia innata delle persone si rispecchia anche nei vini, come sempre questa manifestazione lascia l’imbarazzo della scelta dovendo comunque cercare qualche novità, trascurando invece altri ottimi vini per motivi “tecnici”.

NANI' CECI

La scelta è caduta  su Cantine Ceci che come sempre nella sua elegante veste propone delle novità non solo di qualità ma anche di ottimo gusto.  Il suo “profumo” Nàni in bottiglia da 0,75 è l’espressione di uno spumante luxury. una bottiglia raffinata avvolta da petali che si schiudono come quelli di un fiore. “Náni di Otello” è un ottimo Chardonnay in purezza, spumantizzato Charmat con metodo Martinotti, realizzato con la collaborazione dell’enologo Nico Danesi, prodotto nelle versioni Brut ed Extra Dry e contenuto in una elegantissima bottiglia che a prima vista sembra  proprio un profumo di altissimo valore.  Si attraversa il padiglione della Sicilia con i grandi vini di questa isola che raccoglie tanti vitigni tra internazionali e autoctoni  che l’hanno portata alla ribalta dell’economia del vino per i profumi e gli aromi che si concentrano nei mosti.  Curiosa la vicinanza del più lontano Trentino, che nel suo spazio accoglie piccoli e grandi produttori di possenti rossi e delicati bianchi che ci conducono,  quasi per incanto, tra le braccia del Veneto. Qui si gioca in casa, come si direbbe in gergo calcistico, ogni angolo parla di vino di tutti i colori. Dai corposi Amaroni, ai delicati Chiaretti “rosati di una notte” fino ai bianchi profumati della Valpolicella o ai frizzanti Prosecchi del trevigiano.

MACCARI

Tra le novità ho scelto quella proposta da Maccari Vini che ha presentato il progetto IGT con cui si intende valorizzare il vino alla spina, molto diffuso in osterie e pizzerie, infustando i tradizionali vini veneti e servendoli poi in anfore di vetro serigrafate col marchio aziendale e con una foderina che segnala il vitigno con cui è prodotto il vino servito. Un’idea per apprezzare al meglio e fare cultura. Un grande gruppo veneto, ma che riferisce la sua attività in varie regioni italiane, è Santa Margherita che nel suo grande padiglione ha presentato le nuove annate delle varie aziende e oltre a rafforzare la sua partnership con l’organizzazione della storica Mille Miglia ha riservato ad alcune bottiglie il restayling grafico.

SANTA MARGHERITA STAND

Il Lazio si raggiunge con grande facilità, anche se nell’aria dei padiglioni il tasso etilico è sempre più alto, così come la passione che tramandano nei loro vini  i produttori della Tuscia, dei colli o del sud di questa regione. Il nostro percorso prosegue nel padiglione della Campania con la sua estensione riservata ai vini dell’Irpinia. Da notare che quest’anno alcuni produttori delle varie regioni per motivi logistici erano stati inseriti in altri padiglioni e quindi alcuni vini degustati non rispecchiamo la naturale location , seppur ne parleremo quando facciamo riferimento al territorio. Tra questi i vini di eroici viticoltori della costiera amalfitana, rappresentati da Marisa Cuomo con i suoi Furore e Costa d’Amalfi. Basta andare in questi luoghi meravigliosi per capire come l’uomo debba faticare per raccogliere le uve che diverranno importanti vini.

Sertura vini

Anche l’Irpinia con i produttori avellinesi fa la parte del leone in Campania , spumanti di aglianico irpino, rossi da togliere il fiato e bianchi di una mineralità incredibile, queste le proposte che siamo riusciti a gustare. Le cantine che hanno rappresentato egregiamente queste eccellenze sono state l’Az.Agr. Montesole di Serra di Montefusco  e Sertura di Avellino.

MONTESOLE

Sembra un sogno ma uscire dagli stand campani ed arrivare ad assaporare i fruttati ed intensi sapori dei vini dell’Alto Adige prima e del Friuli Venezia Giulia, è una stupenda realtà. Il Consorzio Vini Alto Adige era presente con uno stand collettivo assieme a 79 cantine. Quattro giorni di degustazioni  tematiche che hanno spaziato dai Pinot e dagli spumanti ai vitigni autoctoni, dai bordolesi ai bianchi nordici.  Il Friuli Venezia Giulia oltre che per i grandi vini è conosciuto anche per una grande tradizione vinicola che può esser ben raccolta nel vino da collezione “50esimo LIVON 2014“ prodotto con le uve di Ribolla Gialla e Friulano raccolte in occasione dei festeggiamenti del  cinquantesimo anniversario  dell’azienda Livon conosciuta nel mondo grazie anche al suo Braide Alte. Il settimo padiglione era interamente dedicato alle Marche, territorio quasi speculare alla Toscana, che da anni presenta vini di grande pregio. La degustazione da segnalare è quella effettuata nello stand di Moncaro dove veniva presentato Madreperla spumante metodo classico, nelle due versioni 60 mesi sui lieviti e Pas Dosè 84 mesi sui lieviti. Proseguendo il percorso quasi come fosse un filare di viti, eccoci tra i nettari del Molise e della Sardegna, qui probabilmente a causa dell’orario poco consono, gli stand erano assediati e non ci è stato possibile effettuare alcuna degustazione, ma ci siamo ripromessi di effettuarle in prossime occasioni.

BARACCHI

Il padiglione della Toscana è ogni anno più grande e ricco, impossibile girarlo tutto soffermandosi con calma, ma al tempo stesso impossibile non fermarsi a salutare amici e grandi produttori come ad esempio Silvia, Riccardo e Benedetto Baracchi da Cortona, con i suoi metodo classico, il suo fantasmagorico Pinot Nero e gli altri suoi vini dai nomi evocanti la passione per la falconeria.

ARRIGHI

Una visita allo stand del mitico Antonio Arrighi che oltre al suo Aleatico elbano presentava il progetto di affinamento in anfora di terracotta dei suoi vini alla stregua di un antico romano. Altra scoperta sono stati il Pugnitello e il Ciliegiolo, entrambi in purezza, dell’Az. Vinicola Simona Ceccherini di Massa Marittima.

VINI MONTALBERA

E se la Toscana è infinita nella sua proposta, non è da meno il Piemonte con i suoi robusti vini che lo rendono tra le regioni più amate dagli intenditori italiani e d’oltralpe.

MONTALBERA

Immancabile la sosta dall’amico e grande produttore di Ruchè del Monferrato, Franco Morando di Montalbera, che ogni anno stupisce con effetti ed affetti speciali, legati a questo vino, con varie declinazioni (quest’anno anche la versione vegana) che riflette quanto un vitigno autoctono e indigeno, possa attrarre una così diversa tipologia di palati, facilitando amicizie come quelle fatte al tavolino degustando un calice di Ruchè con altri grandi produttori come Claudia Angelini del gruppo Farina che ha nel suo “paniere” ben cinque aziende vinicole tra Piemonte, Toscana e Puglia.

ANGELI CLAUDIA

Nonostante la stanchezza fisica e degustativa si faccia sentire, stoicamente, proseguiamo verso il padiglione che accoglie Calabria, Abruzzo, Liguria e Valle d’Aosta. La Calabria ci ha dato una bella occasione per apprezzare, in una degustazione guidata, i suoi vini che negli ultimi anni stanno evolvendo e si stanno facendo conoscere sul mercato. Oltre all’evento a cui abbiamo partecipato, che aveva un titolo assolutamente chiaro, “Tremila anni di storia, tradizioni e cultura: la nostra passione nel tuo bicchiere” , si sono alternate altre occasioni che hanno messo in luce i vari vini da vitigni giunti in questo territorio da altri paesi, migliaia di anni fa: dal Gaglioppo al Magliocco, passando per il Nerello, il Greco nero, il Castiglione. Dai poderosi vini Calabresi siamo passati ai fruttati vermentini liguri tra cui spiccavano quelli delle Cantine Lunae Bosoni con il Cavagino, l’Etichetta Grigia e l’Etichetta Nera nelle nuove annate. L’Abruzzo con i suoi Montepulciano e Trebbiano, presentava tante iniziative, tra queste c’è stata la  sfida per la promozione enogastronomica regionale attraverso la degustazione promossa dall’Associazione nazionale “Le donne del Vino”. Un percorso tra i dolci tipici abruzzesi e gli abbinamenti  per tradizione con i migliori vini regionali.  Non potevamo lasciare il padiglione senza un giro tra i vini di agricoltura biodinamica ed eroica, che presenta la Valle d’Aosta, con le vigne strappate alla montagna. Il padiglione etichettato con il numero 12 racchiudeva le eccellenze di Puglia e Basilicata. Quest’ultima presentava, attraverso il vino, anche il suo territorio con eccellenze gastronomiche abbinate al grande Aglianico del Vulture di cui, ad esempio, Cantine del Notaio è una delle migliori espressioni.

CANDONGA

Ma la fragola Candonga Top Quality, grande prodotto di stagione dell’agricoltura lucana, aveva il suo fascino immersa tra i vini vulcanici, il suo inconfondibile colore, il suo profumo e il suo sapore contribuivano ad amplificare il valore di questo piccolo grande giacimento agroalimentare che è la Basilicata.

ITALIA STIVALE VINI

Conosciuta in tutto il mondo per le sue bellezze naturali, per la sua cucina ricca ma semplice al tempo stesso, e da qualche anno anche per i suoi vini di grande qualità, la Puglia, come sempre ci ha riservato una calorosa accoglienza e le sorprese enoiche non sono mancate, tra i vari vini rossi e rosati di cui, una fra tutte, la Cantine della Bardulia, si è fatta promotrice con espressioni di ottima bevibilità .

Non poteva mancare la presenza ad uno degli eventi più importanti del fuori salone e quest’anno abbiamo scelto la Franciacorta, ospiti di Villa Baiana per la serata organizzata da La Montina per festeggiare i successi dei suoi vini.

MONTINA MENU'

Una serata all’insegna del buon cibo e del buon bere, come da tradizione, per allietare gli animi e far rilassare i corpi, stanchi ma appagati, e magari anche piacevolmente rinfrancati da queste giornate piene di grandi vini, conosciuti da tanti, apprezzati da molti ma che ancora non vengono percepiti, da una politica sterile, come vero giacimento di questa nostra Italia che esplode di gusto ma che, sempre più, viene soffocata da ignoranza e poca lungimiranza di chi è al potere.

 

Lardo spiritoso! di Laura Cosci e Marco Marucelli

degustazione grappa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note degustative di una serata speciale in compagnia di lardo e grappa, lo scorso 8 aprile, al Centro Ippico Toscano di Firenze curata da  ANAG. 

Presenti due produttori storici del Lardo toscano: La Bottega di Adò di Montignoso  (Massa Carrara) con Lardo di Colonnata IGP (www.labottegadiado.com) con una storia davvero interessante per questa azienda tramandata da nonno a nipote. Il nonno non produceva lardo (era un prodotto di scarto) ma solo insaccati. Con i nipoti si tenta (Anni 90) di cavalcare la moda del nuovo prodotto ed è un successo. Oggi il laboratorio/stabilimento conta 32 dipendenti. Una considerazione nasce spontanea:  nonno ha affiancato i nipoti  fino alla morte avvenuta ala veneranda età di 103 anni (alla faccia di chi dice che non mangiare carne allunghi la vita) e di lui va ricordato anche che da scultore dilettante scavò una delle prime fosse per il lardo, da solo, in un monolite di marmo.

Altro produttore presente è stata  la Tenuta di Paganico di Civitella Paganico (Grosseto) con Lardo di cinta senese (www.tenutadipaganico.it). L’azienda copre tutta la filiera, dall’allevamento alla produzione. Che ha allietato i presenti con la storia della cinta, l’avvento e il successo sul mercato. Ovviamente ribadendo il concetto che l’allevamento deve essere  open air per mantenere in salute l’animale e la qualità del prodotto.

Due anche le grappe che hanno accompagnato e reso spiritoso le due tipologie di lardo: una delle Distillerie  Bonollo di Torrita di Siena (Siena) con Grappa di Sangiovese (monovitigno 42%vol)  e l’altra la Grappa “Alderotti” (60% vol proveniente da vitigni a bacca sia rossa che bianca).

lardo

 

 

 

Come in altre occasioni  ANAG con la sua professionalità e competenza ha realizzato questa bella serata. I presenti hanno apprezzato le proposte fornendo poi ognuno la sua preferenza in base al proprio gusto personale.

Complice il freddo, oltre che il palato anche il corpo ha gradito questo abbinamento con dei caldi e ricchi prodotti animali e i due distillati proposti per l’occasione.

Impossibile non terminare la serata ed il racconto senza tenere in una mano una fettina di lardo e nell’altra un bicchiere di grappa, abbinamento perfetto per riscaldare anima e corpo…spiritosamente!

lardo e grappa a Firenze-2

FISH & CHEF 2016: CENE STELLATE, STREET FOOD, STREET ART E STREET MUSIC

Cene stellate, alla portata dei portafogli di tutti, in alcuni dei più esclusivi hotel e ristoranti del Garda ma anche street food, street art e street music, un evento nell’evento sul lungolago della cittadina di Garda, durante il quale alcuni tra i migliori chef del Benaco faranno conoscere (e degustare) le loro creazioni, in un appuntamento che unisce anche arte e musica grazie alla collaborazione con (E)VENTO tra i Salici. Tutto questo e molto altro per l’edizione 2016 di Fish & Chef, la manifestazione in programma dal 21 al 27 aprile in alcune delle più belle località del Garda. La rassegna ideata dallo chef stellato Leandro Luppi e da Elvira Trimeloni si prepara infatti a stupire ancora.

LE CENE STELLATE FIRMATE FISH & CHEF – Sono 6 le cene gourmet in programma (costo 70 euro, prenotazioni direttamente negli alberghi). Esse toccheranno località dai panorami mozzafiato come Malcesine, Gardone Riviera, Garda, Bardolino e Costermano. A mettersi alla prova con la cucina del pesce di lago saranno alcuni dei più importanti chef internazionali, due dei quali in arrivo dal Giappone. Ad alzare il sipario sull’evento, giovedì 21 aprile, sarà lo chef Luca Marchini (1 stella Michelin) dell’Erba del Re di Modena, protagonista della cena in programma all’Hotel Bellevue San Lorenzo di Malcesine (VR).

Il 22 aprile al Grand Hotel Fasano a Gardone Riviera (BS) scenderà in campo Peter Brunel (1 stella Michelin) del ristorante Borgo San Jacopo di Firenze. 

Domenica 24 aprile, Fish & Chef torna sulla sponda veronese del Garda: all’hotel Aqualux di Bardolino toccherà ad Andrea Berton (1 stella Michelin) del ristorante Berton di Milano. 

Lunedì 25 aprile al ristorante Villa Fiordaliso di Gardone Riviera  (BS) gli ospiti potranno lasciarsi estasiare dai sapori della cucina di Andrea Aprea (1 stella Michelin) del ristorante Vun di Milano. 

Martedì 26 aprile, all’Hotel Regina Adelaide di Garda (VR) andrà in scena la cucina degli ospiti internazionali di questa edizione: Valentino Palmisano e Kido Toshimizu del Ritz-Carlton di Kyoto, in Giappone.

A La Casa degli Spiriti di Costermano, mercoledì 27 aprile, si terrà il gran finale a più mani: anche la conclusione dell’edizione 2016 è affidata al Dream Team Lake Garda composto dai top chef del Garda che giocheranno in casa per interpretare i prodotti del loro territorio in una sfida che nel 2015 aveva visto all’opera ben 11 cuochi. 

STREET FOOD STREET ART STREET MUSIC – Tutti i giorni dal 21 al 27 aprile il lungolago della cittadina di Garda sarà animato da un evento nell’evento, che nasce dalla collaborazione tra Fish & Chef e (E)VENTO tra i Salici, un’associazione che organizza manifestazioni culturali per dare voce alla creatività giovanile.

Nella kermesse di piazza si avvicenderanno alcuni tra i migliori chef gardesani con le loro preparazioni e performances di street artist e street band. Un’occasione per conoscere i segreti dei cuochi stellati e degustare le loro specialità.

A rendere possibile quest’anno la realizzazione di Fish&Chef sono numerosi partner come Air Dolomiti, grazie a cui sarà ancora più facile raggiungere le sponde del Garda e che organizzerà una speciale edizione di Fish & Chef in volo. Il Consorzio Tutela Vino Custoza porterà sulle tavole i vini delle aziende Cavalchina, Monte del Fra, Menegotti, Gorgo, Albino Piona, Ronca e Villa Medici.

Accanto alle paste di Monograno Felicetti, storico pastificio della Val di Fiemme nato nel 1908, non mancherà l’OlioExtra Vergine D’Oliva Ca’Rainene di Paolo Bonomelli, caratterizzato da un profondo legame con il territorio del Lago di Garda e con le sue cultivar autoctone, i prodotti Trota Oro, quelli della Sartori Carni. Tra i partner anche il Club Amici del Toscano, STOBAG I.S.L.A., il Caffè Omkafè di Arco (TN), il pane firmato Saporè di Renato Bosco di San Martino Buon Albergo (VR) e i distillati EVO della Franciacorta.

Costi dei cooking show sul Garda: gratuito

Costi delle cene: 70 euro

Informazioni : www.fishandchef.it

Le prenotazioni per le cene e i pernottamenti devono essere effettuate direttamente negli alberghi.

 

LA TOSCANA IN BOCCA: IL GUSTO DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA

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A Pistoia dal 22 al 25 aprile III appuntamento con le eccellenze culinarie toscane tra tradizione, territorio e attualità e come piatto forte le ricette tipiche della cucina regionale. Pistoia Città della Cultura 2017 vedrà la cittadina toscana protagonista anche della cultura enogastronomica

Dal 22 al 25 Aprile l’area espositiva “La Cattedrale Ex Breda” aprirà le porte alla terza edizione de La Toscana in bocca che, dopo il successo degli scorsi anni, con oltre 60.000 visitatori, diventa appuntamento fisso per tutti gli amanti della cucina.

La manifestazione, promossa da Confcommercio Pistoia e Prato insieme ai ristoratori locali e in collaborazione con Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che utilizzano i prodotti del territorio, prosegue il percorso di valorizzazione della ristorazione regionale e della sua tradizione.

uovo e giardiniera di verdure

Il format si conferma quello vincente delle precedenti edizioni con un palinsesto ricco di eventi e novità per tutti i target di pubblico: sono 35 gli stand di somministrazione presenti ciascuno dei quali realizzerà due ricette tipiche della cucina regionale assortite fra antipasti, primi, secondi e dessert. Saranno presenti nel menù anche piatti per celiaci e vegani e non mancheranno le pietanze dedicate ai bambini. L’offerta sarà affiancata da una selezione di produttori ed espositori locali presso cui i visitatori potranno degustare ed acquistare i prodotti tipici e allo stesso tempo conoscere alcune delle realtà della provincia che operano per la promozione del settore enogastronomico e per un’alimentazione salutare.

zuppa del Duca

Sempre più ampio e strutturato il calendario delle attività in programma che si rivolgeranno a diversi target di pubblico nei vari momenti della giornata: la tarda mattinata e il primo pomeriggio saranno dedicati ai laboratori e all’intrattenimento per bambini e genitori, seguito poi da dibattiti e momenti di approfondimento incentrati su diverse tematiche fra cui Pistoia Capitale della Cultura 2017. Allieteranno i visitatori cooking show realizzati dai ristoratori e dai professionisti di settori specifici, come nel caso dei macellai di Federcarni Pistoia, e momenti serali d’intrattenimento musicale.

“Un appuntamento che si rinnova nel segno della tradizione e della volontà di puntare, se ancora ce ne fosse bisogno, sulla tipicità dei prodotti del territorio, carte vincenti che hanno decretato il successo delle precedenti due edizioni – ha dichiarato l’assessore al Turismo della Regione Toscana Stefano Ciuoffo, che ha poi proseguito – La Toscana in bocca non è soltanto un modo per valorizzare la grande ricchezza del territorio pistoiese e le eccellenze enogastronomiche dei propri ristoratori, ma punta a diventare un’occasione per promuovere in Italia e fuori dai suoi confini uno stile di vita, un senso di appartenenza con le proprie tradizioni. In sintesi, tutti quei valori che rappresentano la filosofia del progetto Vetrina Toscana, ideato e creato per promuoverli e diffonderli e che collabora attivamente all’organizzazione dell’evento .”

L’appuntamento con il taglio del nastro è previsto alle 17,00 di venerdì 22 Aprile alla presenza delle autorità locali e regionali, che darà il via ufficiale al “grande ristorante” allestito all’interno della Cattedrale Ex Breda che, nelle giornate di sabato, domenica e lunedì resterà aperta dalle 11,00 alle 24,00

Week end del gusto (15-17 aprile) a Cesena con il Romagna Wine Festival

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Derby Romagna Sangiovese – Morellino Scansano, Concorso ‘Chef per un giorno’ sulla tagliatella, girandola di degustazioni e un tuffo nelle bollicine dell’Oltrepo’ Pavese

Veste i colori della primavera la quarta edizione del Romagna Wine Festival. Per tre giorni Cesena diventa la capitale romagnola del vino insieme a gastronauti, vignaioli, giornalisti, winelovers, cuochi, degustatori e appassionati del buon vivere. Da venerdì 15 a domenica 17 aprile 2016, il cuore della città malatestiana si trasforma in una grande arena del gusto dove il Romagna sangiovese e gli altri vini del territorio duettano con i prodotti della gastronomia locale e con tanti ospiti eccellenti provenienti da altre regioni del Belpaese. Un evento di grande coinvolgimento che negli anni ha guadagnato la collaborazione di tutta la città e del comparto commerciale che saluta l’arrivo del Wine Festival allestendo vetrine a tema con protagonista il vino e il cibo della tradizione.

Si comincia venerdì 15 aprile dalle 17,30 con gli ‘Aperid’hoc’ sotto il Loggiato Comunale di Piazza del Popolo. Un percorso a tema dove le etichette del territorio raccontate dai produttori, sposano assaggi di prodotto in un percorso di terra, di mare e vegetariano. E chi partecipa all’Aperid’hoc guadagna un ‘passaporto’ per degustare i Menù del Festival preparati nei ristoranti del centro storico. Archiviati gli Aperid’hoc la manifestazione entra nel vivo il sabato e domenica con convegni, momenti di intrattenimento fra vino e cultura, degustazioni, visite guidate, mostre collaterali a tema, sfide gastronomiche, disfide enologiche fra territori.

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Tanti i “centri di gravità” del Wine Festival 2016: la Biblioteca Malatestiana, il Palazzo del Ridotto, il Foro Annonario, il Loggiato Comunale di Piazza del Popolo. Il Palazzo del Ridotto in piazza Almerici sarà la sede delle principali degustazioni (sabato dalle 18,00 alle 22,00 e domenica dalle 15,30 alle 21,00) che alterneranno i vini romagnoli a quelli toscani dei territori vocati al sangiovese, agli ospiti di varie regioni d’Italia. Protagonisti i rossi robusti di Romagna e Toscana, alternati a bianchi freschi e aromatici, frizzanti e spumanti. Un grande corner sarà dedicato alle bollicine dell’Oltrepo’ Pavese, uno dei terroir di riferimento del metodo classico italiano, accompagnate per l’occasione da prodotti tipici della gastronomia di quei territori che duetteranno con le specialità romagnole a cura dell’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Forlimpopoli.

Sabato mattina appuntamento con la cultura con le visite guidate nei luoghi del vino condotte dal raccontastorie Gabriele Papi e a partire dalle ore 12,00 un percorso letterario e sensoriale dedicato alla Sicilia del vino. Maestri sommelier d’eccezione invece guideranno le degustazioni tematiche di grandi rossi e grandi bollicine nei pomeriggi di sabato e domenica. Di scena la coppia più blasonata della sommeleria italiana. Quei Gardini padre e figlio (Roberto e Luca) che negli anni hanno conquistato i massimi riconoscimenti in Italia e nel mondo.

Appuntamento con la creatività in cucina ancora sabato a partire dalle 15,00 nella piazzetta del Foro Annonario, dove va in scena ‘Chef per un giorno’ dedicato alla Miglior Tagliatella alla moda di Romagna e interpretato da otto aspiranti cuochi, e a cui seguirà un assaggio di pasta fresca e laboratori del gusto, organizzati dai mattarelli attenti delle Mariette artusiane.

E ancora domenica al Palazzo del Ridotto il Derby del Sangiovese, dove 8 campioni di Romagna Doc Sangiovese Riserva 2013 selezionati da un pannel di sommelier degustatori Ais, si scontrerà con altrettanti campioni di Morellino di Scansano Docg Riserva, uno dei territori più blasonati della Toscana del vino, che ha fatto del sangiovese il suo punto di forza. Il Derby anche quest’anno, dopo le disfide delle scorse edizioni con Chianti e Nobile di Montepulciano, sarà giudicato da una commissione tecnica e da una giuria popolare aperta a tutti i winelovers che si presenteranno ai banchi d’assaggio nella giornata di domenica.

 

Info: www.romagnawinefestival.it

Facebook: Romagna Wine Festival

Twitter: @guidavinier

#RWF2016

ENOGASTRONOMIA: SUCCESSO A FIRENZE PER IL PREMIO “ITALIA A TAVOLA”

talk show italia a tavola 2016

Chef Rubio nella categoria “Cuochi e Pasticceri”, Sara Papa tra gli “Opinion Leader”, Vito Intini nella categoria “Maître e Sommelier”, Gian Nicola Libardi tra i “Barman”: ecco i vincitori per il 2015 del sondaggio online lanciato dalla rivista di enogastronomia “Italia a Tavola”, che ogni anno rende omaggio alle personalità di spicco nel settore della ristorazione, rappresentanti di istituzioni e imprenditori che si sono particolarmente distinti nella valorizzazione del “made in Italy” agroalimentare e nella promozione dello stile italiano. La consegna dei riconoscimenti è avvenuta a conclusione di una cena di gala curata da una brigata formidabile di chef e pasticceri tenutasi sabato scorso a Firenze, a Palazzo Borghese, nell’ambito dell’ottava edizione del “Premio Italia a Tavola – Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e della ristorazione”, organizzato con il patrocinio del Comune di Firenze insieme a Confcommercio Toscana, Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ed Ebtt (Ente Bilaterale del Turismo Toscano).

 

Sabrina Schench, Alberto Lupini, Niko Romito, Aldo Cursano, Renato Missaglia

L’appuntamento con gli Award 2015 è stato una “celebrazione del gusto, della bellezza, della qualità, della professionalità – dichiara Aldo Cursano, vicepresidente Fipenelle sue varie declinazioni”. Il premio “Italia a Tavola” a partire dall’enogastronomia si propone di celebrare a 360 gradi lo stile italiano per giungere alla cultura, alla convivialità, alla moda, al design. Firenze, con la sua storia e i suoi capolavori artistici, è stata la cornice ideale per questo evento e la base da cui partire per celebrare il Rinascimento della ristorazione italiana, il cui futuro è indissolubilmente legato alla tradizione e a quel passato in cui la sapienza artigianale era un valore cardine. “Questo – continua il vice presidente Fipe, Cursano – è lo spirito che deve animare l’odierna ristorazione, mettendo al centro le competenze, l’esperienza e la professionalità in grado di trasformare un prodotto in magia”.

mostra appunti di stile

La due giorni del Premio Italia a Tavola si è conclusa infine la domenica mattina successiva, al Museo Bardini, con l’inaugurazione della mostra “Appunti di stile dell’Italia a Tavola. Viaggio nella storia dell’arte di ricevere”: un affascinante excursus, frutto di un minuzioso lavoro con il contributo di alcune storiche famiglie fiorentine, che ripercorre negli anni e nei secoli la storia dell’arte del ricevere nelle tavole accuratamente apparecchiate. Un’altra preziosa testimonianza della ricerca del bello che rende unico lo stile italiano nel mondo. Al taglio del nastro erano presenti, tra gli altri, la presidente di Confcommercio Toscana, Anna Lapini, il direttore generale di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni, il responsabile del settore eventi di Confcommercio Arezzo, Gianluca Rosai, la direttrice del Museo Bardini, Antonella Nesi, la giornalista di Italia 7 e curatrice della mostra, Anna Maria Tossani, il presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Eugenio Giani, e la sua vice, Lucia De Robertis.

Il profilo dei “Personaggi dell’anno dell’enogastronomia e della ristorazione” di “Italia a Tavola” & Fipe
Cuochi e Pasticceri – Chef Rubio: diplomato alla Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma, di cui Fipe è socia, presieduta da Gualtiero Marchesi. Con 17.280 voti, Chef Rubio ha superato Iginio Massari (fondatore e presidente onorario dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani), secondo classificato con 12.761 voti. Al terzo posto con 12.195 voti Antonino Cannavacciuolo, chef bistellato del Ristorante Villa Crespi di Orta San Giulio, diventato celebre al grande pubblico per i programmi tv “Masterchef” e “Cucine da incubo”.
Opinion Leader – Sara Papa: esperta di panificazione, autrice di libri di ricette e tecniche di cucina, vincitrice con 15.271 voti. Al secondo posto si posiziona l’imprenditore e noto giudice di “Masterchef” Joe Bastianich con 11.889 voti. Terzo posto per Maurizio Di Dio, consulente ed esperto di marketing per aziende del settore Horeca, con 8.312 preferenze.
Maître e Sommelier – Vito Intini: alla sua prima candidatura, ha ottenuto 12.866 voti. Dirigente del settore moda e arredamento, dal 1998 è membro dell’associazione di assaggiatori Onav, di cui alla fine del 2014 è diventato presidente. A seguire Livio Del Chiaro, sommelier de La Divina Enoteca di Firenze, con 8.534 voti, e Sandra Ciciriello, direttore di Alice Ristorante ad Eataly Milano Smeraldo con 8.103 voti.
Barman – Gian Nicola Libardi: barman del Tatikakeya di Calceranica al Lago (Trento). Candidato per la prima volta con 9.461 preferenze, si è aggiudicato il titolo surclassando Paolo Ravellini del Duomo 21 Townhouse Gallery di Milano con 8.501 voti, e Marina Milan del RememBeer Brew Pub & More di Pinerolo (Torino) con 5.238 voti.