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Le donne del vino in Toscana

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Essere donne in un mondo da sempre coniugato al maschile
Tra azienda, famiglia, mercato globale, tradizioni, innovazioni, sogni e progetti.

Donne del Vino in Toscana è il libro scritto da Roberta Capanni e Nadia Fondelli che indaga sull’essere donna in un mondo lavorativo da sempre ritenuto prerogativa maschile. Le giornaliste hanno intervistato alcune delle associate delle Donne del Vino della Toscana che, con i loro racconti, hanno permesso di dar vita ad un libro destinato non solo a chi si occupa di vino ma a tutti.

Cosa è cambiato nel mondo del vino che ha permesso alle donne di essere sempre più presenti e, soprattutto, quanto è cambiato davvero? Grazie all’interessamento della Presidente delle Donne del Vino della Toscana, Antonella D’Isanto, le donne dell’Associazione Donne del Vino della Toscana che l’anno prossimo compirà 30 anni, è stato possibile comprendere quali sono state le difficoltà che le donne hanno incontrato o incontrano ancora oggi nel mondo del vino.

Scritto volutamente con un linguaggio semplice e senza tecnicismi e il più fedele possibile ai racconti che le donne del Vino hanno fatto della loro esperienza, il libro si presenta come una raccolta di racconti. L’intento è quello di far avvicinare al variegato e affascinante mondo della vite sempre più persone. Conoscere un prodotto vuol dire rispettarlo e la conoscenza porta al non abuso, così come sapere cosa affronta e come reagisce una donna davanti ad un mondo lavorativo volto al maschile, può essere di aiuto sia agli uomini che alle donne

Donne del Vino in Toscana è un libro che parla di vino e di donne, dell’approccio che la parte femminile dell’umanità ha oggi con uno degli alimenti più antichi del mondo.
Nel libro le autrici hanno raccolto i racconti che le produttrici, enologhe, sommelier, giornaliste hanno fatto della loro esperienza, delle difficoltà incontrate, della passione, del percorso formativo tra ricordi delle più grandi e l’entusiasmo delle più giovani. Dati e numeri di un mondo in crescita dove la presenza femminile è sempre più preponderante ma che, come ricorda nella sua intervista la Presidente nazionale dell’Associazione delle Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini, “c’è ancora molta strada da fare”.

La prefazione di Ernesto Di Renzo Antropologo dell’ Università di Roma Tor Vergata, racconta come Il vino, per sua natura, sia molto vicino all’universo femminile e come la sua produzione, fin dai tempi più antichi, abbia portato con sé la sfera del magico e l’associazione di simbologie di felicità, benessere, cultura, raffinatezza, rigenerazione, contatto con il divino.

Uno spaccato di storie diverse per tipologia e per questo il volume è stato diviso in tre sezioni: Gioielli di famiglia, con i racconti di chi si è trovato ad avere alle spalle un’azienda produttiva da generazioni, Sogni e Lavoro, che raccoglie le storie di chi pur provenendo da altri settori ha fortemente voluto creare un’azienda vitivinicola realizzando il proprio sogno e Vino e Dintorni dedicato a chi è entrato nel mondo del vino non come produttrice ma occupando altre importanti professioni.
Ad ogni donna intervistata è stato chiesto di dare una foto in cui si riconoscesse affinché nel libro non ci fossero immagini patinate ma che il “racconto” continuasse nell’immagine.

Donne del Vino in Toscana
Roberta Capanni – Nadia Fondelli
Prefazione di Ernesto di Renzo
Foto di copertina Gianni Ugolini ®
editore C.S.S.
ISBN 9788897042310

Prezzo: euro 16,90

VIVOSA APULIA RESORT

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Vivosa Apulia Resort: mare, eleganza, atmosfere salentine. L’elegante eco-resort 4 stelle affacciato sulle acque cristalline del mar Jonio a Marina di Ugento, tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca,invita gli ospiti a respirare l’aria della vacanza nella magica Puglia, in un contesto naturale.

Qui i concerti delle cicale, lo sciabordio delle onde e il vento tra gli alberi, sono la colonna sonora che accompagna gli ospiti durante la vacanza. Tra i punti di forza c’è anche la formula all inclusive, che permette di vivere una vacanza senza stress. La raffinata struttura si trova all’interno di una grande area protetta, circondata da una meravigliosa pineta, un parco naturale dove fare jogging o riposarsi sulle amache. La spiaggia privata, con lettini e ombrelloni, si trova a circa 500 metri dalla struttura. Una piacevole passeggiata attraverso la pineta conduce gli ospiti in spiaggia.
Molto apprezzate sono le scenografiche piscine, disposte su vari livelli, per grandi e piccini. Tra queste c’è una vasca riscaldata con lettini idromassaggio, cascate d’acqua, sdraio, ombrelloni e comodi lettini. Ogni ospite può trovare l’angolo giusto per il relax.
Dal 1 Gennaio 2017 VIVOSA APULIA RESORT ha cambiato nome: da “Iberotel Apulia” è diventato Vivosa Apulia Resort, una continuazione e un nuovo inizio; se da una parte il benessere, il relax e l’alta qualità dei servizi rimangono sempre una garanzia per gli ospiti, l’hotel guarda al rinnovo costante di tutto ciò che fa parte della vacanza, dai servizi alla struttura, dal benessere all’offerta sportiva, dall’attenzione per le famiglie alla cucina.

VIVOSA APULIA RESORT IN SINTESI

Ubicazione: Vivosa Apulia Resort si trova a Ugento, in provincia di Lecce, nel cuore del Salento. Il resort occupa 8 ettari per la parte ricettiva e 15 ettari di parco e pineta, il tutto inserito in un parco naturale di 1600 ettari
Come arrivare: in aereo aeroporto di Brindisi (servizio transfer a pagamento)
in auto superstrada da Bari a Brindisi e quindi a Lecce, poi tangenziale per Gallipoli e la litoranea con la SP239; proseguire sulla Gallipoli-Santa Maria di Leuca scegliendo di uscire all’altezza di Ugento.
Camere:  333 camere, per un totale di 952 posti letto, inseriti in un piacevole contesto di “corti”, immerse nel verde.
Ristoranti e bar: Ritorante Via Appia, all inclusive, a buffet, con zona per i bambini; e ristorante A’Puteca à la carte, per assaggiare i piatti pugliesi.
I bar: Dolce Vita (in piscina, per dissetarsi durante tutta la giornata con le bibite all inclusive), Damiano’s (Club loungeafterdinner) e Scirocco, con vista sul mare, direttamente in spiaggia.

VIVOSA APULIA RESORT

Via Vicinale Fontanelle

73059 Marina di Ugento (LE)
T ( 0833 931 002)
F (0833 933 646)
info@vivosaresort.com
www.vivosaresort.com

GREVE IN CHIANTI CELEBRA LA RINASCITA DEL BORGO DEL CABREO

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LA FAMIGLIA FOLONARI RIPORTA A NUOVA VITA L’ANTICO INSEDIAMENTO RURALE, CHE È PARTE INTEGRANTE DELL’OMONIMA TENUTA.

Rinasce a nuova vita il Borgo del Cabreo, l’antico insediamento rurale di proprietà della famiglia Folonari nel cuore delle colline del Chianti Classico. L’inaugurazione ufficiale del nuovo borgo e il taglio del nastro hanno avuto luogo questa mattina alle 12.30 alla presenza di Paolo Sottani, Sindaco di Greve in Chianti, e dell’On. Lorenzo Becattini. Il Borgo del Cabreo sorge a Greve in Chianti, in frazione Zano, all’interno dell’omonima tenuta acquistata alla fine degli anni ’60 da Ambrogio Folonari, tuttora alla guida dell’azienda Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute. La rinascita di questo antico borgo di mezzadri è la punta di diamante di un importante progetto di rivalorizzazione del territorio e delle sue tradizioni più autentiche: sin dall’inizio degli anni 2000 la Famiglia Folonari ha infatti scelto la terra, investendo sulle sei tenute vitivinicole di proprietà tutte localizzate in Toscana, sulla qualità di prodotti enologici rappresentativi del territorio e sul recupero di strutture immobiliari quali la Villa e la Casavecchia presso la tenuta di Nozzole a Greve in Chianti e l’unità immobiliare presso la tenuta La Fuga a Montalcino, dedicate a una tipologia di ospitalità che consente di cogliere l’essenza del territorio.

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All’ospitalità è stato destinato anche il nuovo Borgo del Cabreo, che la famiglia Folonari ha voluto trasformare nel primo relais di charme all’interno delle sue tenute. “Il Borgo del Cabreo è interamente opera di artigiani fiorentini, sia nelle parti strutturali che nei particolari d’arredo – ha dichiarato Giovanna Folonari che, insieme alla figlia Francesca, è l’anima di questa rinascita – Insieme all’architetto Benedetta Mori dello studio Mori Associati Architettura di Greve in Chianti, abbiamo scelto di impiegare esclusivamente maestranze locali, eredi della grande tradizione fiorentina delle arti e dei mestieri. Intendiamo dare valore al territorio, il borgo è quindi rinato a nuova vita in perfetta armonia con l’ambiente circostante e nel rispetto degli spazi e dei colori originali”. La struttura è composta da 11 camere, di cui 4 suite, arredate con gusto ed originalità. Numerosi i servizi a disposizione del cliente, dai 4 salotti per il relax e la convivialità, alla sala colazioni realizzata all’interno dell’antico fienile, dalla piccola palestra attrezzata, alla suggestiva piscina esterna riscaldata con vista sull’affascinante panorama di vigneti. Al Borgo del Cabreo si può davvero assaporare l’essenza del territorio in un’esperienza indimenticabile fatta di degustazioni dei migliori vini prodotti da Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, di ricche colazioni a bordo piscina e di servizi esclusivi che consentiranno agli ospiti di sentirsi parte integrante del territorio. Innumerevoli sono inoltre le possibilità di divertimento e svago nei dintorni: visite guidate e degustazioni gratuite presso la cantina di Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, tour alla scoperta delle vicine città d’arte, affitto di biciclette per piacevoli gite sulle colline del Chianti Classico, cene della tradizione presso i più caratteristici e quotati ristoranti della zona e molto altro ancora.

AI GIARDINI MARGHERITA L’APPUNTAMENTO BIRRARIO (E NON SOLO) DEL PRIMO MAGGIO BOLOGNESE

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Birre artigianali, food, musica, Legnogiocando: nel cuore verde di Bologna
quattro giorni di gusto e divertimento per tutta la famiglia!

DA VENERDI’ 28 APRILE A LUNEDI’ 1 MAGGIO appuntamento da non perdere ai Giardini Margherita di Bologna con il GARDEN BEER, quattro giorni di gusto e divertimento da vivere nel verde di uno dei luoghi più amati e frequentati della città!
Protagonista il mondo delle birre artigianali, con oltre dieci spine dedicate alle creazioni di alcuni dei più conosciuti microbirrifici del territorio e non solo: presenti il BIRRIFICIO ZAPAP di Castelletto di Serravalle e BIRRA DEL RENO di Castel di Casio, oltre alla beer selection curata da LA FRASCA ON THE ROAD – partner dell’evento con lo staff del GARDENBO – che proporrà a rotazione le etichette di BIRRA BELLAZZI, BREWFIST, BIRRA BABILIA, NO SOCKS BEER, DOPPIO MALTO ed altro ancora!

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Non mancheranno postazioni food, con le originali piadine romagnole proposte dagli artigiani di Frescopiada e una sfiziosa carrellata di fritti – dalle olive all’ascolana ai cremini, passando per verdure pastellate e panzerotti ripieni – della tradizione marchigiana, oltre ovviamente ai deliziosi gelati del GardenBo.
Il tutto accompagnato da un super calendario di musica live: venerdì sera alle 20.30 via alle danze con il funky catastro-fico demenziale dei FRENCH KISS AND HALOA HALOA BEACH; sabato doppio appuntamento in collaborazione con l’Associazione Culturale Peacock Lab: si parte alle 20 con il rap d’autore firmato da SQUALO, per scatenarsi a seguire con la “doppietta” DJ SET DJ JUNGLE + DJ SET PEACOCK LAB; domenica alle 21 sarà infine la volta dei THE HANGOVERS, una delle band più seguite di Bologna e dintorni.
Dedicata ai più piccoli con LEGNOGIOCANDO la giornata del 1 MAGGIO: dalle 14 fino a sera gli spazi del Garden Beer saranno invasi da oltre 40 bellissimi giochi in legno a disposizione gratuita di bambini, genitori e nonni, una divertente ed originale iniziativa a cura di Ludobus (www.ludobus.org).

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L’ingresso allo spazio sarà gratuito. L’evento si svolgerà (anche in caso di maltempo) presso il chiosco del Garden BO, ingresso lato Porta Castiglione.

Info: 349.5357312
FB: https://www.facebook.com/events/1910346009178741/

Dieta Mediterranea & Paesaggio, uniti da un filo d’olio extravergine

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Tutto pronto per Girolio d’Italia, il tour dell’extravergine
che parte dalla Liguria e da Andora (29 aprile – 1 maggio) per attraversare tutto il Paese
La Dieta Mediterranea Patrimonio dell’Umanità dal 2010 e simbolo della nostra cultura nel mondo e il Paesaggio olivicolo patrimonio italiano da proteggere e valorizzare candidato ad essere riconosciuto bene immateriale dall’Unesco, legati da un filo di olio extravergine.
La settima edizione di Girolio d’Italia, il tour promosso dall’Associazione nazionale Città dell’Olio in collaborazione con i coordinamenti regionali, accende i riflettori su un connubio vincente: la nostra tradizione culinaria basata sulla Dieta Mediterranea e il territorio da cui nasce. Artefice di questo legame forte è l’oro verde, eccellenza italiana che da Nord a Sud si caratterizza per la sua straordinaria qualità e varietà. E proprio per celebrare questa eccellenza che torna l’evento che unisce idealmente le 325 Città dell’Olio italiane: Girolio d’Italia che da aprile a dicembre attraverserà lo stivale e raggiungerà le isole alla scoperta della ricchezza gastronomica, dei paesaggi e territori di produzione, ma anche dei mestieri legati alla terra e all’olio.
Girolio 2017, infatti, non parlerà solo di olio extra vergine di oliva, alimento principe della Dieta Mediterranea e portatore di valori legati alla convivialità e ad uno stile di vita celebrato in tutto il mondo, ma anche dei luoghi dove si respirano i valori autentici della Dieta Mediterranea per raccontare la bellezza del cibo e del paesaggi e far conoscere la nostra grande civiltà olivicola che affonda le sue radici nelle piccole comunità locali. In ogni tappa Girolio è previsto un ricco calendario di eventi: degustazioni di olio in abbinamento ai piatti della tradizione e ai prodotti dell’eccellenza gastronomica locale, mostre dedicate alle civiltà dell’olivo, convegni scientifici e divulgativi, visite ai frantoi, eventi musicali, mercatini di arti e mestieri, spettacoli di piazza, manifestazioni folkloristiche, show cooking e corsi di assaggio, menù a tema nei ristoranti, il coinvolgimento delle scolaresche in laboratori di conoscenza del mondo dell’olio extravergine.

“Siamo orgogliosi – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai  – che Andora sia la tappa di partenza del tour delle città dell’olio. La Liguria, con 37 città dell’olio, è seconda solo alla Toscana per numero di località, con tradizione e produzione oleica. Da parte della Regione Liguria, c’è il massimo impegno per la valorizzazione del nostro ‘oro verde’, per la sua tutela dalle minacce di prodotti a basso costo e di scarsa qualità purtroppo sempre più presenti sul mercato: siamo in prima linea nella difesa di una tradizione millenaria che fa parte del Dna del nostro essere liguri”.

“Dieta Mediterranea e Paesaggio sono strettamente legati – dichiara Enrico Lupi presidente dell’Associazione nazionale delle Città dell’Olio  – è proprio dalla cultura del paesaggio nasce la cultura del cibo. Solo attraverso la conoscenza, la valorizzazione e la tutela dei luoghi di produzione del nostro extravergine, possiamo trasformare il prodotto in valore da spendere sul mercato italiano e internazionale. La Dieta Mediterranea è un alleato preziosissimo, attraverso la divulgazione di questo stile di vita famoso in tutto il mondo, raccontiamo il nostro cibo ma anche i nostri territori. Ma è vero anche il contrario: possiamo utilizzare il paesaggio come strumento di promozione delle nostre eccellenze e cominciare a considerare le colture cultura, i nostri territori di produzione parte integrante dell’immenso patrimonio artistico e culturale di cui disponiamo; infatti in questa edizione verrà anche realizzato in ogni Tappa regionale il Premio Miglior Uliveto a favore dei veri custodi del nostro patrimonio millenario, gli olivicoltori”.

La prima tappa di Girolio d’Italia 2017 sarà Andora in provincia di Savona dove dal 29 aprile al 1 maggio sono previsti tantissimi eventi nell’ambito della grande fiera “Azzurro, Pesce d’autore”. Seconda tappa dal 26 al 28 maggio ad Iseo con il suo bellissimo lago ed una novità: la mostra mercato degli oli dei laghi italiani. La carovana dell’extravergine poi si sposterà in Abruzzo a Pianella in provincia di Pescara il 29 luglio. Toccherà poi alla Puglia con Torremaggiore dal 13 al 15 ottobre, alla Sardegna con Villamassargia il 21 e 22 ottobre e al Molise con Larino dal 27 al 29 ottobre. A novembre Girolio sarà a Rapolla in Basilicata dal 10 al 12, a Vallefiorita in Calabria il 18 e 19 e in Campania a Controne in provincia di Salerno il 25 e 26. Ultime due tappe in Toscana a San Casciano in Val di Pesa dal 2 e 3 dicembre e in Umbria per la Tappa finale dal 8 al 10 dicembre.

IN LIGURIA LA PRIMA TAPPA. Andora, località balneare del ponente ligure, sarà la prima tappa
di Girolio d’Italia 2017. Nel weekend dal 29 aprile al 1 maggio, la tappa ligure del tour farà parte della grande fiera dedicata ai prodotti del territorio “Azzurro, Pesce d’autore”, allestita nello splendido scenario del Porto Turistico, che quest’anno ospita anche “HooK” un’ampia sezione dedicata alla passione per la pesca sportiva. L’olio extravergine d’oliva e l’antica tradizione della coltivazione olivicola sarà al centro di un ricco programma di convegni, degustazioni, mercatini dell’olio, show cooking, corsi d’assaggio, visite ai frantoi che hanno l’obiettivo d valorizzare le eccellenze olivicole ma non solo. “Per la nostra città Girolio rappresenta un importante occasione di promozione e visibilità che abbiamo colto al volo perché crediamo nella necessità di puntare solo su eventi di qualità per valorizzare le nostre eccellenze e il nostro olio – ha dichiarato il sindaco Mauro Demichelis – Girolio è una manifestazione di respiro nazionale, ideale per far emergere non solo i nostri prodotti e la nostra cucina tipica ma anche le nostre bellezze, perché olio oggi vuol dire soprattutto paesaggio, turismo e quindi risorsa per l’economia. Inoltre, va ad arricchire l’eccellente proposta locale e nazionale, già presente in “Azzurro, pesce d’autore” offrendo ai turisti una mostra mercato davvero completa del panorama delle tipicità liguri di mare e di terra”. “Andora tappa di Girolio 2017 è il risultato di un percorso condiviso da tutti e voluto con forza dal coordinamento regionale delle Città dell’Olio della nostra regione – ha commentato il coordinatore regionale delle Città dell’Olio della Liguria Gianni Spinelli – siamo molto orgogliosi di essere la tappa inaugurale del tour dell’extravergine più famoso d’Italia e per essere all’altezza di questo prestigioso riconoscimento organizzeremo tre giorni di eventi che speriamo siano di grande interesse per tutti coloro che verranno in Liguria in questa occasione speciale”.

Informazioni su www.cittadellolio.it

Le stagioni del Vinitaly di Marco Marucelli

Che sia aprile o marzo il clima che si respira al Vinitaly di Verona è sempre molto simile. Non un evento ma l’evento maggiormente atteso dagli addetti ai lavori e dai sempre più numerosi veri appassionati che si sommano ai troppi (forse anche troppe) avvinazzati che, nulla capiscano di vino, salvo che li trasporta con l’abuso, ad un mondo distante dalla realtà, compresa quella per cui questo evento è realizzato.

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Bere bene, bere poco e consapevole non solo di quanto hai nel bicchiere, ma soprattutto di cosa hai nel calice. Dopo aver preso coscienza di questa realtà che pullula dentro e fuori ai padiglioni, devo ancora una volta rimarcare le problematiche che sempre più, anno dopo anno, investono questo salone. La prima, oramai annosa, è quella dei furbetti dell’ospitalità che contravvenendo a qualsiasi regola lucrano su chi vuole e/o deve presenziare a Verona, applicando tariffe alberghiere oltre ogni limite di altissima stagione oltre alla viabilità che resta sempre il problema più irrisolvibile. Per il primo basta spostarsi verso il Lago di Garda e qualche soluzione decorosa e a prezzo giusto si trova, che non riguarda solo chi arriva in auto ma anche chi, come me, predilige lasciare l’auto fuori Verona e raggiungere la città dell’Arena in treno. A parte il numero di navette, che magari potrà essere anche adeguato, queste caricano i passeggeri fino all’inverosimile e anziché avere una corsia preferenziale per raggiungere in poco tempo la fiera e ritornare alla stazione, sono obbligate a seguire il traffico normale con aggravio di tempistiche da e per la sede fieristica.

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A parte queste considerazioni tecniche, la 51esima edizione della kermesse vinicola (ma non solo) veronese è stata come ogni anno ricca di novità, in molti casi davvero interessanti. Impossibile in un paio di giorni visitare attentamente la dozzina di padiglioni ufficiali oltre agli annessi e connessi. E’ necessario quindi fare un riassunto del percorso che tra un appuntamento ed un altro è stato possibile verificare e che volentieri metto a disposizione dei miei lettori. Cercherò, nei limiti del possibile di seguire un senso logico al mio tour enoico, ma proprio per dare quel giusto peso che meritano le regioni del sud Italia, partirò come i gamberi dall’ultimo padiglione (in senso numerico) fino a raggiungere i produttori della Lombardia.

img_6359 I padiglioni 12 ed 11 accolgono la maggior parte di aziende di Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Calabria, Liguria e Valle d’Aosta. Seppur agevoli nella visita, visto il diverso affollamento per questioni logistiche, ho potuto degustare alcune eccellenze prima in Puglia dove hanno fatto una ottima impressione le nuove annate in commercio dei vini della Cantina della Bardulia di Barletta, mentre una grande e gustosa scoperta è stata lo stand del Consorzio Tutela del Primitivo di Manduria (www.consorziotutelaprimitivo.com), dove facevano bella mostra di se una ricca selezione di Primitivi da fare impazzire qualsiasi intenditore. Nel padiglione 12, degno rappresentante della Liguria è la sempre meglio presentata Cantina Lunae Bosoni che con i suoi vini bianchi, rosati e rossi ed i suoi liquori della linea Essentiae ha una produzione di estrema qualità che accontenta ogni intenditore. Visto che gli spazi sono così concentrati, passare dai ricchi sentori enoici pugliesi attraverso quelli profumati liguri per arrivare ai poderosi vini piemontesi è proprio questione di metri. Il padiglione 10 infatti raccoglie le aziende piemontesi, qui è già più difficile spostarsi, il richiamo di questo territorio è forte e gli espositori cercano di accogliere al meglio i visitatori. Una visita al consorzio di tutela dell’ASTI DOCG e del MOSCATO D’ASTI DOCG (www.astidocg.it) è stata l’occasione per far partecipi le papille gustative di questi dolci nettari che hanno appena addomesticato il palato in attesa di nuove sensazioni.

img_6056Basta fare pochi passi ed ecco che il sorriso accattivante di Franco Morando, degno padrone di casa dell’az. Agr. Montalbera, ti accoglie nel grande e frequentato stand, dove accanto alle nuove annate del Ruchè, oramai divenuto parte del mio DNA, ho assaggiato un bianco davvero entusiasmante, Calypsos Letichettanera, un Viogner che si affina per circa un anno in tonneaux e che rilascia tutta la sua freschezza con un finale davvero speciale.

img_6077Dopo aver apposto la firma sulla bacheca posizionata all’ingresso dello stand mi sono accomiatato dirigendomi nelle vicinanze ad uno stand insolito per il Vinitaly, quello di Acqua San Benedetto (www.sanbenedetto.it) che oltre a riequilibrare e dissetare con le proprie acque minerali i visitatori aveva in degustazione il nuovo Ginger Spritz, un aperitivo analcolico da bersi liscio oppure come base per uno spritz personalizzato. Il padiglione Piemonte è strettamente collegato con un’altra grande area vocata al vino: la Toscana. Qui non è stato facile selezionare le aziende, vista la grande presenza di produttori di ottimo livello apprezzati da tanti anni e spesso divenuti anche amici. Per dovere di cronaca è giusto però segnalare alcune conferme o novità, degustate in questa due giorni veronese.

img_6095 Il Consorzio del Chianti Classico Gallo Nero (www.chianticlassico.com) oltre ad accogliere nella sua area le aziende consociate, presentava due iniziative legate alla diffusione e protezione del brand Gallo Nero. La prima che si rivolgeva alle aziende per tutelare da eventuali frodi di mercato ma anche fruibile come strumento di marketing, l’altro evento, sportivo, è stato dedicato al ritorno nel territorio del Chianti Classico della famosa corsa automobilistica delle 1000 miglia. Immancabile la sosta allo stand di Riccardo Baracchi dove la famiglia al completo, con la simpatia di sempre, propone la degustazione dei grandi vini che il territorio di Cortona riesce a dare tra cui i grandi Trebbiano e Sangiovese Metodo Classico. Per i vini della val d’Orcia la novità che ho provato è stata quella proposta da Marco Capitoni con il suo Troccolone affinato in anfora.

img_6115Un incontro davvero ricco di emozioni è stato quello con Podere dell’Anselmo di Forconi Fabrizio che a Montespertoli produce dei vini con grande personalità il suo Chianti DOCG con un anno e mezzo di invecchiamento in acciaio e bottiglia è un vero inno alla gioia. Assaggiate anche annate precedenti che fanno capire la longevità incredibile di questi nettari. Ultima ma non ultima la visita allo stand di Stefano Farina (www.stefanofarinavini.it) che nell’ottica del rinnovamento anche grafico presenta Chianti Classico Gran Selezione Le Bocce, con una accattivante etichetta che esprime il contenuto poderoso di questo vino. Da ricordare di questa azienda oltre alla Fattoria Le Bocce a Panzano in Chianti anche La Fattoria Albereto a Subbiano (AR), la Cascina La Traversa e la Tenuta San Quirico nel cuneese e la Masseria La Rosa del Salice in Salento. Un gruppo vinicolo che sta proponendo grandi vini nelle varie declinazioni regionali seguendo una tradizione familiare con un sguardo sempre rivolto al futuro. Non serve attraversare il Mar Tirreno per giungere al padiglione 8 che accoglie la Sardegna (ma non solo) con i suoi bianchi delicati e i rossi corposi come il Cannonau. In questa location un po’ eterogenea hanno spazio anche altre realtà regionali o associative quali ad esempio la F.I.V.I. la federazione italiana dei vignaioli indipendenti o la Vi.Vi.T (Vigne, Vignaioli e Terroir) che promuovono con banchi di assaggio alcune piccole aziende con grandi vini.

img_0302Alcuni assaggi possono dare un’idea di quanto lavoro ci sia in questo settore e l’impegno che viene profuso in particolare in queste piccole aziende per ricavare dei veri gioielli. La Piotta – Padroggi Luigi nell’Oltrepo Pavese si distingue per i suoi vini e spumanti bio, mentre poco distante un binomio Toscana-Piemonte inscindibile, si tratta della Fattoria La Maliosa e di Case Corini, la prima produce nella Maremma Toscana un ottimo bianco a base di Procanico ed un classico Sangiovese 100% il Tarconte che è affinato in botti per circa 16 mesi. Al fianco con la stessa filosofia produttiva da Costigliole d’Asti Guido Corino con Case Corini e la sua interessantissima Barbera che si può “abbinare” perfettamente alla lettura dei pensieri che Guido ha racchiuso in un libro dal titolo quanto mai esplicito “Vigne, Vino, Vita i miei pensieri naturali”. Poco più in la trovo invece il desk di assaggio di Simona Ceccherini che dalla Maremma Toscana ci fa vivere emozioni con i suoi vini a base di Ciliegiolo e Pugnitello in purezza e nella fresca versione rosato con uve Ciliegiolo e Syrah. Lasciato questo giacimento di belle novità, raggiungo il padiglione 7 con le Marche, realtà vitivinicola molto importante che ho gustato attraverso le proposte di Moncaro, una tra le più grandi cantine marchigiane, dove ho degustato un’autentica eccellenza che andava oltre i grandi vini quali Verdicchio, Piceno e Conero e si è trattata di un’autentica grande conferma che porta il nome di Tordiruta Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Passito. Lascio quindi i grandi vini marchigiani per avvicinarmi al padiglione 6 dove, tra gli altri, la fanno da padrone i grandi bianchi Altoatesini.

img_6525 L’evento scaligero è stata l’occasione per festeggiare i 30 anni di vita della linea Sanct Valentin, punta di diamante della produzione dei vini della Cantina San Michele-Appiano, che quest’anno oltre ai grandi vini storici ha presentato la nuova cuvèe Cabernet-Merlot 2013, il blend in stile bordolese. Altra eccellenza sudtirolese è quella di Kettmeir del gruppo vinicolo Santa Margherita che ha presentato il metodo classico “1919” Riserva Extra Brut Alto Adige DOC 2011. Con pochi passi, attraversando la strada, ci troviamo proiettati nel padiglione 5 che accoglie i vini di casa, siamo in Veneto e tra Amarone, Soave, Lugana e Chiaretto, tanto per citarne alcuni, ci si inebria solo respirando.

img_6579Lo stand che ha colpito l’attenzione del palato ma anche del cuore è quello di Igino Accordini che ha proposto in degustazione un vino a base di Corvina veronese 100% che con i suoi sentori richiamava l’Amarone, fornendo però quella delicatezza e sensualità tali da desiderare di berne un secondo bicchiere. Anche al padiglione 4 si respirava aria di casa, tra Ripasso, Colli Euganei, Prosecco e Raboso, si arriva allo stand di Paladin presente con le proprie tenute – Paladin, Bosco del Merlo, Castello Bonomi, Premiata Fattoria di Castelvecchi in Chianti. Attraverso un grande piazzale si raggiunge il padiglione 3 che accoglie la viticultura trentina e non solo, infatti oltre ai freschi spumanti della Trento DOC ho degustato una grande azienda di metodo classico emiliana, la Cantina della Volta di Christian Bellei, che in questa occasione presenta due vini fermi: “LABASE” uno Chardonnay Emilia IGT e “FERMO” un Pinot Nero Emilia IGT che ben si collocano nella produzione insieme ai grandi vini spumanti della cantina. Il vicino padiglione 2 ospita, oltre ad una nutrita rappresentanza di vignaioli umbri, i grandi vini siciliani con piccole e grandi aziende conosciute a livello internazionale. Impossibile fermarsi da tutti gli espositori, come d’altronde ci piacerebbe fare sempre, è stata necessaria una scelta che è ricaduta su uno storico gruppo enoico, Florio – Duca di Salaparuta – Corvo che, in un contesto “White” ha declinato in maniera eccellente alcuni grandi vini bianchi di Sicilia. “Star Grillo & Muller Thurgau” sposa il carattere complesso e mediterraneo del Grillo all’aromaticità eterea del Müller Thurgau.

img_5954L’attiguo padiglione 1 è da sempre dominio dell’Emilia Romagna, dove cordialità, profumi di buoni cibi e voglia di stare insieme si notano in ogni angolo.

img_5925 Tanti e tutti interessanti gli eventi organizzati dall’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna che attraverso la Via Emilia ci fa scoprire terre e territori eterogenei ed a volte contrapposti tra loro.

img_5880Due le aziende prese a campione per le loro produzioni e novità, una conosciuta da tempo ed una appena scoperta. La prima è Cantine Ceci che, come sempre, utilizzano questo evento per presentare le nuove annate ma soprattutto, le novità che la mente fervida della proprietà e dello staff del marketing, propongono al pubblico. L’artista Patrizio Dall’Argine personalizzava le nuove bottiglie “To you paint” che vengono fornite di tempere, tavolozza e pennelli, così da esser decorate una volta degustate e conservate come ricordo di una serata o un evento.

img_5887La splendida bottiglia di Nanì nella sua versione Limited Editions con colori da collezione e la nuova serie Radames (dedicato ad uno dei personaggi dell’Aida di verdiana memoria), vino senza solfiti aggiunti, nelle tipologie Lambrusco, Malvasia e Rosè.

img_5904 La novità invece, nella ricerca di una azienda, è ricaduta su una cantina romagnola, la Tenuta Colombarda di San Vittore di Cesena che mi ha particolarmente stupito per il Sangiovese di Romagna, il Pagadebit, l’Albana di Romagna ed il Rosalaura un interessante IGT Rubicone rosato.

img_5852 I padiglioni numerati sono finiti ma mancano all’appello altri territori vocati italiani. Al padiglione A troviamo il Lazio con i grandi vini dei colli romani che da soli richiederebbero una settimana per una degustazione attenta. Di fianco, nel padiglione B, sono collocati i vini della Campania con una particolare esposizione per quelli dell’Irpinia. Territorio nel territorio, potremo definirla la provincia di Avellino, dove a piatti e prodotti saporiti, la natura affianca grandi vini. Fiano, Greco, Taurasi, Aglianico dell’Irpinia per citarne quelli più conosciuti.

img_0245Qui grazie a Lello, grande amico e mentore di quanto accade nei territori bagnati dal Calore e dal Sabato, ogni volta conosco produttori e nettari sempre più interessanti.

img_6493Una delle aziende visitate è stata Case d’Alto di Grottaminarda con l’eccezionale Taurasi DOCG.

img_6487Altro giacimento enoico è rappresentato da Feudo Apiano di Lapio che mi ha estasiato con il suo Fiano d’Avellino.

img_6473Per il Taurasi e l’Irpinia Aglianico non posso dimenticare le note sincere e tanniche dei vini dell’Az. Agr. Fiorentino di Paternopoli che hanno letteralmente appagato le papille seppur provate da alcune degustazioni precedenti, riassestandone i livelli gustativi. Immancabile invece la visita a Giancarlo Barbieri dell’Az. Sertura che con i suoi Fiano e Greco di Tufo, tra gli altri, mi ricrea sempre delle emozioni olfattive e gustative che avevo già avuto modo di conoscere durante una recente visita in Irpinia.

img_6497 E per terminare il tour vinicolo di questo 2017 è doveroso brindare a questa manifestazione, ma soprattutto ai produttori ed ai loro vini, andando a visitare il padiglione PALAEXPO dove si trovano i vini della Lombardia.

img_5982 Il primo incontro è con una grande produttrice di Franciacorta ma soprattutto con una delle donne del vino italiane Pia Donata Berlucchi della Fratelli Berlucchi che insieme alla figlia Tilli Rizzo mi accoglie come sempre a braccia aperte nel loro stand, dove si apprendono sempre delle belle novità, non solo nel mondo del vino ma anche, come in questo caso, nell’informazione da dare ai giovani su quello che ogni calice racchiude nella storia dell’uomo e di un territorio. Consapevolezza quindi nel bere in quantità modica, vini di alta qualità ma soprattutto sapendo che cosa rappresentano e possono dare come insegnamento. Altro amico e grande produttore franciacortino è Michele Bozza dell’Az. Agr. La Montina che ha presentato una assoluta rarità, Montecolo, solo poche centinaia di bottiglie magnum (520 pezzi per l’esattezza!) per festeggiare il trentesimo anniversario de La Montina.

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Sempre per proseguire questo brindisi al Vinitaly una visita allo stand di Mirabella, dove ho degustato un Franciacorta 120 mesi in Magnum con edizione limitata a 320 bottiglie.img_6010

Ma Vinitaly non è solo mostra del vino ma anche il fuorisalone, in cui le aziende organizzano per stampa, buyers, operatori della ristorazione , sia nel centro cittadino che nelle ville dei dintorni, decine di eventi uno più ricco dell’altro.

img_6189Tra gli inviti ricevuti ho scelto una location davvero affascinante Villa Arvedi in Valpolicella, che per l’occasione è divenuta la sede temporanea dell’Az. San Marzano, una delle più grandi aziende vinicole della Puglia, con cantina e vigneti a Manduria, che ha trasferito tutta la tradizione gastronomica pugliese nel parco e nel salone di questa villa, dando modo così di abbinare i propri vini ai piatti di questo gustoso territorio italiano.

img_6169 Una serata da favola, con musica, allegria e come da copione, buonissimi vini e ottimo cibo.

img_6268 Le luci su Vinitaly 2017 si sono appena spente ma già si inizia a pensare al prossimo, con la speranza che qualcosa migliori nella logistica e nei trasporti, che il clima che in questi giorni ha creato gravi problemi ai vignaioli, non si accanisca troppo e che quindi ci siano i presupposti per gustare ancora il meglio dell’enologia italiana, vanto della nostra economia e soddisfazione per chi in questo mondo mette la passione e la propria vita.

 

Crediti fotografici: Laura Cosci e Irina Lavnichenko

CHIUSA LA PRIMA EDIZIONE DI “CIBUS CONNECT” A PARMA: GRANDE SODDISFAZIONE DELLE AZIENDE ALIMENTARI E DEI BUYER

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Ha chiuso i battenti a Parma la manifestazione fieristica del food and beverage italiano Cibus Connect. Una fiera nuova, di soli due giorni che ha visto la partecipazione di 400 aziende espositrici, 1000 buyer esteri e 10.000 operatori complessivi tra la prima e la seconda giornata. Il format di Cibus Connect, che si terrà negli anni dispari, prevede un mix di esposizione, workshop e business matching. Particolare interesse ha suscitato l’ampia sezione di show cooking, concentrata in un’area dedicata, in cui le aziende hanno presentato i loro nuovi prodotti.

La nuova fiera ha riscosso la soddisfazione convinta delle aziende alimentari.

“Cibus Connect è stata una sorpresa positiva – ha dichiarato Gianpiero Calzolari, Presidente di Granarolo – anche se poteva essere un’incognita. Il nostro stand ha registrato una buona presenza di buyers, sia italiani che stranieri, ed abbiamo presentato i nostri prodotti congelati, dedicati soprattutto all’export”.

“La dislocazione separata di stand e show cooking è molto innovativa – ha detto Nicola Levoni, Presidente di Levoni – e ci ha permesso di ampliare la comunicazione alla clientela. Molto utile anche il pratico stand preallestito”.

“E’un progetto molto innovativo – ha riferito Francesco Mutti, Ceo di Mutti Spa – ed il risultato è stato eccellente che ha eliminato qualche dubbio iniziale, per cui vanno fatti i complimenti a Fiere di Parma. La manifestazione è snella ed abbina la agilità di una manifestazione che dura due giorni con una immediatezza ed una efficacia rara in termini di costi di struttura”.

Soddisfazione espressa anche da Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano: “E’stata un’occasione ottima per dare visibilità ai prodotti del territorio e ad un’eccellenza come la nostra”.

A Cibus Connect si è tenuto, sia nella prima giornata che nella seconda il Forum Internazionale “Posizionamento del Made in Italy Alimentare nell’evoluzione internazionale dei consumi”, organizzato da Fiere di Parma e TEH-Ambrosetti.

I lavori della seconda giornata sono stati aperti da Andrea Olivero, Vice Ministro delle Politiche Agricole e Alimentari, che ha espresso il suo apprezzamento per questo nuovo format di manifestazione fieristica e ha invitato tutti gli attori a fare la propria parte e a dare un contributo per il potenziamento dell’export agroalimentare: “Il Governo, favorendo e facilitando l’accesso ai mercati e vigilando nel contempo sulla autenticità dei prodotti; gli imprenditori facendo massa critica e insieme promuovendo strategie comuni di crescita che possano trovare un valido strumento nelle denominazioni DOP e IGP, che al meglio rappresentano l’alto valore aggiunto che i nostri prodotti traggono dagli imprescindibili legami con i territori di origine”.

Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare, che organizza Cibus insieme a Fiere di Parma ha dichiarato: “Qui a Cibus Connect le imprese vengono a illustrare cosa differenzia il sistema produttivo italiano rispetto a tutti gli altri Paesi. Ricordiamo che la produttività per ettaro della pianura padana è la più grande del mondo. L’industria alimentare ha imboccato con decisione la strada della innovazione e della sostenibilità. Le innovazioni di prodotto tuttavia non devono snaturarlo”.

Valerio De Molli, Ceo di The European House Ambrosetti ha presentato la ricerca “Sostenere la crescita di lungo periodo e l’internazionalizzazione delle imprese del settore food & beverage in Italia”: “Nel rapporto sono state evidenziate le forze e le debolezze del food made in Italy anche dal punto di vista degli oltre 200 retailer internazionali intervistati per questa occasione. Il comporto alimentare italiano ha dimostrato una straordinaria resilienza alla crisi avendo fatto crescere di oltre il 13% il fatturato aggregato negli ultimi 15 anni, a fronte di un crollo della produzione industriale manifatturiera di 25 punti percentuali”.

Al Forum hanno partecipato anche, nel corso delle due giornate: Maria Ines Aronadio, Dirigente Ufficio Agroalimentari e Vini di ICE; Alex Tosolini, Senior Vice President New Business Development di The Kroger Co.; Peter Whitsett, EVP Merchandising and Marketing di Meijer; Sara Roversi, Direttore Future Food Institute; Misa Misono, Design Director di IDEO Food Studio; Marco Lavazza, VP Luigi Lavazza SpA; Fabio Leonardi, CEO Igor Gorgonzola; Luigi Serra, CEO Serra Industria Dolciaria e Vice Presidente Esecutivo Università LUISS – Guido Carli.

“Il Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia – ha dichiarato Roberto Ghisellini, Vice Direttore Generale Retail del Gruppo Bancario Crédit Agricole – nasce e si sviluppa all’interno dei principali distretti agroalimentari italiani e conta 31mila clienti e 3,6 miliardi di impieghi, con 1,3 miliardi di raccolta, 632 milioni di euro erogati e un incremento del +40% nei finanziamenti a medio-lungo termine nel solo 2016. Risultati raggiunti grazie ad una strategia volta all’innovazione e all’evoluzione continua dei servizi che mira a soddisfare a trecentosessanta gradi le esigenze delle aziende del settore”.

“Dobbiamo lavorare per favorire la trasparenza di comunicazione nella categoria – ha dichiarato il Presidente del Gruppo Acetifici De Nigris, Armando de Nigris – Perché l’esperienza di un’azienda diventi un valore a sé e venga comunicata al consumatore finale correttamente, occorre condividere con il trade le linee di comunicazione. Questa è responsabilità sociale e rispetto nei confronti del trade e indirettamente dei consumatori”.

Nel corso del workshop organizzato da Gdo Week e Mark Up è stata analizzata la responsabilità di essere impresa che, aldilà dei bilanci sociali, è tempo che entri nel DNA delle imprese, diventandone coscienza sociale. In questo contesto, si è parlato di Sud, partendo dal presupposto che, per il nostro Paese, il meridione può e deve diventare una risorsa importante, le imprese devono tornare ad investire, ma nel modo giusto. Responsabilità per chi opera nella filiera del consumo, dalle aziende dell’agroalimentare a quelle della distribuzione, significa anche educazione alimentare: quanto possono (e devono) incidere le aziende della filiera del consumo per aiutare gli italiani a nutrirsi meglio?
Nel corso del workshop è intervenuto Francesco Pugliese, ad di Conad, che ha sottolineato come la “Grande distribuzione debba assumere un ruolo sociale ed agire da collante tra il prodotto ed il consumatore. E il prodotto deve andare sempre più verso la natura, l’ambiente, essere fair trade, riciclabile e di basso impatto ambientale”.

Nel corso del workshop di Agrifood Monitor, Nomisma e Crif, nella seconda giornata di Connect si è parlato anche del rischio Brexit per l’export dei salumi italiani, nel caso in cui venissero applicati nuovi dazi. Tanto più che l’interesse dei consumatori inglesi per i salumi è elevato, come dimostrano il fatto che circa l’87% di loro li ha acquistati almeno in una occasione negli ultimi 12 mesi ed in particolare il 57% più volte nel corso di una settimana.

A Cibus Connect si è anche parlato del mercato USA, nel corso del workshop organizzato da The Progressive Grocer. I rivenditori di prodotti alimentari gourmet nel mercato statunitense hanno una cosa in comune: devono affrontare una concorrenza più spietata che mai da tutti i canali di vendita al dettaglio. Tutti i rivenditori, qualsiasi siano i loro volumi di vendita, hanno bisogno di differenziarsi. In questo incontro, i relatori hanno condiviso le loro storie di successo, spiegando l’origine dei loro prodotti, il ruolo del cibo e dei vini italiani nei loro negozi, e discutendo in generale di tutto ciò che influenza al momento il mercato statunitense.

Di e-commerce nel comparto alimentare si è parlato anche al workshop dell’ICE Agenzia dove è stata presentata la nuova piattaforma B2B per l’outsourcing della distribuzione Rangeme.com. e nella area Slow Food dove è stato presentato il progetto Foodscovery sulla distribuzione on line, una nuova piattaforma di vendita diretta per i produttori locali.

Nel corso della due giorni, si sono tenuti numerosi workshop, tra cui quello organizzato da Lebensmittel Zeitung sulla GDO tedesca, due organizzati da LSA uno sui prodotti Bio in Francia e Benelux e l’altro sui prodotti gourmet e regionali francesi, e due workshop organizzati da Confimprese, sulla ristorazione commerciale e sulla ristorazione travel.

Nel corso della fiera sono anche stati presentati i Tespi Awards, i premi dell’eccellenza assegnati alle aziende che si sono distinte nell’ideazione e realizzazione di attività di marketing e comunicazione durante il 2016.

L’appuntamento è per Cibus 2018, a Parma dal 7 al 10 maggio.

Per maggiori informazioni: www.Cibus.it

LA TOSCANA IN BOCCA: IL GUSTO DELLA CULTURA ENOGASTRONOMICA

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A Pistoia dal 21 al 25 aprile IV appuntamento con le eccellenze culinarie toscane tra tradizione, territorio e attualità. L’evento che fa parte del programma di Pistoia Città della Cultura vedrà il tema della cultura enogastronomica protagonista delle tavole rotonde
Si può fare cultura anche a tavola? Il cibo e la tradizione culinaria sono un mezzo per trasmettere il nostro patrimonio culturale? Queste ed altre domande saranno tema di confronto sulla cultura enogastronomica in vari appuntamenti che vedranno protagonisti cuochi, storici, giornalisti, imprenditori dal 21 al 25 Aprile presso l’area espositiva “La Cattedrale Ex Breda” della quarta edizione de La Toscana in bocca.
Alle 18,00 del 25 aprile appuntamento clou con Franco Cardini storico e professore ordinario di Storia medievale presso l’Università di Firenze e professore emerito dell’Istituto Italiano di Scienze Umane alla Scuola Normale Superiore di Pisa, che metterà in campo la sua duplice esperienza di storico e di gourmet.
La manifestazione, promossa da Confcommercio Pistoia e Prato insieme ai ristoratori locali e in collaborazione con Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che utilizzano i prodotti del territorio, prosegue il percorso di valorizzazione della ristorazione regionale e della sua tradizione.
Il format si conferma quello vincente delle passate edizioni che nel 2016 è riuscito a richiamare 40.000 visitatori: saranno 40 gli stand di ristorazione presenti all’edizione 2017 de La Toscana in Bocca che offriranno ognuno 2 piatti, che andranno a comporre un ideale menù toscano di oltre 80 portate compresi dolci artigianali per soddisfare tutti i palati. Lo spazio all’ingresso sarà invece dedicato ai produttori dai quali sarà possibile degustare e acquistare prodotti tipici del territorio.

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Un sempre più ampio e differenziato palinsesto di eventi, inoltre, completerà la manifestazione con un’area “palco” animata già dalla mattina con laboratori per bambini, presentazione di libri, approfondimenti e talk show con esperti del settore, contest culinari, cooking show in cui si confronteranno chef del territorio con altri di rilievo nazionale e musica dal vivo.
Per quest’anno i giorni dell’iniziativa passeranno da 4 a 5 ed è prevista un’edizione speciale piena di richiami e collegamenti alla Capitale della Cultura, del cui programma ufficiale fa parte La Toscana in Bocca.
Uno degli obiettivi dell’evento, fino dalla prima edizione, è stato quello di diventare fonte di richiamo turistico per l’intero territorio provinciale, mettendo in luce la cultura e la tradizione enogastronomica locale per conoscerne i gusti e i sapori più autentici, perfettamente in linea con lo spirito del progetto regionale di Vetrina Toscana.
Il cibo è anche condivisione e quindi solidarietà: sabato 22 aprile l’evento: “Un’Amatriciana per Cittareale (RI)” allo stand 4, i ragazzi dell’Istituto Alberghiero “Martini” prepareranno dei piatti di Amatriciana al costo di € 6,00 e l’intero ricavato sarà devoluto in beneficenza per il progetto di ricostruzione dell’ambulatorio del paese danneggiato dal terremoto. Alle 21,00 cooking show dei cuochi toscani che prepareranno degli assaggi di Amatriciana che potranno essere degustati dietro offerta libera.

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l 25 gli chef de La Toscana in bocca si sfideranno sul tema: “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP”. Ogni chef presenterà la propria libera interpretazione di questa pregiata carne del territorio toscano. Il taglio che verrà messo a disposizione degli chef è lo scamone. Le proposte saranno valutate da una giuria e a fine serata verrà decretato il vincitore.

I’ panino dell’Ortolano di Marco Marucelli

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Ci sono  sapori e profumi che evocano ricordi ancestrali appena i tuoi sensi li colgono, al pari di quando dopo tanti anni apri un cassetto e ritrovi delle fotografie, che mentre le osservi, perdono la consistenza solida e ti proiettano nella mente ricordi di luoghi, persone, emozioni. Ecco la sensazione che ho provato al primo morso del panino Ignorante (fette di pane toscano con frittata alle cipolle e zucchine) oppure il panino con crudo e pecorino, che, con la loro semplicità nei gustosi rilasci palatali, hanno spalancato la memoria, facendomi ricordare luoghi, persone, momenti di vita. Questo è infatti l’effetto che dovrebbe suscitare un piatto e questo è quello che i proprietari dell’Osteria dell’Ortolano di Firenze hanno immaginato nel progettare la nuova proposta per un pranzo diverso si dalla globalizzazione turistica, ma uguale a quello che molti di noi hanno nel loro DNA. La tradizione, la storia nei prodotti che anche un panino, se ben fatto, può produrre e proporre.

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Il centro storico fiorentino, il locale è in via degli Alfani al 91/r, proprio a pochi metri dal Duomo, da San Lorenzo e dalla Ss.Annunziata, pullula di vecchi ristoranti e trattorie, fast food di dubbio gusto, botteghine improvvisate che propinano ad ignoranti viandanti prodotti che solo con una basilare conoscenza rifiuteremo, per fortuna offre anche la possibilità, come nel caso di Marta e Massimo, simpatici ed effervescenti osti, di proporre un alternativa che ricordi che il panino non deve essere solo un prodotto da mangiare per nutrirsi, magari senza pensare a cosa contiene, ma può e vuole essere l’alternativa ad un pranzo, che nella sua semplicità faccia vivere dei momenti di gusto, potendo godere di sapori veri, ricchi di tradizione e di storia. Se ogni piatto, come amo affermare, è una pagina di storia, il panino, se concepito con conoscenza e rispetto, potrebbe essere un Bignami (piccolo manuale contenente le nozioni essenziali n.d.r.) di antropologia alimentare.

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Questo pensavo percorrendo le storiche strade del centro per raggiungere da Santa Maria Novella il locale, mentre mi sono soffermato più volte, a metà strada tra il nauseato ed il sorpreso, nel vedere quanto di poco tradizionale offra al turismo la mia/nostra città del Giglio, ma soprattutto, quanto venisse acquistato e consumato da stranieri ed italiani. Ben vengano quindi iniziative come quella dell’Osteria dell’Ortolano che possano far capire non solo quale sia una delle componenti che insieme alla storia ed all’arte rendono famosa nel mondo Firenze, ma anche che spendendo delle cifre assolutamente adeguate (e forse in alcuni casi anche inferiori ai prodotti globalizzati di cui parlavo qualche riga indietro) si possono gustare, tra due fette di pane o in una fresca rosetta (a Firenze si chiama anche semellino), prodotti che hanno fatto grande nei secoli la Toscana a tavola.

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Nello specifico i panini proposti, senza dimenticare lo speciale menù de I’Tocco (così si indicano a Firenze le ore tredici), racchiudono in se tante emozioni a cui si è dato anche un nome che in qualche modo le ricordi: Panino del Brunelleschi con il peposo all’imprunetina oppure il panino dell’Ortolano con fresche verdure per arrivare al panino fiorentino con la sbriciolona e la cipolla agrodolce. Per finire non potevano mancare il pane “dorce” con la ricotta e la marmellata di susine o l’immancabile dolce del periodo pasquale, il pandiramerino.

Mentre ancora il cervello ed il cuore elaboravano i vari sapori che avevo degustato, facendo il percorso contrario all’andata, pensavo a quello che tanti turisti non percepiranno di questa città, limitandosi a panini di gomma o ad altre “specialità” etniche, portando così un ricordo falsato di quello che di più buono può offrire questa terra: la tradizione, il gusto e la semplicità che i prodotti di questo territorio, sapientemente cucinati o presentati, riservano ai curiosi gourmet, contribuendo a scrivere la storia ma soprattutto a farla leggere con gli occhi del cuore.

Gusto in Scena. Venezia, 23-24 aprile 2017

IL 23 E 24 APRILE 2017 A VENEZIA LA NONA EDIZIONE DI GUSTO IN SCENA CON QUATTRO EVENTI IN CONTEMPORANEA CON APPROFONDIMENTI SULLA CUCINA DEL SENZA, il nuovo stile di cucina che esclude nelle pietanze la presenza di grassi, sale e zuccheri aggiunti. Il 2 giugno si replica a Francoforte.

Sarà anche quest’anno la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia a fare da cornice a Gusto in Scena, in programma per domenica 23 e lunedì 24 aprile. La nona edizione dell’evento enogastronomico ideato e curato da Lucia e Marcello Coronini proporrà una serie approfondimenti sulla Cucina del Senza, il nuovo stile di cucina che esclude nelle pietanze la presenza di grassi, sale e zucchero aggiunti. Nata sei anni fa a Gusto in Scena, la Cucina del Senza è oggi diventata un marchio internazionale che ha anticipato nuove tendenze per un consumatore attento non solo al piacere, ma anche alla salute.

Su questo tema si confronteranno chef stellati e maestri pasticceri nel corso del Congresso di Alta Cucina che costitusce la colonna portante della manifestazione. Ma le ricette, sane e gustose, della Cucina del Senza si potranno provare anche a Fuori di Gusto, il programma fuori salone in una ventina di ristoranti e bacari veneziani. Ottanta selezionatissime aziende saranno inoltre presenti nelle due sezioni I Magnifici Vini e Seduzioni di Gola con le loro eccellenze enogastronomiche. L’evento veneziano aprirà un anno importante per la Cucina del Senza che la vedrà approdare in Germania con un’edizione speciale di Gusto in Scena a Francoforte, il prossimo 2 giugno, su invito del Consolato Generale d’Italia, dove Marcello Coronini presenterà una selezione di Produttori del Senza. Una serie di altre presenze all’estero è in corso di definizione.

«Stiamo raccogliendo grandissimo interesse nei confronti della Cucina del Senza» spiega Marcello Coronini. «Si tratta di una cucina gustosa quanto attenta alla salute, con il giusto equilibrio tra benessere fisico e piacere della tavola. Sale, grassi e zucchero sono indispensabili per la nostra vita: quelli contenuti negli alimenti sono sufficienti per una dieta equilibrata, quelli aggiunti rappresentano un eccesso; eliminarli o ridurli aiuta a prevenire l’insorgere di diverse patologie».

Dall’interesse di Marcello Coronini di dare a tutti la possibilità di alimentarsi meglio con una cucina gustosa in cui non ci si accorge della mancanza di grassi, sale e zucchero è nato il libro La Cucina del Senza, editore Feltrinelli-Gribaudo. Il libro, presentato al Salone del libro di Torino lo scorso 14 maggio, ha già venduto più di 10.000 copie ed è in ristampa. L’intenzione dell’editore è quella di fare dell’autore il gastronomo di riferimento delle case italiane con libri di ricette semplici e facili, da tenere in cucina e non nelle biblioteche. Per questo dal 10 al 17 dicembre ha promosso il volume mettendolo in vendita come supplemento a Gente a soli euro 8,90.

Info in breve | GUSTO IN SCENA 2017
Data: 23 e 24 aprile 2017
Orari di apertura degustazioni: ore 11,00 – 19,00
Luogo: Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, San Polo 2454, Venezia
Ingresso a I Magnifici Vini + Seduzioni Di Gola: Per un giorno: € 25,00 – Per due giorni: € 40,00
Ingresso a Congresso Alta Cucina: scaricare il modulo sul sito www.gustoinscena.it